Titolo: Kill Zone
Regia: Pou-Soi Cheang
Anno: 2015
Paese: Cina
Giudizio: 3/5
Un poliziotto rinchiuso in una prigione
thailandese, collabora con una guardia carceraria che ha una figlia
malata di leucemia, per riuscire a guadagnare la libertà e poter
vendicarsi di chi gli ha fatto saltare la copertura.
Senza troppi fronzoli gli action con
protagoniste le arti marziali non devono arrabattarsi storie che
parlino di drammi sociali cercando di empatizzare col pubblico sulla
salvezza di bambini malati.
Kill Zone è una tamarrata orientale
perfettamente modulata su frequenze a dir poco incredibili, la
sparatoria iniziale e i combattimenti all'interno del carcere, e
vuoti esistenziali in cui si cerca di comunicare e dare fragilità e
spessore ai personaggi.
Con un cast di volti noti, Spl2, che
non è un sequel del primo, vuole cercare di essere troppe cose,
senza accontentarsi di essere un eccellente film d'azione ma volendo
osare di più con una "filosofia metafisica" inutile,
becera e patetica, che serve solo come fanalino di coda per la
sceneggiatura davvero brutta e scontata.
A differenza del primo capitolo non
punta nemmeno ad una storia iper drammatica, cupissima, da noir senza
speranza e complicata come solo nei polizieschi orientali si può
trovare.
Nonostante i molti elementi improbabili
và detto, come sempre quando si parla di cinema orientale, che il
film è ovviamente girato e fotografato in modo perfetto, con un gran
bello stile visivo e una costruzione delle scene d'azione di gran
respiro pieno di virtuosismi e piani sequenza spettacolari.