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giovedì 4 dicembre 2014

Bypass

Titolo: Bypass
Regia: Duane Hopkins
Anno: 2014
Paese: Gran Bretagna
Festival: TFF 32°
Giudizio: 4/5

Inghilterra, oggi. Il giovane Tim non ha una vita facile. La madre è appena morta e l'ha lasciato da solo a proteggere la sorella Helen, che rifiuta la scuola e ogni altra responsabilità. Anche la fidanzata Lilly ha in serbo per lui un sorpresa che lo coglierà alla sprovvista, e il fratello maggiore, anagraficamente preposto a prendere in mano le redini della situazione, pensa soprattutto per sé. Tim è malato, molto malato, anche se fa finta di niente perché è lui, ora, il capofamiglia, e perché per mantenere se stesso e la sorella traffica roba rubata per un boss locale.

Bypass è uno di quei drammi reali, tristi vissuti e moniti di uno squallore sociale e degrado istituzionale, in cui ai giorni nostri sono sempre di più i giovani-adulti che devono cercare di trovare il modo per sopravvivere, in una società che gli ha abbandonati a tutti gli effetti.
Davvero un dramma robusto e disperato quello che ha per protagonista Tim, un quadro sempre più spietato di come alcuni giovani raggiungano una maturità forzata che gli vede prendersi cura di tutto e tutti, tranne che di se stessi.
Hopkins alla sua seconda opera, si vede che non è un regista commerciale e nel suo stile ci sono tanti elementi che se proprio non segnano una rinascita del o nel genere, almeno puntano su aspetti estetici diversi e sempre più sperimentali scandagliando continuamente i suoi personaggi.
Ed è proprio la fisicità dei suoi interpreti, soprattutto di Tim e la malattia che minaccia l'unica merce in suo possesso: il corpo.
Dando particolare importanza ai primissimi piani e ai dettagli ingigantiti, Duane serra sempre di più la narrazione, portandola nel finale, ad un dramma davvero commovente.
Bypass conferma il talento del giovane regista e soprattutto colpisce per il rigore della messa in scena e per la sua capacità di essere riconoscibile e al contempo di innalzarsi dal realismo di un certo cinema inglese come Loach e pochi altri.