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sabato 10 settembre 2016

Glassland

Titolo: Glassland
Regia: Gerard Barrett
Anno: 2015
Paese: Irlanda
Giudizio: 3/5

Un tassista di Dublino rimane invischiato nel traffico di esseri umani mentre cerca di salvare la madre dalla tossicodipendenza

“Vengo dalla campagna irlandese. Mi sono trasferito a Dublino un paio di anni fa, e qui ho notato che ci sono un sacco di giovani, miei coetanei, che sono dipendenti dai loro genitori. Non voglio essere frainteso. Accade anche dove vivevo prima, ma qui si nota molto di più, Dublino è una città di un milione di persone. E così ho voluto rappresentare questo aspetto della società”.
Siamo in Irlanda e non in Inghilterra, ci stacchiamo un attimo dal cinema sociale di Loach per parlare di un giovane talento che muove i primi passi verso un dramma e un difficile cammino di formazione.
A soli 27 anni Barrett gira in 18 giorni questo piccolo dramma sul sociale con protagonisti due fratelli e un complesso rapporto con la madre.
Con un budget di 500 mila dollari e una candidatura al Sundance, il regista ha puntato quasi tutto sugli attori, su una Dublino fredda e per certi versi ostile e tanti, tanti sentimenti e caratterizzazioni dei personaggi per dare ancora più spessore alla vicenda.
Un film lento, con alcuni passaggi e dialoghi molto forti che sanciscono come spesso e volentieri bisogna adattarsi ad un futuro rigido e complesso pur avendo una buona sensibilità e di fondo un animo buono. Un film che non concede e non regala scene create ad hoc per commuovere il pubblico, semplicemente perchè non ne ha bisogno, decidendo alla base degli intenti di documentare la realtà di alcuni complessi nuclei familiari.