Nelle Filippine un giovane programmatore informatico coreano viene ritrovato morto, in condizioni tali da far pensare a un lungo periodo di cattività e lavori forzati. Si aprono le indagini della polizia, che rivelano un racket dei casinò online che si snoda tra Corea e Filippine, gestito dalla gang di uno spietato e psicotico criminale, Baek Chang-gi, e collegato agli affari di un giovane magnate IT, Chang Dong-cheol. Il poliziotto Ma Seok-do, massiccio nel fisico e tenero di cuore, promette alla madre del ragazzo scomparso di affidare i colpevoli alla giustizia e si fa largo, a pugni e calci, nella rete criminale che conduce sino a Baek.
Dopo NO WAY OUT era impossibile aspettarsi di meglio. Quel film aveva raggiunto i fasti di questa bella quadrilogia d'azione con eccellenti combattimenti, ironia, azione a profusione e molto altro ancora. L'ultimo capitolo è sicuramente un prodotto confezionato molto bene ma mancano alcune di quelle sotto trame e gallerie di personaggi visti precedentemente che davano risonanza ai toni del film. Lo stesso cattivo seppur interessante non riesce a misurarsi con la cattiveria del capo del dipartimento di polizia anch'esso antagonista del capitolo precedente.
Niente di particolarmente nuovo sotto il sole, tanto che i conoscitori del franchise ritroveranno molte situazioni già visitate negli episodi precedenti, ma The Roundup: Punishment ha il merito di soddisfare le aspettative del pubblico, che si siede in sala a vedere un film di Don Lee essenzialmente per godere di una catartica scarica di pugni e di buoni sentimenti, proprio come succedeva in Italia decenni fa con Bud Spencer