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mercoledì 20 ottobre 2021

Happy new year Colin Burstead


Titolo: Happy new year Colin Burstead
Regia: Ben Weathley
Anno: 2018
Paese: Gran Bretagna
Giudizio: 4/5

Colin Burstead noleggia un maniero d'epoca, di proprietà di un nobile ormai squattrinato, per riunire lì tutta la famiglia e festeggiare l'anno nuovo. Ma la sorella Gini invita David, fratello di Colin messo al bando per le sue malefatte, e le cose si complicano irreparabilmente.
 
Weathley è stato fin dal suo esordio uno dei miei registi contemporanei preferiti con la missione di spiazzarmi completamente con ogni scelta e genere o sotto-genere. E qui con un film che aspettavo da tempo ma che per ragioni balorde mi ha fatto aspettare del tempo per trovare i sottotitoli, arriva finalmente questa perla tutta narrata all'interno di un maniero rappresentando in chiave grottesca la formula di rinchiudere i suoi personaggi in uno spazio limitato per lasciare agire solo i dialoghi, le parole e i sentimenti, nel bene e soprattutto nel male.
Una famiglia allargata, una festa di Capodanno per motivi che come sempre il regista non intende giustificare o lo fa solo in parte (una delle particolarità dei suoi film) numerosi personaggi è un ribaltamento tra quello che dicono e come si comportano lasciando spesso spiazzati nelle scelte, nei tempi e nei modi, nei dialoghi, nelle azioni, e nel sapere infine che invitare alcune persone può diventare una miccia che sicuramente farà esplodere tutti i non detti.
Weathley è famoso per passare da progetti ambiziosi a film tascabili girati con una piccola troupe e con telecamera a mano come lascerà intendere nel bellissimo e commovente ballo finale dove la troupe e Weathley stesso compariranno a fianco degli attori.
E così con un ritmo sempre più serrato, una galleria intensa di personaggi dove alcuni si vedranno solo in alcune scene per poi scomparire o altre invece appariranno solo nel finale, lo spirito puramente british dell'autore non si smentisce nemmeno questa volta con un film sulla famiglia, sui valori che riprende in parte quella tematica iniziata con DOWN TERRACE e che riprende qui in un dramma da camera con cinismo e un umorismo nero tra i vari confronti verbali tra i personaggi.
Un finale poi dove tutto viene ribaltato con l'uscita di scena di Colin e David che invece da pecora nera viene quasi portato in trionfo. Una sola domanda, ma il bambino?