Titolo: Yado
Regia: Richard Fleischer
Anno: 1985
Paese: Usa
Giudizio: 4/5
Gedren è una potente e perfida regina,
che grado a grado sottomette o stermina i sovrani rivali. Sonja, una
atletica principessa unica superstite di una famiglia regale, vuole
vendicarsi dell'eccidio dei suoi e parte in cerca dell'avversaria,
dopo che questa ha rubato nella città di Habloc un prezioso
talismano. Si tratta di una enorme e scintillante pietra verde, il
possesso della quale garantisce quello dell'universo, perché solo
tale pietra, finché starà sepolta nelle viscere della terra, ne
assicura l'equilibrio. Premesso che unicamente mani femminili possono
toccare e conservare il prezioso talismano, Sonja intraprende il suo
viaggio. Aiutata da un baldo, gigantesco cavaliere - Yado - oltre che
da Tarn, il principe bambino della città di Halboc, assistito daL
buffo, ma fedelissimo scudiero Falcon. Le avventure sono numerose e
molteplici i rischi, ma alla fine i quattro arriveranno alla meta,
cioè al castello della perversa regina. Nel duello conclusivo tra le
due donne, Gedren sarà annientata, cadendo nel fuoco sottostante la
sua orgogliosa dimora, il principino ripartirà per ricostruire il
suo regno, il talismano rimarrà fortunatamente nel buio ad evitare
guai per tutti, mentre Yado e Sonja, dopo aver ancora una volta
incrociato i loro spadoni tanto per restare in allenamento,
sospenderanno il duello, per suggellare con il bacio la vittoria
dell'amore.
A WOMAN AND A WARRIOR THAT BECAME A
LEGEND
Fleischer dopo il successo di Conan
il distruttore venne di
nuovo scelto per questa sorta di spin-off su Red Sonja che di fatto
doveva aprire le danze al personaggio di Conan.
In realtà per non offuscare Sonja,
Arnold Schwarzenegger interpretò Kalidor, il potente signore, uguale
in tutto e per tutto a Conan con l'unica differenza è che il mitico
guerriero dalla spada cimmerica era un ladro e Kalidor no.
Il film di Fleischer ha sicuramente
molto fascino pur non regalando quell'epicità che la saga di Conan
aveva espresso molto bene diventando la saga più celebre sull'era
Hyboriana.
Sicuramente il ritmo e l'ironia (anche
se la violenza non manca e la scena d'apertura dove Gedren uccide
tutte le adepte del culto era abbastanza impressionante per l'anno di
uscita) fanno da padroni, le scene di combattimento sono
ipervitaminiche e i mostri fanno la loro figura di certo in quantità
maggiori che non nei film precedenti. Con queste perle del filone
epico-fantasy si chiude una stagione che ha saputo dare il meglio in
queste opere portando ad uno stato di grazia tutte le maestranze che
lavoravano all'interno del film.
Opere nel vero senso della parola che
non perdono ancora quel fascino che le contraddistingueva.
A differenza però di Milius, la
critica che è sempre stata mossa a Fleischer già nel precedente
Conan
il distruttore è quella
di dare tropo spazio riproponendo un'avventura fantastica e una
storia di vendetta piuttosto prevedibile e poco coinvolgente.
Da notare come per quanto concerne la
parte tecnica hanno lavorato nel film diversi italiani. La colonna
sonora di Ennio Morricone riesce a dare epicità alle scene e il
lavoro di scenografia di Danilo Donati è semplicemente meraviglioso.