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sabato 23 novembre 2019

I trapped the devil


Titolo: I trapped the devil
Regia: Josh Lobo
Anno: 2019
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Natale è il simbolo di pace e di gioiose riunioni familiari. Questo è quello che pensano Matt e sua moglie Karen quando a sorpresa si palesano in casa di Steve, il fratello di lui, per le feste. Si ritrovano però di fronte a una spaventosa sorpresa: nella cantina Steve trattiene un uomo. Non si tratta di un tizio qualunque: Steve crede infatti di aver intrappolato il diavolo in persona.

Ho intrappolato il diavolo e adesso devo convincere tutti che non sono pazzo.
L'idea di per sè non è male, come d'altronde nel cinema di genere c'è ne sono tante, alcune poi condite come si deve, altre invece che sembrano crogiolarsi sull'idea e mandare a ramengo tutto il resto. Trattasi di un indie a costi bassissimi, un low-budget girato in soli nove giorni all'interno di un'unica location e con tre attori più qualche comparsa e una bambina che nel finale saltella felicemente.
Lobo gira il suo film d'esordio cercando di fare la furbata dell'anno, con una trama che praticamente impossibile da non amare fin da subito anche se come dicevo, bisogna poi saperla sceneggiare.
Ci sono tanti limiti in un film che doveva durare meno, cercare forse di essere più ambizioso, schiacciare di più il pedale sull'effetto paranoico e sull'alienazione nonchè il contagio morale del protagonista ai danni del fratello e della compagna.
Qualcosa di molto buono però il regista che ha scritto, prodotto, diretto e montato l'opera c'è, su quel senso di disagio e soprattutto quella discesa nella cantina dove sentiamo quel breve ma profetico dialogo con l'uomo rinchiuso. In quella scena è contenuta tutta la suspance, l'atmosfera di un film che sapendo di non avere altri strumenti punta tutto su questa specie di smarrimento che provoca effetti contrastanti e altalenanti per chi entra in contatto con quella voce e quel mistero.
Quella voce è come quella che Eggers ci ha fatto ascoltare, che abbiamo percepito dai suoni allucinati di West, che ripiomba con ancora meno elementi cercando di creare terrore dal nulla.
Una prova difficilissima, molto ripetitiva per quanto concerne alcune scene davvero inutili e che dovevano essere tagliate, nel voler cercare di creare un impianto claustrofobico nella casa con una sorta di malattia pervasiva che colpisce tutti, ma indugiando e prendendosi troppo tempo in alcune scene di una noia cosmica che se lasciava la camera ad inquadrare la parete nascosta nella cantina forse era meglio. Il cast cerca di mettercela tutta anche se a volte l'imbarazzo coglie pure loro nel non sapere cosa fare e dove aggrapparsi. Steve che cerca con una bella gigna di dare il peggio di sè per fortuna senza mai sfiorare il ridicolo e infine la scena finale, riassunta in parte già dall'incipit iniziale del film che lascerà basiti e sospesi, a qualcuno piacerà di brutto, altri, quelli che c'è l'hanno fatta, storceranno la bocca maledicendo Lobo e tutto quello che spero farà in futuro magari con qualche risorsa in più.