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domenica 20 dicembre 2015

Famiglia Belier

Titolo: Famiglia Belier
Regia: Eric Lartigau
Anno: 2014
Paese: Francia
Giudizio: 4/5

Tutti i componenti della famiglia Belier sono sordomuti tranne Paula, la primogenita di 16 anni. Paula è un'interprete indispensabile per i suoi genitori e il fratello minore, preziosa per il funzionamento della loro fattoria. Un giorno, spinta dal suo insegnante di musica che ha scoperto il suo dono per il canto, decide di fare le selezioni per una nota scuola di canto parigina. Una scelta di vita che significherebbe la distanza dalla sua famiglia e un passaggio inevitabile all'età adulta.

Un film che vi farà stare bene.
A volte basta già solo questo per sentirsi in armonia senza prendersi troppo sul serio.
Lartigau lo sa è sceglie una strada semplice con pochi ostacoli ma unendo grazie ad una sceneggiatura solida, un percorso di formazione e un quadro familiare che mescola con perfetta misura ironia drammatica, disfunzioni, pregiudizi e canzoni.
Oltre a queste componenti il merito della regia è di conoscere bene i meccanismi della commedia goliardica e dei vari melò riuscendo a girare il suo film migliore.
Aiutano poi sicuramente un umorismo non sempre politicamente corretto, con alcuni dialoghi scoppiettanti e il sesso tra i genitori visto con una libertà e una disinvoltura notevole.
I problemini invece compaiono quando c'è la musica di mezzo, è allora lì si,diventa un po troppo strappalacrime e sdolcinato cercando un equilibrio difficile che il regista non riesce bene a dosare senza contare alcune situazioni ai limiti del reale e dei personaggi che diventano subito caricature come l'insegnante di musica, il sindaco e il ragazzo di cui si innamora Paula.
La riflessione e la qualità più alta del film rimane la cura del rapporto familiare e tutto ciò che ne deriva e ne comporta.
Sembra alle volte quasi inverosimile che esistano nuclei del genere, ma forse e anche qui bisogna dare atto al film di essersi superato, di portare l'handicap non come un ostacolo all'interno della famiglia con "diverse abilità", ma anzi una spinta propulsiva a godere a pieno della vita e mettersi in gioco ancora di più senza mai mollare.