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lunedì 27 luglio 2020

Sono un fenomeno paranormale


Titolo: Sono un fenomeno paranormale
Regia: Sergio Corbucci
Anno: 1985
Paese: Italia
Giudizio: 4/5

Scettico di professione, Roberto Razzi è il popolare conduttore di una trasmissione televisiva durante la quale smaschera finti santoni e medium imbroglioni. Durante un viaggio in India, dove tra i tanti fachiri fasulli ha conosciuto un vero guru, cade da un elefante e batte la testa. Si risveglia a Roma e scopre di essere entrato in possesso di facoltà paranormali: piega le posate con lo sguardo, scatena cicloni e fa levitare mobili

Sordi e Corbucci. Entrambi verso il finale di stagione.
La commedia in questione è molto fresca e con una tematica originale trattando il tema dello scontro tra scienza e occulto e prendendo a piene mani dal fantastico, il soprannaturale, l’irrazionale, perfino il fantasmagorico.
Un film diviso se vogliamo in due parti con una prima più da indagatore e descrittiva di un fenomeno che fa sempre riferimento al materialismo decretando i guru come sorta di fenomeni new-age a cui la gente facendosi abbindolare regala un sacco di soldi e poi la figura di Babasciò, forse uno tra gli unici ad essere "illuminato" e che decide di diventare una sorta di padre spirituale e mentore del nostro astuto e diffidente Razzi.
Il primo atto consolida la capacità e l'estro di Sordi nello smascherare tutti i finti medium con alcune scene davvero esilaranti lasciando però da metà film in avanti, dopo l'incidente in cui Razzi si trova in possesso di facoltà paranormali, a esagerare con i momenti fantascientifici (passi la ragazza spogliata durante la trasmissione di Baudo ma la festa finale prima di incontrare per l'ultima volta Babasciò, forse è troppo). Bellissima la metafora sul disegno della figlia di Olga che regala a Razzi. Sordi in forma come non mai.