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sabato 4 agosto 2012

Dracula(1992)


Titolo: Dracula(1992)
Regia: Francis Ford Coppola
Anno: 1992
Paese: Usa
Giudizio: 5/5

Nel 1480 Vlad Drakul, feroce paladino dell'Europa cristiana contro i turchi invasori, maledice Dio e diventa un vampiro dopo che sua moglie muore suicida, credendo che lui sia morto in battaglia. Nel 1897 a Londra Dracula vede in Mina Murray la reincarnazione della consorte e per amore si rifiuta di farne una sua simile. Prima di morire e di ricongiungersi a lui in un eterno abbraccio, Mina gli dà la morte definitiva, dunque la pace, secondo il rito prescritto.

Il miglior horror di sempre.
Uno degli unici capolavori totali che riesce ad attraversare i generi con una facilità disarmante, restituisce tutto il compendio gotico che Stoker descriveva con una minimalità impressionante e ancora oggi risulta essere davvero terrificante nella sua spettacolarità.
D’altro canto è stato l’unico film al mondo capace di farmi paura e questa la considero arte,  avendo visto decine di centinaia di horror di tutti i tipi e tutte le nazionalità.
La paura non nasce dal mostro ma dalla capacità di dargli un’anima e una poesia.
Il non plus ultra del cinema, dell’arte, della messa in scena, della storicità, della nascita del cinematografo, delle musiche, dei costumi, della recitazione, delle intenzioni, della fedeltà al romanzo (con qualche leggero distacco) e delle sue complicate trasformazioni che lo mettono su un livello difficilmente paragonabile.
Senza stare a parlare della straordinaria prova di Gary Oldman, una delle performance più intense di tutta la storia del cinema, capace di entrare nell’olimpo delle trasformazioni e delle innumerevoli identità che contraddistinguono il conte Dracula.
Era molto difficile coniugare tutto l’arco di storia in un unico film ma Coppola c’è riuscito.
In alcuni momenti accelerando i tempi, in altri dilatandoli creando una situazione quasi parossistica spazio-temporale. In realtà il rituale diventa ancora più onirico spostandosi da Londra alla Transilvania fino ai confini del mare e alla battaglia finale come il più bello dei viaggi epici che si possa ammirare.
Coppola poi ci mette tutto se stesso continuando con il suo lavoro di sperimentazione stilistica, cromatica e figurativa. E’anche interessante notare come per tutto il film non faccia ricorso alle tecniche digitali in c.g ma invece ricorre a effetti speciali di solo carattere fotografico del grande Michael Ballhaus.
Il film poi rimanda ai movimenti artistici (romanticismo) e ai quadri di Klimt dell'Art Nouveau.
Qualcuno ha osato definirlo un film senza stile perché ne insegue troppi. Il problema è sulle cause che portano a così tanta contaminazione e il risultato invece si sforza, riuscendoci la maggior parte delle volte, di inserire diversi schemi, forme d’arte, caratteri simbolici, periodi storici, in un continuum che fa dei suoi limiti la sua potenza visiva.
Un film davvero immortale.