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martedì 21 maggio 2013

Viva l'Italia

Titolo: Viva l’Italia
Regia: Massimiliano Bruno
Anno: 2012
Paese: Italia
Giudizio: 3/5

Il film racconta la storia di un politico, Michele Spagnolo, che in seguito a un grave malore perde i freni inibitori e dice tutto ciò che gli passa per la testa diventando una mina vagante per se stesso e per il suo partito nonché per la sua famiglia. Corrono a salvarlo i suoi tre figli che poco si sopportano tra di loro: Riccardo, medico integerrimo e socialmente impegnato; Susanna, attrice di fiction senza alcun talento, Valerio, buono a nulla che deve tutto al padre. Proprio da qui prende l'avvio il film, una commedia che racconta il bel paese nelle sue tante contraddizioni, senza risparmiare niente e nessuno

Dando a Cesare ciò che è di Cesare bisogna dare a Bruno ciò che si merita. Una sufficienza. Il perché è semplice. Da un lato tutta la critica sulla corruzione, sulla politica, sulle raccomandazioni, sui veri talenti, etc è confezionato in modo lucido e senza troppi giri di parole, dando al film quella realisticità al passo coi tempi che in un periodo come questo, in Italia, pochi si sentono in grado o in dovere di affrontare.
Placido da questo punto di vista è la scelta migliore nel dare piena ecletticità ad un personaggio che tratteggia molti volti noti nella nostra classe politica corrotta. Alcuni monologhi poi in modo spettacolarmente sboccato dicono esattamente la verità su come procedono spesso le cose, dando un vero calcio nel culo a tutti i benpensanti della società.
Dall’altra ci sono le classiche scelte a mio avviso a tratti davvero patetiche di dover sempre enfatizzare i luoghi comuni e il buonismo di fondo di tutte le persone.
La reunion dei tre fratelli, il momento in cui Spagnolo si trova in mezzo ad uno scontro tra poliziotti e manifestanti (davvero inguardabile come scena) e un finale telefonato come pochi sono solo alcuni degli elementi che disturbano e sminuiscono la narrazione.
Tante denunce su tante cose che non vanno bene ma anche una strada sbrigativa e furba di trattare in modo molto lacunoso gli argomenti. Alla fine comunque contando il ritmo, la messa in scena, il cast e alcuni accessori scelti ad hoc, seppur con tanto incoraggiamento, si spera che il cinema di Bruno riesca a fare quel passo in più diventando almeno meno commerciale e un po’ più maturo.