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domenica 1 aprile 2012

Era mio padre


Titolo: Era mio padre
Regia: Sam Mendes
Anno: 2002
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Illinois, 1931. La zona è sotto il controllo del gangster irlandese John Rooney; suoi luogotenenti sono il figlio Connor Rooney e Michael Sullivan, Sr. detto l'Angelo. Michael all'apparenza conduce una vita normale con una moglie, Annie e due figli Michael Junior e Peter che ignorano quale sia il vero lavoro del padre. Una notte, spinto dalla curiosità, il figlio più grande si nasconde dell'auto del padre e assiste ad un regolamento di conti con alcuni gangster rivali. Connor vede Michael Jr e sta per ucciderlo in quanto testimone oculare ma il padre lo ferma.

Il secondo film di Mendes dopo l’originale AMERICAN BEAUTY ha il vantaggio di scommettere su un genere in disuso nelle produzioni cinematografiche odierne ovvero il noir. Anche se con qualche eccezione rispetto alle regole del genere contando che nel noir la presenza dei bambini non è molto tollerata mentre qui è addirittura il protagonista, il resto con molta accuratezza cerca di dare enfasi al periodo del Proibizionismo e al soggetto riuscendoci anche se con qualche piccolo difetto.
Il rapporto padre-figlio è davvero commovente così come il viaggio di formazione e dell’eroe del piccolo protagonista accompagnato da un padre che riesce a farlo diventare addirittura complice della spirale di vendetta facendogli presto capire come non abbia spazio per il gioco e le fasi di crescita divenendo presto un uomo. E’proprio la drammaticità del rapporto creata e sviluppata da Hanks in evidente stato di grazia che funge da paiolo con l’importanza e la perfezione della narrazione (basti pensare al fatto che la voce narrante riesce a non dare fastidio e non è cosa da poco).
Un uomo che si fa giustizia colpendo tutti i vertici della malavita e abbastanza esagerata come obbiettivo ma Mendes sa che carte giocare e a partire dal funzionalissimo cast riesce a mantenere un’atmosfera catartica e struggente con una perfetta fotografia di Conrad L. Hall che vinse l’oscar anche se questo è un particolare senza nessun significato.
Il dato importante e che le gesta di John Looney furono oggetto di fumetto e poi presi i diritti divenne un film prodotto dalla Dreamworks di Spielberg e che rimane l’ultimo film interpretato dal bravissimo Newman.