Regia: Paz brothers
Anno: 2018
Paese: Israele
Giudizio: 3/5
In una piccola comunità ebrea del diciassettesimo secolo, una donna crea una spaventosa creatura per difendere il villaggio da un'ostica minaccia.
Film sul Golem ne sono stati fatti tanti nel corso degli anni. Quest'ultima rivisitazione andava quindi fatta? Sì. Perchè il film in questione rivisita la storia, la riscrive per certi aspetti, cambiando punti di vista, personaggi, ambienti. Il risultato è un'opera indie sconosciuta (o almeno lo era prima di Netflix che nel bene o nel male a qualcosa dunque è pur servito) con un budget risicato che riesce ancora una volta a descrivere molto bene il folklore locale, la leggenda, il sacrificio, assaporando il gusto per la tradizione, le usanze e le leggende ebraiche sempre molto affascinanti e in alcuni casi letali per il potere di riuscire ad auto infliggersi danni collaterali pazzeschi.
Il film apre le porte ad un piccolo e sconosciuto villaggio lituano povero e pacifico che per qualche motivo ha fatto i conti con la peste uscendone integro, ma non dalle calunnie e dall'odio degli esseri umani per gli ebrei. Difatti aprendosi con un incidente scatenante di forte impatto emotivo, Hanna la protagonista, nel suo rituale per salvare chi di dovere, si scontra proprio con quei pogrom che all'epoca erano quasi la normalità nei confronti degli ebrei ritenuti quasi sempre la causa di tutti i mali (quindi la peste e il fatto di esserne scampati raggiunge i fasti di questo odio). Il Golem completamente diverso ritrasformato con una messa in scena molto interessante, in fondo nasce per questo come risposta a questo male generato in particolar modo, come in questo film, dai cristiani dove la più affascinante e oscura delle creature rigurgitate dal ricco folklore ebraico, plasmata dalla terra e animata col soffio della parola di Dio, ha il compito di difendere chiunque la evochi da attacchi e soprusi. Il film nel finale cala di ritmo rifugiandosi in scene abbastanza discutibili e con alcuni effetti in c.g non proprio perfetti mentre invece risultavano funzionali nel film precedente della coppia di registi Jeruzalem, un suggestivo mockumentary apocalittico-esoterico.
Golem ha i suoi punti di forza nella recitazione, nelle atmosfere rurali infarcite fino al midollo di arcane tradizioni ancestrali ma soprattutto nel puntare tutto sulla donna per combattere le forze nemiche. Hanna creando la creatura rivivrà proprio il suo dramma, il suo defunto bambino, rievocando le sue tristi memorie e soprattutto affondando le radici nell’interiorità di una donna troppo ostinata e forte per essere asservita alla collettività maschile.
Un film di ribellione che se non avesse fatto l'azzardo finale poteva diventare un'altra di quelle chicchè folkloristiche che mi piacciono a prescindere.