Titolo: Kuso
Regia: Flying Lotus
Anno: 2017
Paese: Usa
Festival: 35°Torino Film Festival
Giudizio: 3/5
Flying Lotus, musicista e rapper
californiano, debutta con un film che non mancherà di far scalpore.
In una Los Angeles post-Big One, seguiamo le vite parallele di alcuni
sopravvissuti, tra insetti giganteschi e da incubo, decomposizioni
organiche, ossessioni scatologiche, mutilazioni genitali. Un body
horror ossessionato dalla pop art, che cita, ingloba, digerisce ed
espelle il cinema di Cronenberg, Tsukamoto, Korine, Švankmajer, i
Quay Brothers.
Notte horror al Torino Film
Festival.
Quello che avviene in Kuso si può riassumere più o meno così: Los Angeles. Una ragazza afroamericana strozza il proprio fidanzato ricoperto di pustole e poi gli spalma lo sperma sul viso. Un uomo deforme affetto da una grave patologia gastrointestinale viene umiliato a scuola, scappa e incontra una creatura boschiva composta da un ano e una lingua. La nutre con le proprie feci, facendole crescere una testa. Una bionda con dermatite seborroica scopre di essere incinta, ma i suoi due amici a forma di televisori pelosi le strappano il feto (e se lo fumano). Una donna orientale striscia in una fogna cibandosi di insetti quando viene risucchiata in un universo psichedelico. Il dottor George Clinton alias il cantante dei Funkadelic defeca una scolopendra grande come un’astice su un paziente del suo studio medico. Tutto ciò è la conseguenza di un terremoto che si è abbattuto sulla California, a quanto pare.
Quello che avviene in Kuso si può riassumere più o meno così: Los Angeles. Una ragazza afroamericana strozza il proprio fidanzato ricoperto di pustole e poi gli spalma lo sperma sul viso. Un uomo deforme affetto da una grave patologia gastrointestinale viene umiliato a scuola, scappa e incontra una creatura boschiva composta da un ano e una lingua. La nutre con le proprie feci, facendole crescere una testa. Una bionda con dermatite seborroica scopre di essere incinta, ma i suoi due amici a forma di televisori pelosi le strappano il feto (e se lo fumano). Una donna orientale striscia in una fogna cibandosi di insetti quando viene risucchiata in un universo psichedelico. Il dottor George Clinton alias il cantante dei Funkadelic defeca una scolopendra grande come un’astice su un paziente del suo studio medico. Tutto ciò è la conseguenza di un terremoto che si è abbattuto sulla California, a quanto pare.
Kuso sin dalle prime inquadrature e
dall'orrore (anche se è più lo schifo che genera) mi ha ricordato
un altro film malato agli stessi livelli se non di più ovvero Where
the dead go to die.
Di nuovo un artista come nel film
sopracitato che si interessa alla settima arte con un susseguirsi di
scene, gag, vignette, tutte molto sinistre e macabre finalizzate a
dare peso e consistenza a tutto lo schifo e lo squallore che
cerchiamo di non vedere. Mascheroni, tute, make-up esageratissimo,
scene raccapriccianti e grottesche con guizzi gore e una visceralità
di fondo che da quell'inquietudine finale ad un film strano,
complesso, singolare, sperimentale, scomodo e politicamente
scorretto, ma più di tutto fine a se stesso, un esercizio di stile
auto celebrativo come nuovo maniaco della psiche.
Un film per pochi disegnato da chi non
vuole piacere alla massa (direi che su questo non c'è bisogno di
stare a dilungarsi) sapendo bene di rischiare di essere mal
interpretato soprattutto nel senso e negli intenti con si muovono
alcuni personaggi e nella fattispecie alcuni intenti.
Kuso è un “contenitore
di immagini estremamente sgradevoli”, una schifezza che striscia
nei liquami più infetti e purulenti e gratta tutto il marcio
peggiore che si possa trovare.
Al Sundance
il pubblico è scappato via...