Visualizzazione post con etichetta 1997. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta 1997. Mostra tutti i post

domenica 3 settembre 2023

Punto di non ritorno


Titolo: Punto di non ritorno
Regia: Paul W. S. Anderson
Anno: 1997
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Dalla Terra si riceve un segnale di aiuto proveniente dai dintorni dell’orbita di Nettuno, e precisamente dalla sperduta astronave Event Horizon, scomparsa sette anni prima dai radar terrestri durante la sua prima missione inaugurale per testare il nuovo motore a curvatura.
Dunque viene subito organizzata una spedizione di soccorso, che però all’insaputa dell’equipaggio si rivela più che altro una missione di recupero di quel prezioso motore sperimentale, in grado di creare dei buchi neri controllati affinché curvi lo spazio-tempo e permetta viaggi interstellari.
Una volta giunti a destinazione tutto l’equipaggio di soccorso si troverà catapultato di fronte un orrore popolato da demoni reali o presunti, e fantasmi provenienti dai sensi di colpa. E’ l’inizio dell’incubo.

Prima che Anderson si perdesse con progetti imbarazzanti aveva al tempo regalato alcuni buoni film. Di sicuro Event Horizon è tra i migliori ed uno di quei caposaldi della scifi orrorifica di quegli anni in cui se ne vedevano pochi soprattutto con una peculiarità verso la violenza il sangue e il gore.
Lo scienziato che cerca di salvare le macchine preferendole agli umani, i viaggi spazio-tempo, varchi spaziali, "possessioni", deliri e allucinazioni.
Il primo atto e parte del secondo reggono bene tutta l'atmosfera legata più al thriler e alla percezione che la nave sia "viva" e soprattutto la difficoltà a trovarla e cercare di ripondere alla domanda sul dove sia stata fino al ritrovamento (la risposta non arriverà mai per tutto il film)
La seconda parte sembra avere un marchio decisamente barkeriano soprattutto contando la metamorfosi di Sam Neil e di come il suo personaggio sfrutti carne e sangue.
Un film giocattolone che si ispira a tanti cult dell'epoca, cercando di emulare senza copiare innestando una componente splatter decisamente azzeccata e resa interssante grazie a degli effetti speciali funzionali e dosati a dovere. La scatola di Lemarchand, poi e quello stesso sistema di gravità diventa l'obbiettivo del dottor William Weir di raggiungere con l'astronave niente poco di meno che l'inferno stesso.


martedì 11 maggio 2021

L.A Confidential


Titolo: L.A Confidential
Regia: Curtis Hanson
Anno: 1997
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

In un distretto di polizia lavorano agenti di ogni specie: chi pensa a fare arresti alla presenza della televisione, chi è violento, chi vuole far carriera. E poi c'è un ricco maniaco che gestisce un mercato di prostitute sosia di dive del cinema.
 
L.A Confidential tratto dall'omonimo romanzo di Ellroy, uno dei maestri del noir e del poliziesco, è un dramma complesso e coinvolgente con una nutrita schiera di attori e dalle caratterizzazioni colte e incredibilmente diverse e variegate. Un film scomodo e scorretto che parla di corruzione, di abuso di potere, di come è difficile mantenere una propria autonomia di pensiero in un istituzione come quella legata alle forze dell'ordine che dovrebbero garantire giustizia.
Una trasposizione fedele e interessante quella proposta da Hanson dove in un'opera di 500 pagine ricca di trame e sotto-trame era difficile cercare di trovare i punti focali e gli intenti dove narrare le storie. Alcune delle quali decisamente complesse con tutti gli intrighi del caso semplificando per quanto possibile un intreccio sofisticato e traboccante di colpi di scena, nel quale si fondono la lotta per la successione tra i clan della Mafia e i giochi di potere all'interno della polizia, le indagini sulla droga e la prostituzione e gli scandali del dorato mondo dello spettacolo. Tra sotterfugi, doppi giochi, personalità trasformate da episodi e omicidi molto violenti, Hanson ha avuto la fortuna di dirigere un cast esemplare dove Spacey e Crowe riescono davvero a entrare nei loro personaggi dandogli una caratterizzazione coinvolgente e perfetta.
Tutti riescono nell'impresa, L.A Confidential riesce nel difficile compito di trasporre una trama complicata nello sviluppo dei fatti, esposti in sequenza cronologica con un ritmo che non lascia un attimo di tregua e regalando tante scene madre.

domenica 18 aprile 2021

Necro Files


Titolo: Necro Files
Regia: Matt Jaissle
Anno: 1997
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Uno spietato serial killer/necrofilo viene ucciso da un poliziotto schizoide, mentre eseguiva atti di cannibalismo sulla sua ultima vittima. Nove mesi dopo una setta di satanisti esegue un macabro rituale, nei pressi della tomba del maniaco omicida…
 
Necro Files nel suo cercare di non prendersi mai sul serio è una piacevole sorpresa girata con due lire. Trash, violento, sadico, necrofilo, torture, cannibal, slasher, splatter, sboccato, con scene di sesso e di droga senza farsi mancare sette sataniche piene di idioti che idolatrano divinità a caso.
Insomma Jaissle che non aveva niente da perdere, avrà visto i fasti della Troma, scopiazzato qualcosina da Buttgereit e Schnaas e così si è detto: facciamo un film erotico dove inserisco uno zombie con un fallo gigante e altre stramberie dove la palma d'oro la vince il bambolotto volante che con un verso agghiacciante insegue le sue vittime per ucciderle.
Si passa dal non sense generale a momenti di ilarità e risate sguaiate per un film bifolco e stupido talmente assurdo e brutto da diventare sublime ma che dalla sua vale molto di pù di centinaia di pellicole sugli zombie viste e riviste.
Qui il tasso di idiozia è ai livelli massimi, il livello di sciatteria è ai fasti così come la demenzialità che travolge tutto il resto facendo succedere cose senza un perchè che le giustifichi. Gente muore a caso e non si capisce bene l'obbiettivo o il percorso dello zombie.
Alcuni spoiler sulla trama: a cadere vittima della sua follia omicida -seguita a stupro- sono, nell'ordine: una coppia intenta a praticare sadomaso; un'altra alloggiata in tenda dove lei non la vuole dare al suo ragazzo che scappa via; una giovane ragazza che si diletta a sodomizzare (con enorme dildo) una bambola gonfiabile. E proprio la bambola attira l'attenzione del mostro, che se ne innamora. Peccato che dal cimitero, il corpicino del feto sacrificato, vendicativo e volante, si metta alla ricerca dello zombi, raggiungendolo per poi sgonfiare, con un morso ben assestato, la bambola. E porre così fine alla romantica love story.

mercoledì 24 marzo 2021

Anaconda


Titolo: Anaconda
Regia: Luis Llosa
Anno: 1997
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Una spedizione va in Africa per un documentario. Ma ecco che arriva un serpente abnorme che cambia tutti i programmi.
 
Per quanto concerne il filone beast movie sui serpenti, Anaconda vanta sicuramente di essere uno dei prodotti commerciali d'intrattenimento e azione più interessanti della filmografia di genere.
Un budget interessante, attori lanciatissimi, una trama funzionale e una location affascinante.
Anaconda funziona bene perchè nonostante la bestia in questione gioca al meglio il suo ruolo rivelandosi uno dei più efferati cacciatori della sua stirpe, dall'altra parte l'uomo, il forestiero ma anche gli interessi di alcuni gregari trasformano i personaggi come i peggiori mammiferi sulla terra.
Un b-movie che si scontra con tribù indigene, archeologia, antropologia, azione, avventura, horror, thriller; il tutto contaminato abbastanza bene dove il solito ritmo lascia da parte alcuni tempi della narrazione, lasciando sospesa l'incredulità in alcune scene evidentemente esagerate ma che servono in termini di show business. Ciò che funziona è il connubio che si rifà ai classici dove la troupe sonda luoghi esotici e l'avventura traspare molto, come accadeva per alcuni precursori del genere. Senza contare che l'animatronic in questione è davvero realizzato bene così come i suoi attacchi in particolare quello a danno del dottore che provando a lanciarsi da una cascata viene preso al volo dal rettile e stritolato.

martedì 12 gennaio 2021

Relic(1997)


Titolo: Relic(1997)
Regia: Peter Hyams
Anno: 1997
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

La biologa Margo Green e il tenente di polizia Vincent D'Agosta devono affrontare e sconfiggere una spaventosa creatura giunta dall'Amazzonia, che compie delitti sanguinari dentro un grande Museo di Storia Naturale, nel corso della sua pomposa inaugurazione, alla presenza di tante autorità cittadine. Come sarà possibile vincere questo mostro, il cui DNA è impazzito?

I film di mostri vanno visti tutti. Seppur con dei difetti enormi come in questo caso un b movie con un buon budget ma tradotto in una messa in scena spesso incerta e con alcuni momenti di noia infinita. Hyams è un buon mestierante che ha saputo tirare fuori dal cappello trashate immani e film molto interessanti come Atmosfera Zero. Il film dalla sua sfrutta un'idea niente male e il mostro via via cresce diventando quella creatura che purtroppo vediamo in una lunga scena solo nel finale all'interno del museo. Eppure la suspance, l'indagine, i corpi sventrati, l'analisi scientifica dove Margo chiederà aiuto al suo mentore e il finale tra fogne e una suggestiva scenografia (nel museo per l'appunto) riesce perlomeno a mantenere costante il ritmo seppur alcune leziose lacune nei dialoghi e in alcune scene piuttosto lente per la struttura narrativa del film

domenica 11 ottobre 2020

Sbirro tuttofare


Titolo: Sbirro tuttofare
Regia: Thomas Carter
Anno: 1997
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

Un poliziotto specializzato nelle trattative con i criminali che non possono sfuggire dal luogo in cui hanno commesso un crimine e il suo ultimo "caso".

Eddie Murphy come negoziatore della polizia ancora mancava. E' nonostante la verve comica ma anche drammatica del protagonista che sa essere cazzuto al punto giusto quando vuole, non basta per un film scritto in maniera approssimativa dove sembrano doverosamente ricalcati gli stereotipi di genere per una storia che non riesce mai ad essere convincente o perlomeno a cercare quel guizzo di scrittura in più inserendo un buon colpo di scena.
A parte Michael Wincott a fare il cattivo, l'aspetto migliore, il film cerca di salvarsi in corner con scene d'azione come quella iniziale dopo la trattativa andata a male. Scott Roper lavora in coppia con Michael Rapaport un attore incredibilmente insopportabile e tutte le vicissitudini nel dipartimento con i superiori sembrano un copia incolla di qualsiasi poliziesco. Ridateci Axel Foley

domenica 8 marzo 2020

Deep Rising


Titolo: Deep Rising
Regia: Stephen Sommers
Anno: 1997
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Un gruppo di mercenari raggiunge, in alto mare, la nave da crociera Argonautica, messa in avaria da un complice per permettere loro di derubare i passeggeri, ma trova solo cadaveri ed un orrendo mostro marino.

Amo i b-movie. I film poi con i mostri e soprattutto quelli acquatici sono sempre in prima linea anche quando sai benissimo che ad attenderti sarà una trashata.
Quando però ti rendi conto che tra i tanti difetti di Sommers (il quale era pure partito bene poi si è perso) il pregio in questo caso è stato riuscire a mettere in scena creature tentacolose che ti succhiano i liquidi del corpo bevendoti vivo e quindi non stavo nella pelle soprattutto contando che mostra le creature solo a metà film per creare un po’ di atmosfera prima e far conoscere i personaggi e la trama scontatissima.
Deep Rising è la perfetta via di mezzo. Un film con budget, attori dignitosi, una buona messa in scena, mostri tentacolari che fanno quello che possono per l’anno di uscita (Rob Bottin era sul pezzo ormai da tempo) e dialoghi cazzari e situazioni stereotipate che aderiscono pienamente all’action d’assedio.
Un film che mostra una sola scena se vogliamo di paura, trova l’intesa tra la Bella (Famke Jansenn) e la Bestia (Treat Williams) due attori che mi stanno simpatici perché protagonisti di due cult Faculty (ad oggi secondo me il miglior film di Rodriguez) e Sbirri oltre la vita.
A quel tempo andava molto di moda la trama per cui mercenari cattivi alla fine trovassero un male indecifrabile e si schierassero con i buoni per combattere i mostri.
Sommers che non è mai da prendere sul serio, è riuscito a creare quel miscuglio dove si spara, ci si azzuffa, molti inseguimenti, storiella d’amore, massacri a volontà, toni da maschio alfa e dialoghi scritti da un bimbo o improvvisati, zero colpi di scena e un finale che si difende bene esagerando come sempre troppo.
Deep Rising è uno di quei film che guardi mentre ti leggi Dead Sea di Tim Curran, contando che il primo è puro intrattenimento, un giocattolone, mentre il romanzo sulle creature tentacolari è di una serietà mostruosa.

venerdì 14 giugno 2019

Quinto Elemento

Titolo: Quinto Elemento
Regia: Luc Besson
Anno: 1997
Paese: Francia
Giudizio: 4/5

New York, XXIII secolo: Korben Dallas è un ex soldato che ha abbandonato le armi e lavora come tassista. La sua banale esistenza subisce una svolta quando nella sua vettura piomba una giovane donna, Leeloo, che parla una lingua sconosciuta: la ragazza si rivelerà essere una pedina fondamentale per l'equilibrio e le sorti dell'universo.

Prima ancora dell'esistenza dei live action, quando si pensa al film che meglio ha sposato il fumetto e il cinema sci fi, la risposta per tutti coloro che vogliono godere appieno del cinema come mezzo di puro intrattenimento non può che essere IL QUINTO ELEMENTO
Un film decisamente esagerato, eccessivo, che non sembra fermarsi mai, anzi, spingendo il più possibile via via che la narrazione procede in una visione a tratti eccessiva con l'unica funzione di portarti al collasso. Un film che se ne frega di tutte le regole oltre l'ennesima potenza dove Willis poteva tornare ad essere il bad guy di sempre e la Jovovivh dimostrava di essere la Dea in terra più figa che il cinema avesse mai contemplato.
Un film che omaggia cinema e letteratura, musiche e mode, spazia tra universi differenti, sfoggia una galleria di personaggi fantastici e poi riesce al contempo a creare una storia d'amore e il messaggino furbo ed ecologista per salvare il pianeta e l'universo. In più abbiamo il Villain più forte e cazzuto dell'universo cinematografico (Il Nulla della STORIA INFINITA), un'entità imbattibile, scavalcando il buon lavoro condotto per l'ennesima volta da una delle maschere più geniali del cinema ovvero Gary Oldman che anche in questo caso come LEON ricicla un villain cattivo.
Un film che rispetto all'accozzaglia di mega blockbuster che stanno uscendo negli ultimi anni aveva delle pretenziosità e una spocchia niente male, banalmente per il semplice fatto che il cinema francese, uno da sempre dei più importanti al mondo, non aveva nessuna forte tradizione di cinema sci fi alle spalle, ma solo la voglia e il talento ma diciamolo pure, l'arroganza e l'orgoglio di un regista che ha creato un suo mondo fatto di numerosissimi accessori per lo più saccheggiati proprio dalla settima arte.
Besson dopo NIKITA e LEON non doveva dimostrare più nulla beccandosi 90 milioni che fino a quel momento in Europa erano il budget più alto mai visto. Breve storia felice. Alla Gaumont andò bene, il film incassò parecchio, praticamente ovunque nel mondo.
Besson ci ha messo davvero tutto in questa esplosiva forma d'arte e d'intrattenimento stupendo come meglio poteva e sforzandosi fino all'ultimo con invenzioni nuove, cimentandosi e andando al cuore del bisogno godereccio dello spettatore, ovvero promuovendo l'azione e l'atmosfera e lasciandosi alle spalle struttura e verosimiglianza che fin da subito sappiamo essere presi molto alla lontana con tanti dialoghi per fortuna non esageratamente epici, tanta ironia e per finire alcune metafore mica da ridere



domenica 9 dicembre 2018

Orgazmo


Titolo: Orgazmo
Regia: Trey Parker
Anno: 1997
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Joe Yung (interpretato dallo stesso regista) è un mormone che fa proseliti a Hollywood. Durante uno dei suoi sermoni incontra MaXXX Orbison un produttore di film porno ed inizia a lavorare per lui come attore. Interpreterà Orgazmo, un super-eroe dotato di un super raggio laser capace di provocare, appunto, l'orgasmo!

Trey Parker è sempre stato un provocatore nato.
La saga di South Park e gli ultimi suoi lavori come Team America hanno sempre cercato di prendere in giro lo spirito patriottico americano e tutti i suoi bei conservatori.
Per essere una commedia ironica riesce bene a mantenere un ritmo costante in grado di dissacrare quanto più possibile sfruttando come è solito da parte dell'outsider americano il fenomeno religioso come contro altare alla vena provocante (in questo caso i mormoni)

Gag e puro stile trash per un film molto indie, molto semplice e senza troppe pretese, un'occasione per cimentarsi dietro al macchina da presa scrivendo anche soggetto e sceneggiatura ed elaborando già diverse tematiche che andrà ad ampliare assieme a Matt Stone in seguito come la provocazione ai fondamentalismi religiosi, la sessualità disinibita, e poi le musiche, molte delle quali composte dallo stesso Parker

giovedì 23 marzo 2017

Alien 4

Titolo: Alien 4
Regia: Jean-Pierre Jeunet
Anno: 1997
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Quarto episodio della storia di Sigourney-Ripley. Nella base spaziale di Auriga si sperimenta la clonazione. Alcuni tentativi riescono, altri no. Ripley ce la fa, viene resuscitata e riprende la sua missione di difesa del genere umano dagli alieni. Con dramma altissimo, perché lei, si sa, umana non è. Gli sceneggiatori si sono sforzati di proporre qualcosa di nuovo. Vedremo un quinto salto mortale?

Jeunet non ha bisogno di presentazioni così come non ha bisogno di presentazioni una delle saghe più famose della fantascienza che a dispetto di altre non è stata brutalizzata con i vari e indecenti sequel.
Jeunet sa il fatto suo e la sua messa in scena è sempre riconoscibile così come la scenografia che in questo caso ricorda per alcuni aspetti LA CITTA'DEI BAMBINI PERDUTI soprattutto nelle scene all'interno dei laboratori. Il risultato non è eccellente come i primi due capitoli (ALIENS di Cameron rimane per ora il mio preferito), ma essendo decisamente più action e tamarro degli altri capitoli, una sorta di b-movie sul genere, rimane un prodotto validissimo con diverse scene originali e un ritmo forsennato che non lascia momenti morti nella narrazione.
Spiega e critica gli orrori sugli esperimenti umani (eccellente la sequenza in cui Ripley incendia i cloni incompleti sottolineando la mostruosità di queste pratiche scientifiche), critica la scienza come sostituto di dio per creare esperimenti di laboratorio che si ribellano all'uomo, mostra come nonostante la tecnologia le macchine non siano in grado di intrappolare l'alieno e infine tanti altri elementi.
Il cast è ottimo, alcune scene come Ripley che si lascia avvolgere dalla Grande Madre Aliena (aka la Regina) è una signora scena così come tutta la parte action dall'inseguimento sott'acqua fino alla morte di Christie.
E'un film che nella sua apparente ripetitività a differenza di altri film riesce a cogliere diversi spunti e segnali per riuscire ad essere incisivo e con un'atmosfera che riesce ad aderire bene ai risvolti della trama e a rendere ancora più carichi di significato i colpi di scena.
La storia scritta da Joss Whedon si rivela ancora una volta una garanzia di alto livello per un estimatore della narrativa fantastica, distopica e post-contemporanea.
Il finale dopo il sacrificio del Capo Espiatorio diventa davvero crudo e viscerale...un'altra cosa è il linguaggio e la caratterizzazione dei personaggi che rendono come dicevo il film scoppiettante quanto volgare, pur non essendo mai superficiale ma anzi volendo forse dire che in fondo usare un linguaggio volgare non fa che dimostrare che a distanza di 200 anni il genere umano non è cambiato.



martedì 17 gennaio 2017

Starship Troopers

Titolo: Starship Troopers
Regia: Paul Verhoeven
Anno: 1997
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Tratto dal romanzo di Robert Heinlein. In un futuro dove regnano ordine e disciplina grazie a truppe superaddestrate, arrivano i soliti alieni terrificanti dalla forma di immensi insetti. Ecco che i "fanti dello spazio" possono mettere in campo tutta la loro preparazione. Solita indigestione di effetti speciali col solito "pizzico di ironia" che dovrebbe essere un valore aggiunto ed è invece un valore tolto. Nessun "nome", tutti giovani e muscolosi.

Starship Troopers è il tipico giocattolone sugli alieni che dato in mano a chiunque ne avrebbe sancito una sconfitta totale o meglio qualcosa di puro intrattenimento da dimenticare dopo poche ore.
Qui in cattedra abbiamo Verhoeven, un veterano e "precursore"di un certo tipo di sci-fi, ovvero uno dei registi più imprevedibili, singolari, affascinanti e anticonformisti di quel periodo.
Cosa fa il nostro buon regista facendo un collegamento con Dante per il suo film SMALL SOLDIERS sui giocattoli. Crea un'apparente dimensione ludica fracassona per arrivare invece ad una critica potente che non risparmia nessuno. Mentre però Dante usava l'astuzia prendendo i giocattoli come critica alle multinazionali, qui Verhoeven gioca molto più sporco e spinge la marcia con dosi di violenza e sangue incredibili.
Critica alla guerra, alla propaganda, come valore e bene supremo per i soldati, la fanteria è metafora della carneficina voluta dall'alto, i soldati non possono che essere automi e gregari che credono in un'ideale che non ha niente a che vedere con loro. Ho apprezzato la scelta di usare attori "sconosciuti" e bellocci dove l'immedesimazione è praticamente impossibile vista l'idiozia e la pochezza di valori, soprattutto se contiamo che nel romanzo erano filippini mentre qui il regista si prende gioco ancor di più mettendo rampolli bellocci Usa. Per chi fare allora il tifo: gli insetti è vero che fanno schifo, ma gli yankee idioti colonizzatori che conquistano di certo non fanno bella figura, soprattutto quando la disfatta arriva nel momento in cui l'esercito senza tattiche si muove alla ceca in terra straniera...più palese di così.
E poi il sangue, la carneficina, i mostri fatti benissimo e fortissimi che non cadono al primo sparo in cui non possiamo dimenticare il mostro finale che cuccia letteralmnete il cervello dai soldati per scoprire i piani del nemico. L'assenza del politicamente corretto creando questa grossa metafora in cui viene criticata l'amministrazione del governo americano degli ultimi tren'anni grazie ad un regista olandese che sembra prendersi la sua rivincita in terra straniera.
Verhoeven ha cambiato profondamente la fantascienza fracassona degli anni '90 con tre film importantissimi dove a parte questo dobbiamo citare per forza ATTO DI FORZA e ROBOCOP.


sabato 14 settembre 2013

Mimic

Titolo: Mimic
Regia: Guillermo Del Toro
Anno: 1997
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Una vecchia leggenda metropolitana narrava di un alligatore albino nella fogna e negli anfratti della subway newyorchese. Esattamente quello che succede, questa volta sul serio, nella metropolitana che si popola di insettoni giganteschi, creati da un esperimento genetico. La responsabile è una scienziata che, con una ""pattuglia eroica"" variamente assortita deve lottare con i famelici scarafaggi, il cui potere principale è quello del mimetismo

Se con mimetismo si intende la capacità di ingannare un predatore, imitando altri esseri viventi che possano incutere timore per la loro pericolosità, l'horror di Guillermo Del Toro, allora con i suoi pochi mezzi e un cast eterogeneo fa quello che può.
Interessante sia nella sua struttura, solo nella metà perde ritmo e azione, e anche nella sua variabile nonchè ipotetica spiegazione scientifica. Trattandosi di insetti geneticamente modificati, quello che il regista fa e creare delle analogie tra insetto e umano davvero prelibate come nella scena in cui la protagonista nella metro entra in contatto con una di loro sotto mentite spoglie.
La componente urbana composta per lo più di fogne e la location principale inquadrando bene lo spazio in cui il regista si muove senza mai richiamare all'ordine troppa gente ma invece concentrandosi sempre su pochi personaggi.
Un b-movie che è tanto servito al regista prima di muoversi su altri orizzonti per poter sperimenatre e specializzarsi meglio sui mostri.
Del Toro mentre lavorava sugli insetti era così preso che la Sorvino gli chiese per chi facesse il tifo se per gli insetti o gli umani. Il messicano sorride

giovedì 17 gennaio 2013

Spawn



Titolo: Spawn
Regia: Mark A.Z.Dippè
Anno: 1997
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Cinque anni dopo essere stato assassinato dai colleghi dei servizi segreti americani, Al Simmons fa un patto con il diavolo per tornare sulla terra e rivedere Wanda, la donna della sua vita. Al risorge nelle vesti di Spawn, un cavaliere delle tenebre dal volto sfigurato con il compito di guidare l'armata del demonio nella distruzione della razza umana.

Spawn purtroppo non è venuto granché bene. A me sinceramente non è dispiaciuto del tutto perché trovo che sia a tutti gli effetti una pellicola trash e selvaggiamente weird.
Numerosissimo limiti di budget e ovviamente di effetti in c.g incidono sull’inevitabile destino di questa pellicola. Contando poi che Spawn è stato uno dei fumetti più letti e venduti al mondo allora le aspettative da parte di tutto il fan club erano davvero alte.
Effettivamente al di là del fatto che il mestiere insegna che se una cosa non si può fare è meglio che non venga gatta e così vale per l’arcinemico Malebolgia mentre si salva in extremis Violator con un sempre bravo Leguizamo, forse anche l’unico che si salva di un cast sbagliato in partenza.
Il problema poi dell’adattamento dal fumetto di Todd McFarlane è quello di aver voluto buttare troppa carne al fuoco, aver infilato poi un marmocchio fastidioso e facendo sembrare Spawn un lebbroso.
Spawn è uno di quegli esempi di b-movie ignorati da tutti e insultato e maledetto, eppure non lo so quando mi è capitato di vederlo ho riso e sorriso per la miriade di cazzate del quale il film è totalmente pervaso.



lunedì 24 dicembre 2012

Men in Black


Titolo: Men in Black
Regia: Barry Sonnenfeld
Anno: 1997
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Dal 1963 gli extraterrestri sono tra noi: sbarcano clandestinamente, assumono sembianze umane e i più s'integrano pacificamente. Nessuno lo sa, tranne il governo degli USA che ha costituito una sezione speciale per il controllo dell'immigrazione. Ne fanno parte il bianco K (Jones) e il nero J (Smith) che danno la caccia a un malvagio scarafaggione alto tre metri infilatosi nel corpo di un contadino-camionista

Gli uomini in nero in realtà dovrebbero far paura. Basta leggere il libro di John Keel “The Mothman Project” per farsi un’idea su come gli agenti investigativi e non appaiano assolutamente fedeli alla dura linea conservatrice americana.
Sonnenfeld fa qualcos’altro, smontando i cardini di queste apparenti e rigide icone, facendole invece apparire come agenti segreti che riescono in un qualche modo a risultare comici nella loro caratterizzazione e nella loro freddezza.
Come sempre c’è quello serio e quello che viene messo alla prova e appare più idiota.
Man in Black è la prova che anche alcuni giocattoli posso risultare funzionali e ottimi prodotti d’intrattenimento. Miscelando bene spy story, fantascienza, azione e comicità, Sonnenfeld, autore della trilogia e dei due film LA FAMIGLIA ADDAMS, riesce a far convergere tutto un corollario di fattori abbastanza originali contando che una contaminazione del genere ancora non si era vista.
Attraversando anche la parodia, il film è molto azzeccato nella scelta dei personaggi, del modus operandi, degli antagonisti, dei sorprendenti effetti speciali in c.g e tutto il resto.
Senza prendersi mai sul serio, è su questo che il film ottiene il maggior risultato, Man in Black esalta la sua spinta action sfruttando la paura ancora intrinseca in buona parte del popolo yankee su tutti quei misteri che partono dagli ufo per arrivare a qualsiasi tipo di mutazione, mostri e quant’altro.

venerdì 18 maggio 2012

Cop Land


Titolo: Cop Land
Regia:  James Mangold
Anno: 1997
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Nella tranquilla cittadina di Garrison, abitata per la maggior parte da poliziotti, lo sceriffo Freddy Halfin, riesaminando un vecchio caso scopre che un poliziotto dato per morto in realtà non lo é..

In Cop Land Stallone è grasso, apparentemente stupito, tardo e sordo da un orecchio. Bastano già solo tutte queste componenti a mettere in difficoltà la recitazione di un super-colosso dei muscoli e dunque vedere che piega prenderà il suo personaggio, peraltro il protagonista della vicenda.
In realtà il risultato è meno deludente del previsto.
Mangold è abituato ad avere un cast stellare e riesce a gestire gli attori con molta scioltezza dimostrando una certa versatilità soprattutto quando ci sono di mezzo colossi non ancora sputtanati come De Niro e Keitel e soprattutto contando che è al suo secondo film.
Il punto di forza di questa pellicola è la costruzione della storia nella sua interezza.
Un film con una trama lineare che si sposa bene sulla scelta dei personaggi e approfondisce i dialoghi, la caratterizzazione e la psicologia. E già questo è il segnale che da un certo tono alla pellicola senza lesinare sull’azione e senza farne diventare un’icona senza senso. Sembra quasi di assistere ad un western urbano fatto di intrighi e misteri, di detti e non detti. Per alcuni aspetti MYSTIC RIVER lo ricorda e non poco.

lunedì 22 agosto 2011

Night Flier


Titolo Night Flier
Regia: Mark Pavia
Anno: 1997
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Un aviatore notturno semina il panico lasciando una scia di cadaveri nei piccoli aeroporti nei dintorni di Washington. Un giornalista di "Inside View" viene incaricato di seguirne le gesta e scrivere un articolo su di lui. Ben presto però si accorgerà che non si tratta di un serial killer ma di un essere che sembra essere uscito dagli inferi.

Ricordo di aver visto il volatore notturno quando uscì al cinema quindici anni fa e forse era stato uno di quei momenti in cui capii subito che l’horror mi trasmetteva delle sensazioni e delle paure di cui non potevo fare a meno. Tralasciando i ricordi, menziono questo tra i film più riusciti delle trasposizioni dei libri dell’immenso King. Il perché si potrebbe semplicemente tradurre con l’atmosfera molto dark e cupa, notturna e piovosa che trasmetteva una suspance che potevi tranquillamente affettare con un coltello e degli attori che ci credevano ingaggiando una sfida tra giornalisti inquietante quanto morbosa, mostrando come alcuni di loro siano assolutamente senza scrupoli e quindi sviluppando una critica feroce verso un certo tipo di giornalismo spietato.
Un film che partiva come una sorta di thriller-giallo per poi svilupparsi, certo con i suoi tempi, verso l’horror con alcune pregevoli scene macabre.
L’idea poi di scomodare un signor vampiro brutto e deforme capace come Proteo di cambiare aspetto potrebbe fare storcere il naso a parecchi amanti di questa leggendaria figura che da sempre ha appassionato letteratura e cinema ma in questo caso è caratterizzato in maniera alquanto atipica,diventando  l’elemento mancante che chiude un puzzle di inaspettata bellezza.
Pochi dialoghi, fotografia cupa, un vampiro anomalo per i comportamenti che siamo abituati a vedere da parte di registi più estrosi e Miguel Ferrer che con quella sua faccia da cazzo riesce a rendere verosimile il suo giornalista che per mettere mano su una notizia calda non disdegna di scendere nell’inferno che in questo caso è una continua lista di morti che non resuscitano per diventare altri succhiasangue.
Un film su cui andrebbe spezzata una lancia a favore soprattutto scandagliando le derive psicologiche su cui il film ruota e su cui alla fine si arriva ad un passo dalla sintesi perfetta della follia umana.
Per essere stato il ’97 il film è passato in sordina e quasi nessuno al tempo se l’era lontanamente inculato a parte la classica sfilza di fan e appassionati del genere.

martedì 22 marzo 2011

Mortal Kombat 2-Distruzione totale

Titolo: Mortal Kombat 2-Distruzione totale
Regia: John R.Leonetti
Anno: 1997
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

Rayden e i suoi guerrieri hanno appena sconfitto il male e salvato la terra, ma la pace non è destinata a durare e Shao-Kahn dichiarerà guerra all'umanità infrangendo le regole del Mortal Kombat…

Dopo il convincente primo capitolo di uno dei videogiochi picchiaduro più famosi della storia, Paul Anderson lascia la regia a Leonetti il cui nome dice tutto che occupandosi di sequel ha diretto un'immonda cazzata di nome THE BUTTERFLY EFFECT 2. Il successo di botteghino del primo capitolo e l'esigenza dei fan a fatto si che la produzione prendesse subito il via con il secondo capitolo che inizia esattamente da dove finisce il primo.
Stiamo sondando il trash totale nel senso che il budget non è quello del primo capitolo e si vede dall'inizio, qualche attore è rimasto mentre altri come Lambert hanno deragliato il progetto.
Ed è proprio la regia a cercare di dare il massimo possibile senza rispettare la storia originale del fumetto e puntandpo tutto su esplosioni, alcune davvero ingiustificate, combattimenti volanti e dialoghi da sala giochi. Come film d'intrattenimento trash funziona eccome contando che Leonetti ha voluto inserire più personaggi possibili anche solo per una manciata di secondi e far resuscitare alcuni del primo.
Rimanendo sulla saga tutti i fan puntano i riflettori sulla possibilità di vedere dopo il corto REBIRTH il film che Tancharoen ha scritto ma che aspetta di trovare qualche produzione che lo sostenga. Il corto è fantastico è potrebbe rilanciare la saga contando che qui appaiono sfumature noir e alcuni personaggi vendono finalmente caratterizzati a dovere.

Double Team

Titolo: Double Team
Regia: Tsui Hark
Anno: 1997
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

Per sconfiggere il malvagio e imprendibile Stavros che, dopo averlo gravemente ferito, gli seduce la moglie e gli sequestra il figlioletto, Jack Quinn, agente dell'antiterrorismo USA, si allea con Yaz, bizzarro inventore e trafficante d'armi.

Alle volte si sa alcuni ottimi registi per fame, per restituire dei favori, per ottenere visibilità o incentivi si danno a prodotti plastici senza un’anima saldati da qualche sceneggiatore scriteriato. E’ il caso della pellicola in questione, un action-movie a tutti gli effetti, che confeziona come se fosse un videoclip una cozzaglia di scene d’azione abbastanza scontate con una coppia di attori che non funziona per niente. Così mentre Van Damme alza una vasca da bagno ci si consola a vedere qualche goccia di astuzia in alcune trovate come l'isola degli agenti in pensione e la prigione-purgatorio per morti viventi



Spawn

Titolo: Spawn
Regia: Mark Dippè
Anno: 1997
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

Ucciso dal suo potente capo, un agente speciale fa un patto col diavolo affinché lo riporti in vita. Rinato come Spawn, capo delle forze del male e dall'aspetto mostruoso, deve distruggere la Terra. Il guerriero ritorna dalle tenebre: ora anche le forze del male hanno paura. Ma quando si rende conto che è caduto in un tranello, è ormai troppo tardi per tornare indietro.

Spawn è quasi un film inguardabile. Una boiata con effetti speciali da sala giochi ai livelli di Mario Bros e le tartarughe ninja.
Il film al di là del fatto che si discosta dal fumetto di Todd Farlane poteva comunque essere uno spunto con un personaggio interessante nella sua complessità, ma il regista punta su un’unica direzione decisamente esagerata nella messa in scena e nei contenuti.
Tralasciando i personaggi a cui solo il pagliaccio e Leguizano sembrano perfettamente immedesimarsi il resto è fuori da ogni binario e a parte rendersi involontariamente comico per le assurdità diventa per assurdo una parodia trash a cui sembra quasi impossibile sottrarsi almeno una volta.
Un film che non regge negli effetti speciali ma anche nella tematica che viene cestinata dal regista dopo poco.
Non mi stupisce che il regista tal Mark A.Z. Dippè sia scomparso dalla circolazione. Se non sono stati i produttori a cestinarlo sono stati i fan del fumetto.
Sul finale poi non mi pronuncio.
Comunque a parte i dettagli tecnici e le incompatibilità il film rimane dignitoso come film trash.

lunedì 21 marzo 2011

Boogie Nights - L'altra Hollywood

Titolo: Boogie Nights - L'altra Hollywood
Regia: Paul Thomas Anderson
Anno: 1997
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Nel 1977 Jack Horner (B. Reynolds), affermato regista di pornofilm, scopre il diciassettenne Eddie Adams (M. Wahlberg) che, con il nome di Dirk Diggler, riscuote subito un grande successo. Due anni dopo un tragico fatto di sangue all'interno della famiglia allargata, che fa capo a Horner e alla sua casa di produzione, segna l'inizio della decadenza dell'industria dell'hard core (con conseguente passaggio al video) e dello stesso Diggler, accelerata dalla cocaina.

Davvero buono questo secondo film del promettente regista americano.
Il film sceglie la strada dei retroscena, di tutto quello che si respira e ruota attorno al successo, di personaggi paralizzati dalla cocaina, feste che non finiscono mai, un ottimismo e una libertà che fa dello spaesato dandy uno sguardo e al contempo stesso una critica al successo, al denaro e alla discesa del beniamino costretto a vendere il suo corpo come unico strumento per campare.
Mercificazione del corpo? Scegli la strada del porno…