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domenica 1 aprile 2012

Sangue-La morte non esiste


Titolo: Sangue-La morte non esiste
Regia: Libero De Rienzo
Anno: 2006
Paese: Italia
Giudizio: 3/5

Stella vuole fare la ballerina e vuole andare a New York, per scappare dal dolore per la madre morta, dal padre assente ma opprimente con cui vive e dal fratello. Iuri vive ai confini della realtà immerso in una casa buia, colma di libri e di oggetti inquietanti. Stella e Iuri hanno poco più di vent'anni, sono fratelli e si amano incestusamente e profondamente. Passeranno la notte più lunga della loro vita ad un rave party, in un interminabile viaggio lisergico, alla scoperta delle loro paure, delle loro angosce e del loro rapporto.

Libero De Rienzo fatta eccezione per FORTAPASC in cui ha avuto la possibilità di recitare in un film serio, non è che abbia mai brillato come attore. Anzi.
Provare poi con la regia a cercare di confezionare un piccolo cult nostrano è stata una sfida che ha intrapreso ben cosciente di spendere fino all’ultima goccia di sangue e sudore tappezzando la città di cartoline che invitavano ad andare a vedere il suo film.
Il risultato è molto confuso, con tutte quei difetti di chi è alla prima regia e non è un professionista.
Però bisogna anche ammettere che nel suo tentativo di sfornare una piccola commedia nera pulp almeno ha cercato di provarci come non hanno quasi mai fatto altri registi nel nostro paese in un continuum di cinepanettone, commedie sociali trituramaroni e drammi d’amore.
Se in tutto questo calderone di minchiate ci infilate la pretenziosità di alcuni registi spesso alla ricerca della lacrima facile, beh almeno De Rienzo che in questo film era ancora giovane e non si risparmiava da tutte quelle cose che “piacciono a noi giovani”, perlomeno alcuni momenti sono davvero esilaranti e ben congeniati.
Dall’amore che qui c’è ma molto morboso, al senso da dare alla vita, allo sballo come unica forma di intrattenimento, all’abuso di sostanze(la scena in cui Iuri cerca di vendere il fumo alle ragazze è bellissima), ai dialoghi esagerati ed esagitati e per finire a quella critica sociale sulle forze dell’ordine e sullo Stato e la Chiesa visti come i due paradossi del nostro paese, allora i temi ci sono e sono perfino attuali.
De Rienzo manovra una struttura abbastanza atipica nel suo film, porta a casa delle inquadrature interessanti, un ritmo incalzante e una recitazione che non è affatto male. Chiama la bella vita torinese tra i bonci più conosciuti, i punk a bestia dei centri sociali e delle case occupate e gira all’interno di capannoni, vere location di rave e festone goa.