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lunedì 22 settembre 2014

Apes Revolution-Il pianeta delle scimmie

Titolo: Apes Revolution-Il pianeta delle scimmie
Regia: Matt Reeves
Anno: 2014
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Sono passati dieci anni da quando delle scimmie rese più evolute da un virus confezionato dagli uomini sono evase e hanno combattuto gli esseri umani sul ponte di San Francisco. In questo periodo la razza umana è stata quasi annichilita da quello stesso virus che si è rivelato per loro letale, è rimasta in vita solo una piccola percentuale di persone naturalmente immuni. Dall'altra parte le scimmie, sempre capitanate da Cesare, si sono ritirate nella foresta, hanno creato una loro città, vivono in pace, cacciano e procreano nella convinzione che ormai gli uomini non esistano più. L'incontro tra le due razze (gli uomini devono avere accesso ad una diga vicino al villaggio delle scimmie per poter riottenere l'elettricità) porterà ad una spaccatura tra chi vuole la guerra e chi invece pensa si possa vivere in pace.

Non era impresa facile fare un sequel del primo fortunato reboot del paese delle scimmie. Dimenticando il brutto remake di Burton, Reeves ha dal canto suo una buona verve e alcuni esperimenti interessanti tra cui spicca CLOVERFIELD.
L'elemento più interessante del film, o forse sarebbe meglio parlare di elementi, è proprio il pacchetto tecnico, la fotografia, il montaggio e il ritmo, anche se nel secondo tempo diventa più debole e meno incisiva. Con un cast che sa il fatto suo e un Oldman sempre in ottima forma (anche se su un personaggio che poteva essere meglio caratterizzato) la rivoluzione è prima di tutto quella civile e della coscienza che smuove il protagonista Cesare per tutto l'arco del film, coadiuvato da una performance davvero toccante e minimale di Serkis.
Il clima e la natura sembrano le altre due protagoniste di un'epopea che ha proprio nei silenzi e nelle pause i momenti migliori.
Reeves evidenzia la complessità delle scimmie veicolandole e mettendole di fronte a ciò che resta di un'umanità sempre più azzerata nei valori e in quella che vorrebbe essere una società civile ma che ormai forse è già estinta. E allora la scimmia diventa la metafora di tutto, della consapevolezza, del giudizio, del sacrificio e soprattutto dellAltro culturale che vogliamo e forse abbiamo già rimosso dentro e fuori di noi.