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lunedì 17 giugno 2019

In Bruges


Titolo: In Bruges
Regia: Martin McDonagh
Anno: 2008
Paese: Gran Bretagna
Giudizio: 3/5

Ray e Ken , due killer, sono costretti dal loro capo a riparare a Bruges. La loro ultima missione è andata storta: Ray ha ucciso per sbaglio un bambino.

In Bruges è un film particolare da definire come la carriera del regista che al suo attivo vanta tre pellicole che devo ammettere funzionano tutte e tre seppur molto diverse, trovando un paragone tra questo e il successivo. In Bruges adotta una strategia particolare e non è così facile da definire proprio per le vicende narrate e come vengono trattate. Una coppia di killer che si trova in terra straniera a doversi quasi scontrare in un bel finale (forse la parte più tesa e ritmata dell'intera pellicola) dopo aver passato tutto il resto del film a girare per le strade e i musei, incontrare brutti ceffi e ragionare su cosa è andato storto nella vita. E' un film che parla di killer che non vediamo quasi mai con una pistola in mano, un film malinconico che sembra voler interessarsi, come per la città, di troppe cose, perdendone di vista alcune e invece dall'altra parte avendo delle buone intuizioni quasi tutte rese al meglio dall'ottima scelta di cast.
Come per 7 psicopatici tutti cercano pace e riposo nella loro vita travagliata, tra redenzione, riposo e tranquillità. Elementi assurdi e in totale contrapposizione con le vite di chi ha deciso di privarne altre per soldi. Un film che mano a mano apre altri spiragli, alcuni tragici come il senso di colpa legato all'omicidio di un bambino, ma soprattutto inserisce una donna come metafora e simbolo della speranza e dell'amore. Per certi versi un noir che non è propriamente un noir e altri generi che soprattutto nel cinema di McDonagh sembrano rincorrersi e unirsi al contempo.