Belfast, 1974. Tre terroristi, con a capo Doirean, hanno appena fatto esplodere un pub dove sono morte sei persone tra cui tre bambini. Durante la fuga si fermano presso la cittadina costiera di Glencolmcille dove vive Finbar Murphy, un uomo dall'oscuro passato che ora conduce un'esistenza tranquilla leggendo libri, andando a cena dalla vicina di casa ed è amico anche del poliziotto locale. In realtà ogni tanto torna in azione e regola vecchi conti in sospeso. Un giorno vede dei lividi sul collo su una bambina del posto, figlia di una donna che lavora nel pub locale. Viene così a scoprire che vicino a loro si sono nascosti i tre terroristi. Fa così di tutto per difendere la comunità locale dalla loro minaccia, anche se dovrà rinunciare a tenere nascosta la sua identità segreta.
L'ultima vendetta è quella di Liam Neeson che ancora una volta abbraccia un progetto analogo a quelli che lo hanno visto protagonista negli ultimi film. Un solitario apparentemente mite in grado di scatenare una furia omicida come pochi al mondo. Il cinema sembra continuare ad avere bisogno di questi vendicatori. Ora se non altro il film è meno impavido e spavaldo dei suoi precedenti.
La storia ha una sua disarmante semplicità ma non cerca nemmeno inutili sensazionalismi rimanendo attaccato ad una colonna sonora tutta irlandese che riesce a dare una sorta di pathos ad alcuni avvenimenti. Il trio dell'Ira potrebbe sembrare abbastanza ridicolo se non fosse per Doirean, una Kerry Condon di cui è inutile ormai stare a sottolineare l'enorme talento, che riesce a caratterizzare molto bene un personaggio di per sè assai già visto.
Anche Neeson se vogliamo è molto più pacato. Le uccisioni fatta eccezione per la sparatoria finale nel pub non sono per fortuna molte e i paesaggi come dicevo assieme alla musica e la drammaticità della Condon sono le vere risorse del film