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lunedì 24 dicembre 2012

End of Watch-Tolleranza Zero


Titolo: End of Watch-Tolleranza Zero
Regia: David Ayer
Anno: 2012
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Gli agenti Brian Taylor e Mike Zavala hanno giurato di servire e proteggere il proprio Paese. Ad ogni costo. Affrontando il rischio giorno dopo giorno, tra loro si instaura un legame profondo, potente, autentico, che li fa agire come fossero una cosa sola, consapevoli che in ogni momento uno dei due potrebbe non arrivare vivo alla fine del turno. Quotidianamente Brian e Mike pattugliano le strade di South Central Los Angeles a lottando contro la criminalità organizzata, ma quando si imbattono nei potenti cartelli della droga saranno loro a diventare il bersaglio principale.

End of Watch ha più di un pregio. Ayer poi ci prova gusto ad esagerare, in parte con gli stereotipi, in parte regalando dei personaggi molto più reali di quello che non sembra. Dopo l’ottimo HARSH TIMES e il deboluccio LA NOTTE NON ASPETTA, ritrova le sue coordinate, il suo territorio. La strada, la violenza, la corruzione, il bisogno di portare ai massimi livelli gli ideali e la forza reazionaria di un paese che proprio della violenza fa il suo biglietto da visita.
E’un film senza soluzione di continuità in cui Taylor girando un video che spiega il duro lavoro del poliziotto ne approfitta per ritagliarsi alcuni dettagli che piacciono di meno ai colleghi.
Non è la ragione a imporsi nella logica della forza dell’ordine ma il bisogno sempre più assoluto di azzerare ogni possibilità di dialogo e di perdono per i criminali trovando proprio nella violenza e nel potere della legge il loro pass di salvezza.
Il virtuosismo funambolico e il ritmo costante creano un’opera più viva e vera di quanto si potesse aspettare. Le note di intenti e i messaggi sono da ricercare unicamente nelle scelte dei due protagonisti verticalizzandole allo stesso tempo con le scelte doverose dei colleghi che forse si sono stufati di voler primeggiare e dover sempre creare un alchimia capace di giustificare alcuni tipi di azioni.
Duro e potente come capita sempre più di rado nel cinema americano.