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martedì 21 maggio 2013

Bullet to the Head


Titolo: Bullet to the Head
Regia: Walter Hill
Anno: 2013
Paese: Usa
Giudizio: 3/5


Si racconta la storia di un sicario di New Orleans che non conosce le buone maniere e che medita vendetta contro Keegan, un mercenario senza scrupoli che prova a 'liquidarlo' dopo avergli commissionato un omicidio. Lo aiuterà Taylor Kwon, un detective di Washington D.C. col vizio del BlackBerry e della navigazione virtuale, a cui salva la vita. Jimmy e Taylor metteranno le mani su documenti scottanti e su un politico corrotto, che vorrebbe cambiare faccia alla città e poi lucrare sull'edilizia.

Che si respiri una certa aria di un certo western metropolitano non è poi così distante dai canoni dell’ultimo film di Hill. Il suo si sa è da sempre un tipo di cinema che si interessa ai temi sulla violenza e le sue diverse forme e questo buddy movie ne è la prova lampante.
Ispirato al celebre graphic novel “Du plomb dans la tête” di Matz (Alexis Nolent), Hill a distanza di quasi dieci anni dal suo ultimo BROKEN TRAIL ritorna al puro divertissement in coda agli innumerevoli action anni’80 sposando la contemporaneità in tutti i sensi dalle mode al linguaggio.
La struttura è la stessa, certo un po’ più hi-tech, ma mantiene lo stesso ritmo incalzante confrontando il nuovo orientale (coreano visti i tempi che corrono) intelligente ed elegante, con il last man standing, un guerriero metropolitano che fa del suo corpo la sua arma principale.
Mercenari, sicari, poliziotti corrotti, tutto si insegue e tutto fa bene attenzione a prendersi sul serio. Il personaggio di Stallone poi è uno di quegli anti-eroi che tira fuori poche smorfie ed ha dei dialoghi tagliati con l’accetta e mai così stereotipati.
Caratterizzato un po’ con culo il personaggio di Keegan interpretato dall’ultimo Conan alias Khal Drogo, un animale al cui confronto Jimmy fa abbastanza ridere. Interessante come valore aggiunto sui combattimenti la scena delle asce finali che mette in chiaro il talento fisico di Momoa.
Un film che non ha bisogno di tante parole e critiche che ne descrivano gli intenti. E’un film di genere nostalgico che resuscita una specie di immortale che non vuole ancora lasciare il testimone.