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venerdì 10 giugno 2011

Air i Breathe


Titolo: Air i Breathe
Regia: Jieho Lee
Anno: 2007
Paese: Messico/Usa
Giudizio: 2/5

Attraverso una serie di intrecciate coincidenze,le vite parallele di quattro differenti personaggi di intrecciano e segnano il destino di ciascuno, nel segno della Felicità, del Piacere, della Sofferenza e dell’Amore, le quattro pietre ancestrali di un antico proverbio cinese sul quale il film è basato.
La felicità segue la storia di un banchiere che ha perso tutto ciò che aveva per aver rapinato una banca.
La tristezza segue la storia di una imprudente pop star che arriva ad un punto turbolento della sua carriera. Il piacere segue la storia di un gangster che non vede un futuro nella sua vita.
L' amore segue la storia di un frenetico dottore che prova disperatamente di salvare la vita di un paziente.

Un antico proverbio cinese impernia l’esistenza umana su quattro emozioni: Felicità,Piacere,Amore e Dolore
Che brutto quando un soggetto e un cast ben nutrito e molto valido sono le parti di un’equazione che non porta da nessuna parte inserendosi nella schiera di quelle migliaia di film che per determinati fattori non c’è l’hanno fatta ad avere il successo che si meritavano.
Usare l’intreccio narrativo e sviluppare storie diverse è una costante del cinema soprattutto di quello americano. Una delle possibili cause potrebbero ricondurre alla regia. A questo Jieho Lee coreano trapiantato negli Usa che probabilmente ha le carte il cast ma si perde cercando di fare il salto troppo lungo a differenza di chi meglio di lui ha saputo giocarsi bene le carte pur rischiando di esagerare e parlo del bellissimo I COME WITH THE RAIN.
La riflessione prendendo in esame l’altro film c’è soprattutto seguendo alcuni elementi come il cast variegato (Whitaker,Bacon,Garcia), la scelta di puntare sulle emozioni mentre Anh-Hung Tran puntava decisamente sui colori differenziando con delle ottime scelte di fotografia i cambi scena.
Il progetto ambizioso di Lee purtoppo deve scontare la pena di avere una sceneggiatura e dei dialoghi davvero indecorosi e di una banalità allucinante merito anche dello stesso Lee che si vede avere più dimestichezza con le macchine e con con le penne e tale Bob DeRosa al suo fianco a fare danni.
Nel finale un’occasione mancata che regala dei bei momenti, alcune storie meritano più di altre, ma poi dopo un po se uno ne ha già visti tanti simili e non si fa catturare come un allocco da qualche romanticheria o qualche scena di violenza il film appare come tanto,tanto fumo ed è un peccato ripeto perché le carte c’erano e forse anche le emozioni.