Titolo: Crescent
Regia: Seth A.Smith
Anno: 2017
Paese: Canada
Festival: 35°Torino Film Festival
Giudizio: 3/5
Una casa grigia si erge isolata su una
costa. Una donna sola e devastata dal dolore vi si è rifugiata con
il suo bambino di due anni. Dipinge, cura il bambino, passeggia in
riva al mare. Di notte, dall'acqua emergono figure minacciose che la
chiamano. Incubi o fantasmi concreti di un passato non sepolto.
Sospeso tra surrealismo lynchiano e orrore psicologico, un racconto
tormentoso sulla fatica di vivere.
Quando sento che figure minacciose emergono dall'acqua penso all'orrore cosmico, ai fomori, Oannes oppure al bellissimo film di qualche anno fa al Tff e sempre nella sezione After Hours Evolution.
Crescent è un film d'atmosfera e di
colori che si mischiano l'uno con l'altro per creare quelle
contaminazioni che la protagonista cerca di portare avanti, in
particolare la tecnica della marmorizzazione, tecnica di arte vista
che ben si presta per sottolineare gli stati di sospensione spiritica
dei protagonisti.
Una pausa. Un momento di riflessione
per se stessi e per starsene in pace e tranquillità con il piccolo
nascituro a poche ore dal funerale del marito/padre.
Ci sono luoghi però che richiamano il
passato e soprattutto i fantasmi che esso provoca e in tutto ciò
l'acqua, un certo tipo energia rilasciata dall'oceano, può ridare
enfasi e vita a chi non c'è l'ha.
In tutto questo Beth cerca di dare una
spiegazione ad alcuni strani e anomali eventi soprattutto di notte
che la portano a diventare paranoica, sonnambula e mettere da parte
il piccolo Lowen in quella che a tutti gli effetti risulta come un
"limbo" che rischia di imprigionare le anime perse in
attesa di raggiungere un luogo definitivo.
Proprio quando ci avviciniamo all'orrore
che è però più legato all'inquietudine di aver paura che il
bambino possa farsi del male da solo rispetto a Beth e alla
ricostruzione di un passato/presente che si miscelano. Una
contaminazione che proprio come i colori, trova in questa tecnica
pittorica suggestiva che richiama tanto la video arte con alcuni
eccessi di cura estetica davvero impressionanti oppure di questi
strani ospiti tra cui una sorta di guardiano con una ghigna e una
trasformazione finale funzionale e che richiama le creature degli
abissi per non parlare dell'uomo pitturato o dell'uomo paguro.
Un film disturbante, minimale, che
ripeto fa dei suoni e dell'atmosfera il suo punto di forza, rimanendo
derivativo quando cerca di spiegare troppo o di svelare tutti coloro
che emergono dall'acqua per una sorta di sacrificio finale.