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martedì 25 settembre 2018

Summer of '84


Titolo: Summer of '84
Regia: Francois Simard, Anouk Whissell, Yoann-Karl Whissell
Anno: 2018
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

Ogni serial killer è il vicino di qualcuno. Per il quindicenne Davey, il pensiero di avere un serial killer nella sua città è una prospettiva spaventosa ma entusiasmante allo stesso tempo. In preda agli sconvolgimenti ormonali tipici dell'adolescenza, Davey e i suoi amici sognano eccezionali conquiste sessuali. Almeno finché non arrivano alle loro orecchie le notizie sul killer di Cape May. Davey convince i suoi amici a indagare per inchiodare il vicino di casa, convinto che sia il colpevole. Potrebbe aver ragione o è la sua immaginazione iperattiva?

Summer of '84 è la risposta che Ready player one di Spielberg non è stato l'ultimo film a segnare la fine delle pellicole nostalgiche degli anni '80.
In questo caso a rinfarcire il genere con un film che dalla sua elementi interessanti solo nella messa in scena e in una colonna sonora affidata a Le Matos. Alla regia mi aspettavo molto di più dal trio di registi che hanno partorito quella piccola chicca deliziosa di Turbo Kid.
Un thriller fino a prova contraria che sfrutta un'idea ormai abusata fino al midollo dove nel corso degli anni chi più chi meno si è cimentato nell'esplorare il tema molto americano del vicinato e di cosa si può nascondere quando l'evidenza viene negata e tutto sembra raccontare l'inverso.
Scegliere poi il vicino amico che perlopiù è una forza dell'ordine entra fin da subito nel creare uno scontro tra il giovane determinato e alle prime prese con il sesso femminile, Davey, è una ciurma di amici nerd dal cuore tenero, e per finire una comunità di cui fanno parte i genitori del protagonista che non possono davvero accettare che un serial killer, di cui sono amici e di cui si fidano, possa abitare nella villa affianco alla loro.
Ci sono alcuni elementi interessanti quando carnefice e vittima si trovano faccia a faccia e il primo gli confessa di volerlo uccidere a tutti i costi e il film avanza con un mood morbido in cui si prende tanto tempo, troppo, per descrivere la comunità e caratterizzare i personaggi.
A differenza di Turbo Kid che mescolava tutte le etichette dandogli un ritmo forsennato, qui tutta la gestione del ritmo e dei colpi di scena avviene ma in maniera abbastanza noiosa e senza quei guizzi o quei colpi di scena che riescono ad essere funzionali. Diciamo che tutto è chiaro fin da subito e anche il climax finale, seppur ben confezionato, non aggiunge molto a quello che noi già sapevamo.
Un film nostalgico che poteva e doveva fare di più almeno sotto il piano dell'intrattenimento, sembrando un esercizio di stile e mescolando tante cose già viste come nella serie furbetta e abbastanza banalotta che ha stregato tutti come Stranger Things-Season 1