Titolo: You should have left
Regia: David Koepp
Anno: 2020
Paese: Usa
Giudizio: 3/5
Uno scrittore sta scrivendo la
sceneggiatura del sequel di un film andato molto bene al botteghino.
Per stare tranquillo e poter lavorare senza distrazioni, l'uomo si è
trasferito in una casa isolata sulle Alpi, insieme alla moglie e alla
figlioletta. Ma una serie di strani eventi comincia a minacciare la
sua serenità.
Per un film del genere, Blum credo
abbia fatto la scelta giusta puntando su un autore avvezzo al
thriller psicologico più che all'horror vero e proprio. L'ultima
opera è abbastanza anomala, difficile da catalogare contando che non
appartiene al genere delle case infestate ma unisce dramma
famigliare, unica location, tre attori fatta eccezione qualche breve
comparsa e tutto un gioco sul doppio, sul creare quella parola legata
ad un intruso quando poi la faccenda apparirà molto più complessa e
stratificata. Tra gli ultimi arrivi di sicuro il film di Koepp non è
tra i migliori ma ha diversi pregi come il volersela giocare con una
serie di tasselli scomodi, in cui i giochi della mdp e l'intensa
performance degli attori riesce in un compito arduo e difficile.
Una famiglia disfunzionale e non parlo
della differenza d'età dei genitori, quasi trent'anni, ma per la
mancanza di sentimenti sostituiti dal controllo e dalla possessione,
lasciato tutto in mano a Bacon (sempre in parte anche se leggermente
defilato) al quale viene chiesto di dare quel contributo in più
caricandosi il film sulle spalle come padre schiavo delle proprie
angosce in perenne lotta contro la logica, le deformità del tempo e
la propria schizofrenia che cresce come il senso di colpa legato
all'ipotetico omicidio della ex moglie.