Titolo: Sono un fenomeno paranormale
Regia: Sergio Corbucci
Anno: 1985
Paese: Italia
Giudizio: 4/5
Scettico di professione, Roberto Razzi
è il popolare conduttore di una trasmissione televisiva durante la
quale smaschera finti santoni e medium imbroglioni. Durante un
viaggio in India, dove tra i tanti fachiri fasulli ha conosciuto un
vero guru, cade da un elefante e batte la testa. Si risveglia a Roma
e scopre di essere entrato in possesso di facoltà paranormali: piega
le posate con lo sguardo, scatena cicloni e fa levitare mobili
Sordi e Corbucci. Entrambi verso il
finale di stagione.
La commedia in questione è molto
fresca e con una tematica originale trattando il tema dello scontro
tra scienza e occulto e prendendo a piene mani dal fantastico, il
soprannaturale, l’irrazionale, perfino il fantasmagorico.
Un film diviso se vogliamo in due parti
con una prima più da indagatore e descrittiva di un fenomeno che fa
sempre riferimento al materialismo decretando i guru come sorta di
fenomeni new-age a cui la gente facendosi abbindolare regala un sacco
di soldi e poi la figura di Babasciò, forse uno tra gli unici ad
essere "illuminato" e che decide di diventare una sorta di
padre spirituale e mentore del nostro astuto e diffidente Razzi.
Il primo atto consolida la capacità e
l'estro di Sordi nello smascherare tutti i finti medium con alcune
scene davvero esilaranti lasciando però da metà film in avanti,
dopo l'incidente in cui Razzi si trova in possesso di facoltà
paranormali, a esagerare con i momenti fantascientifici (passi la
ragazza spogliata durante la trasmissione di Baudo ma la festa finale
prima di incontrare per l'ultima volta Babasciò, forse è troppo).
Bellissima la metafora sul disegno della figlia di Olga che regala a
Razzi. Sordi in forma come non mai.