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martedì 29 settembre 2015

Demonio

Titolo: Demonio
Regia: Brunello Rondi
Anno: 1963
Paese: Italia
Giudizio: 4/5

Una ragazza è ritenuta preda del demonio e causa delle disgrazie che colpiscono il paese in cui vive. Dopo un inefficace esorcismo la donna si concede all'uomo che ama il quale, persuaso come gli altri di doverle attribuire i suoi guai, la elimina.

E'davvero intenso, rurale, magico e misterioso il secondo film di Rondi. Precursore e per certi versi sperimentale nell'approccio narrativo, sfruttando la voce narrante per raccontare i fatti sconvolgenti che accompagneranno la storia in una società rurale ignorante, meschina, misogina e ipocrita, più superstiziosa che religiosa.
"Io nascetti fra liuni e ursi, e la sirena mi cantai li versi, stongo a stu mundo come nun ci stessi, m'hanno messo a lu libro delli spersi."
"Il film si ispira a un fatto di cronaca tragicamente recente. Tutto il complesso dei riti, delle formule magiche e anche delle crisi demoniache è scientificamente esatto e corrisponde alla realtà italiana, equivalente a quella di altre parti del mondo", appare la scrittta in apertura al termine dei titoli di testa come per dare già in fondo una nota di intenti sulla regia e la tematica.
Ed infatti di vicende come questa accompagnate dal folklore generale, dai rituali antropopaici, dal rogo simbolico, alla processione con i flagellanti, dalla paura e dal difficile approccio con disturbi psicologici, si crea l'iter legato alle fatture e ai riti di purificazioni (esorcismi inclusi) che danno vita ad un insieme di elementi e simboli che fanno del film un saggio antropologico oltre che il primo "horror"demoniaco italiano e forse del mondo.
Un film davvero iconico nel descrivere queste culture paerticolari scomparse o in via di sparizione.
Uscito nel 1963, fu proiettato fuori concorso al 24° Festival di Venezia ma non ottenne successo, fu addirittura vietato ai minori di 18 anni, per poi ottenere invece successo al festival di Berlino dove vinse l'Orso d'oro.
"Le streghe hanno smesso di esistere quando noi abbiamo smesso di bruciarle" diceva Voltaire.
Accompagnato da un b/n a metà tra il neorealismo e l'opera bergmaniana, il merito del film, al di là della bellissima e formidabile interprete, è tramite una vicenda come tante, di farci intuire le vicissitudini che possono portare alla tragedia.
Un film con delle ottime trovate tra le quali lo sconvolgente ritratto della bella protagonista quando le sembra di vedere il demonio e soprattutto le scene in chiesa legate all'esorcismo da cui ha preso spunto Friedkin per il suo celebre film.