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domenica 20 marzo 2011

Storie-Racconto incompleto di diversi viaggi.

Titolo: Storie-Racconto incompleto di diversi viaggi.
Regia: Michael Haneke
Anno: 2000
Paese: Francia-Germania-Romania
Giudizio: 4/5

Quasi una decina di storie si alternano in questo film stranamente corale del regista(questo è il quarto che vedo).Ne esce un film difficilissimo è sperimentale(come quasi tutto il suo cinema).
Una società spaccata in cui le tematiche sono forse troppe e non danno alcuna risposta allo spettatore(incapace sempre di più di recepire messaggi che non vengono esposti facilmente).

L’incomunicabilità(problema sempre più accantonato, sempre più attuale), confusione tra le lingue(il film è parlato in diverse lingue e molte volte nemmeno sottotitolato, quindi in questo caso cresciamo con lo spettatore senza ironia drammatica), problemi legati all’immigrazione e alla mancanza molte volte di capire i problemi e non puntare subito il dito condannando, xenofobia portata all’eccesso con la sua unica punta di pessimismo assoluto.
Il cinema di Haneke è uno di quelli che non dimentichi. Piani sequenza lunghissimi e snervanti in moltissima scene enfatizzano i moneti catartici del suo cinema.
L’aspetto formidabile di questo regista e l’attenzione per il pubblico. La scelta nelle scene di Haneke coinvolge il pubblico che deve fare attenzione ad ogni singola scena per non rimanere indietro e non perdersi il film.
Lo schema, come ho già detto è corale, le storie a volte si incrociano senza aver apparentemente nessun nesso in particolare a parte quello di far emergere una distinzione tra le classi sociali, le lingue e le ingiustizie. Verità e menzogna. In alcune scene Haneke non ci avverte delle scelte che fa, certo ci sono degli annunci che ci aiutano a capire, ma non ci mettono la “pappa”in bocca.
Straordinario il passaggio in cui alle scene del film associa quelle in cui Anne(Binoche)che nel film fa l’attrice, recita e non ce n’accorgiamo. Difficilmente percepiamo quando e uno e quando e l’altro.
Insomma dopo aver visto solo capolavori di questo regista(Funny Games, La Pianista, Niente da nascondere)mi trovo a dire che un cinema così intelligente non si vedeva da tempo. Con questo non voglio dire che sia uno dei nuovi maestri del cinema contemporaneo austriaco e non perché lo è. Però riesce a ritagliarsi una sfumatura e una maniera tecnica assolutamente originale e d’indubbio interesse.
In alcuni casi alcuni piani sequenza possono seriamente mettere alla prova la pazienza e i nervi di uno spettatore abituato all’intrattenimento, incapace di fruire contenuti sconcertanti e dialoghi “fastidiosissimi” come per Funny Games.