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mercoledì 27 marzo 2024

Patagonia


Titolo: Patagonia
Regia: Simone Bozzelli
Anno: 2023
Paese: Italia
Giudizio: 3/5

Nonostante abbia una ventina d'anni, Yuri viene trattato come un bambino dalle zie con cui vive in un paesino sulla costa adriatica dell'Abruzzo. Sarà l'incontro con Agostino, l'animatore che viene a lavorare a una festa per il cugino piccolo, a far scattare qualcosa in lui. Attrazione, desiderio di libertà, un interesse per lo stile di vita di un ragazzo che vive in camper e sembra non dover sottostare a nessun legame. Scappato di casa, Yuri si stabilirà in una comunità di gente simile ad Agostino, che vive alla giornata tra un rave e l'altro.

E' un'opera fresca e intensa quella di Bozzelli. Un film semplice e maturo che parla di scoperta, di incontri di amore e sottomissione. Un viaggio dell'eroe quello di Yuri alla scoperta della vita in un girotondo di esperienze che lo porteranno a riflettere e soffrire, amare ed essere amato, manipolato e abusato in una danza di prevaricazione che porterà il protagonista a crescere molto velocemente e costantemente messo alla prova per mantenere un autocontrollo suo e su Agostino che sembra una scheggia impazzita e con alcuni valori anarchici assolutamente discutibili.
Tutto il film è concentrato su questo amore omosessuale che non sfocia mai quasi come se volesse essere soltanto annusato e questa sembra essere la chiave del loro complesso rapporto

venerdì 8 marzo 2024

Ordine del tempo


Titolo: Ordine del tempo
Regia: Liliana Cavani
Anno: 2023
Paese: Italia
Giudizio: 3/5

Pietro ed Elsa sono una coppia di lungo corso con una figlia adolescente, Anna. Si avvicina il cinquantesimo compleanno di Elsa e gli amici storici si riuniscono per festeggiarla nella casa sul litorale laziale. Fra loro tre esperti di fisica: Enrico, da sempre innamorato di Paola, che però è venuta alla festa con il marito Viktor; Greta, accompagnata dallo psicanalista Jacob; e la ricercatrice Giulia. A loro si aggiunge la giornalista Jasmine. Due degli scienziati sanno qualcosa che è ignoto a tutti gli altri: l'asteroide Anaconda sta viaggiando a velocità altissima attraverso il sistema solare e rischia di abbattersi sulla Terra, distruggendola. È dunque il momento di tirare le somme della vita di ognuno dei presenti, che potrebbero essere spazzati via da un momento all'altro: il che significa fare un bilancio delle loro esistenze e delle loro relazioni.
 
Lo dico ormai da tempo che il cinema italiano per come può sta cercando di divincolarsi dai soliti clichè scegliendo e prediligendo scelte rischiose con risultati non sempre appaganti ma almeno che lasciano l'impressione di averci provato.
L'Ordine del tempo appartiene a questa categoria. Interessante, condito da alcuni bei dialoghi ma che alla fine lascia quell'amaro in bocca come a voler dire che poteva spingersi più in là rischiando maggiormente. Come vi comportereste se sapeste che il mondo sta per finire?
La Cavani alla soglia dei novanta anni risponde con un resoconto interessante e mai affabulatorio, senza retoriche e manierismi vari ma lasciando forse quella malinconia maggiore che riassunta significa riflettere su quanto si è fatto in questa vita. Scelte, amori, compromessi, consapevolezza delle occasioni perdute, i viaggi mai intrapresi e le scelte irreparabili. Tra tradimenti ricordi e ammissioni di colpa e di affetto, il film tutto girato in un'unica location ha tanti pregi, pochi difetti, ma al contempo rimane quasi un esercizio di stile avendo un buon cast e sapendolo utilizzare bene ma senza dare quel colpo in canna finale che poteva alzare l'asticella creando più tensione e meno rassegnazione.

Nuovo Olimpo


Titolo: Nuovo Olimpo
Regia: Ferzan Ozpetek
Anno: 2023
Paese: Italia
Giudizio: 2/5

1 novembre 1978. Il 25enne Enea Monti è uno studente di cinema che sogna di diventare regista e lavora come volontario sui set della Capitale. Fra i curiosi intorno vede Pietro Gherardi, e fra i due c'è subito un'intesa silenziosa fatta di sguardi. Più tardi Enea ritrova Pietro al Nuovo Olimpo, un cinema d'essai che è anche un luogo di incontro per omosessuali. I due si appartano in bagno, ma Pietro non vuole un rapporto casuale consumato di fretta e di nascosto: ed Enea lo asseconda, fissando con lui un appuntamento in una casa temporaneamente vuota. Lì inizia la loro storia d'amore intensa e passionale, che però subirà una brusca e inaspettata battuta d'arresto. Da allora, attraverso quattro primi di novembre nel corso di quasi quarant'anni, il ricordo e il rimpianto di quei momenti iniziali di intimità e di tenerezza rimarranno permanentemente nel cuore di Pietro ed Enea, nonostante le loro vite siano in apparenza consolidate con compagni e carriere professionali diverse.

L'ultimo film del prolifico Ozpetek sembra quasi una sorta di spot pubblicitario dell'epoca per mischiare una storia gender, Ladri di Biciclette e The Dreamers. Nel voler esplorare un contesto storico, una fase politica e una storia d'amore con tutti i sotterfugi e sotto storie, Ferzan finisce per non riuscire mai veramente a delineare nessuno degli intenti lasciando un polpettone raffazzonato attorno ad un teorema trito e ritrito e realizzato in modo davvero maldestro. Se ci mettiamo poi dentro anche la scelta di un cast disfunzionale dove non riesci a provare enfasi e pathos per nessuno degli attori allora il risultato è tutto detto.

sabato 17 febbraio 2024

Simulacrum


Titolo: Simulacrum
Regia: Alessio Nencioni
Anno: 2022
Paese: Italia
Giudizio: 4/5

Un manipolo di uomini si aggira tra le macerie di un’era antropocenica dissolta… sono dei sopravvissuti, scarti di una tecnoscienza che si è completamente alienata, abbandonando la propria residuità biologica parassitaria. K. è uno di questi umanoidi smarriti, nudi, in dipendente ricerca di un segnale che possa disvelare qualche artefatto utilizzabile, una retro-tecnologia sfruttabile, una connessione interfacciabile. Ricerca disperata, cieca, insieme a compagni ostili, regrediti, afoni, in un mondo ermetico svuotato di ogni significato; sotto la cui superfice una sub umanità ancora più involuta, scorre come veleno all’interno di tunnel orrorifici.

Simulacrum per Nencioni della Magnetic Head Production con i suoi tredici minuti, è un corto sbalorditivo che riesce grazie al suo taglio distopico, fantascientifico, post apocalittico e sperimentale a mettere in scena in quasi un'unica location i residui germinali dell'umanità.
Individui spogli che sembrano tornati agli albori della società in un esistenza primitiva dove prevalgono gli istinti, la violenza e la sopraffazione. Gli scarti che sopravvivono sembrano dividersi tra chi sceglie una sorta di proto rave continuo dimenticandosi di tutto e vivendo all'interno di una caverna di perdizione. Oppure dei sopravvissuti dell'Apocalisse che c'è stata trovandosi con ciò che rimane della tecnologia, vivendo di stupri e trovando sulla propria strada personaggi inquietanti e sacerdotesse che cercano ancora un contatto con Madre Natura

lunedì 15 gennaio 2024

Adagio


Titolo: Adagio
Regia: Stefano Sollima
Anno: 2023
Paese: Italia
Giudizio: 5/5

Dopo la morte della mamma, il sedicenne Manuel vive con un padre anziano dal passato criminale, che lo vedeva celebre con il nome di Daytona, ma che ora sembra non starci più con la testa. A sua insaputa, il ragazzo viene ricattato da un gruppo di carabinieri corrotti per una storia di festini dalle ramificazioni politiche ben più grandi di lui. Nel tentativo di divincolarsi dal ricatto, Manuel si rivolge a un ex-compare del padre, Polniuman, che promette di fare da intermediario con il carabiniere Vasco, il quale però non può permettersi di perdere i soldi che gli erano stati promessi.
 
Adagio aderisce alla nostra garanzia di cinema d'azione che non ha nulla da invidiare all'estero. Non ha bisogno di presentazioni Sollima e con questo firma la sua opera più importante e matura. Chiude il trittico dopo ACAB e SUBURRA trasformando una vicenda dal sapore popolare in un noir polar pazzesco senza vie d'uscita dove la speranza è l'ultima a morire ma allo stesso tempo non c'è pietà per nessuno e dove ognuno rincorre il proprio destino inesorabile. Ed è proprio quello che il fato sembra far cadere sulla testa di tre poveracci con un passato davvero tosto alle spalle. Dall'altra un trio di poliziotti che sembrano usciti dalle peggiori pagine della digos, cani arrabbiati con la bava alla bocca che non sembrano avere limiti ma dove allo stesso tempo la storia ne tratteggia l'umanità e le scelte a cui non possono sottrarsi.
Un film scomodo, drammatico, lucido, ambiguo, corrotto, selvaggio, dove le prove attoriali semplicemente si superano e dove Adriano Giannini dimostra un talento enorme in un personaggio così crudele quanto pieno di disperazione e amore per i propri figli.
I tre della magliana sono a conti fatti dei fantasmi di loro stessi, delle maschere memorabili di rimpianto e decadimento fisico che infestano i loro stessi appartamenti attendendo l'ennesimo trapasso. Un film necessario, un interessante mix di generi per il film italiano tra i migliori dell'anno e dell'ultimo decennio.

Tutti i cani muoiono soli


Titolo: Tutti i cani muoiono soli
Regia: Paolo Pisanu
Anno: 2023
Paese: Italia
Giudizio: 4/5

Sardegna oggi. Rudy è un malavitoso del tutto privo di scrupoli. La sua unica regola di vita è la sopraffazione che esercita sia con l'intimidazione raccogliendo il pizzo dai ristoratori, sia con la violenza fisica. Un giorno si trova a doversi occupare, dopo un lungo ed indifferente distacco, della figlia che è affetta da una malattia neuro degenerativa. Il rapporto tra i due è di freddezza e disprezzo anche se Rudy sembra volersi occupare della sistemazione della ragazza in una struttura adeguata.
 
I crime movie o film sui malavitosi sono un arteria del nostro cinema. Film di genere di solito ampiamente visitati e rivisitati. Ora l'esordio di Pisanu merita sicuramente una menzione speciale nel cinema neo realista isolano. Poche scene d'azione ma cariche di odio e spietatezza. Un uomo ormai logorato dal tempo e dal suo passato che si accanisce nel presente senza fare nessuno sconto passando le giornate a suon di sopraffazione e minacce per poi vedersela con i suoi pari al baretto la sera. Un rapporto schivo con una figlia dove una scena in particolare quello in cui la lascia cadere a terra senza provare pietà racchiude tutto lo spirito di Rudy.
Un uomo costretto sempre a guardarsi le spalle, non fidandosi mai nemmeno degli amici e facendo una vita di sacrifici dove tira a campare senza soldi e con uno sguardo sempre granitico per non mostrare i propri sentimenti.

Pantafa


Titolo: Pantafa
Regia: Emanuele Scaringi
Anno: 2022
Paese: Italia
Giudizio: 3/5

Marta, sempre più preoccupata per le strane allucinazioni che colpiscono la figlia Nina, decide di portarla a vivere in montagna. Le due prendono così in affitto una vecchia casa dall'aspetto un po' spettrale nella cittadina di Malanotte. Tuttavia, la situazione clinica di Nina continua a peggiorare: la bambina inizia a soffrire di gravi paralisi ipnagogiche che assumono caratteristiche orrorifiche: durante la paresi Nina vede uscire dalle pareti una figura fantasmatica che si acquatta sul suo petto e cerca di succhiarle via l'anima. Le preoccupazioni e le suggestioni di Nina vengono ingigantite dalla signora Orsa, una vicina di casa, che riconosce la Pantafica nella descrizione di Nina, un'anima dannata che tormenta le notti dei bambini. È tutto nella sua testa, come sostiene Marta, o il male ha davvero preso connotazioni reali?

Il cinema di genere folkloristico italiano di per sè è già una rarità. Pantafa è rimasto al cinema per pochissimi giorni senza darmi la possibilità di andare a vederlo. E devo dire che la Pantafica abruzzese mi mancava. Ne esistono tante di streghe, masche e altri fenomeni simili ma questa succhia anime dei bambini che trasla diventando quel qualcosa in più è stata un'altra bella scoperta. L'idea di spostare a Malanotte la vicenda mette a confronto un paesino secolarizzato e racchiuso nelle sue tradizioni e leggende. Dall'altro una donna moderna e una figlia che di fatto vengono fatte piombare in questa sorta di medioevo dove impareranno a proprie spese come crearsi le condizioni di sopravvivenza.
Scaringi fa una cosa molto bene che l'horror non deve mai dimenticare soprattutto quando si parla di produzioni indipendenti ovvero la presa di coscienza che ciò che fa realmente paura è il non visto mostrando pochissimo e centellinando la paura facendo un lavoro di tensione e pathos per poi creare un finale che seppur esagerato nel mostrare forse troppo riesce a mantenere un equilibrio e regalare un piccolo indie di genere nostrano.

Educazione fisica


Titolo: Educazione fisica
Regia: Stefano Cipani
Anno: 2022
Paese: Italia
Giudizio: 3/5

I genitori di tre studenti di terza media vengono convocati nella palestra della scuola dalla preside. Franco, il padre di Cristian, compra e vende immobili e ha una relazione clandestina con Carmen, mamma di Giordano, mentre Aldo e Rossella, lui adibito all'accoglienza in un ospedale, sono i genitori adottivi di Arsen, un ragazzino di origine africana. La preside ha per il quartetto una notizia choc: una compagna di scuola dei loro figli li accusa di averla assalita, immobilizzata e stuprata proprio nella palestra in cui i genitori sono convenuti. E gli adulti passeranno dall'incredulità al desiderio di salvare i propri ragazzi ad ogni costo, screditando la vittima e negando qualsiasi responsabilità. Ma succederà qualcosa che renderà la situazione ancora più complicata, e metterà a prova ancor più dura le convinzioni (im)morali del gruppetto.
 
Ultimamente il cinema italiano sta tirando fuori una tematica drammatica di cui si è sempre poco vista nel cinema come gli stupri nelle scuole (nelle palestre o nei cortili) da parte di giovanotti che sembrano tranquilli e pacati. La vicenda in questo caso si concentra proprio su uno di questi fatti sondando lo scontro tra preside e i genitori degli abusatori. Devo dire che mi aspettavo un po meno ritmo e alcune scelte mi sono sembrate davvero forzate ed esagerate come quello della modalità di fuga della presid sulla pertica o la voglia di rivalsa dei genitori sempre nei suoi confronti.
Il dramma morale si sente, le riflessioni e le scelte dei genitori pur di proteggere i propri figli lasciano pensare su quanto sia difficile assumersi responsabilità e colpa.


martedì 12 dicembre 2023

C'è ancora domani


Titolo: C'è ancora domani
Regia: Paola Cortellesi
Anno: 2023
Paese: Italia
Giudizio: 4/5

Delia è "una brava donna di casa" nella Roma del dopoguerra: tiene il suo sottoscala pulito, prepara i pasti al marito Ivano e ai tre figli, accudisce il suocero scorbutico e guadagna qualche soldo rammendando biancheria, riparando ombrelli e facendo iniezioni a domicilio. Secondo il suocero però "ha il difetto che risponde", in un'epoca in cui alle donne toccava tenere la bocca ben chiusa. E Ivano ritiene sacrosanto riempirla di botte e umiliarla per ogni sua "mancanza". La figlia Marcella sta per fidanzarsi con il figlio del proprietario della pasticceria del quartiere, il che le darebbe la possibilità di migliorare il suo status e allontanarsi dalla condizione arretrata in cui vive la sua famiglia, nonché da quella madre sempre in grembiule e sempre soggetta alle angherie del marito. Per fortuna fuori casa Delia ha qualche alleato: un meccanico che le vuole bene, un'amica spiritosa che la incoraggia, un soldato afroamericano che vorrebbe darle una mano. E soprattutto, ha un sogno nel cassetto, sbocciato da una lettera ricevuta a sorpresa.
 
Ma che bella sorpresa. Con molta pacatezza e spontaneità, la Cortellesi mette in scena questa commedia drammatica d'epoca che parla di dignità e emancipazione, che riesce a creare un buon colpo di scena nel climax finale e non prende la via del facile sensazionalismo come a dire che per rendere migliore la propria vita bisogna scappare verso isole più promettenti. Ci sono alcune trovate interessanti come le musiche moderne in un mondo in b/n, il ballo per coprire le violenze domestiche accettate dalla comunità, un funzionalissimo uso degli arredi degli spazi, della location e dei costumi e un'attenzione a ogni minimo particolare dando risalto alla casa, al cortile, al mercato e alle faccende domestiche. Ogni posto dove Delia si reca non viene mai sminuito ma assolve alla causa del film ovvero mostrare la determinazione e la forza di una donna che come molte altre conserva i propri valori e tiene incollato ogni pezzo della famiglia anche a costo di veder perdere la propria umiltà.

Denti da squalo


Titolo: Denti da squalo
Regia: Davide Gentile
Anno: 2023
Paese: Italia
Giudizio: 3/5

Walter, 13 anni, ha da poco perso il padre Antonio, morto in un incidente sul lavoro. Vaga senza meta nelle strade del litorale romano quando arriva in una villa dove c'è una piscina. Si tuffa in acqua e improvvisamente si trova davanti uno squalo. Scampato il pericolo, resta però affascinato dal posto e ci torna anche nei giorni successivi. Quel luogo però non è abbandonato ma appartiene a un leggendario boss criminale, il Corsaro. Lì conosce un ragazzo un po' più grande di lui, Carlo, che si spaccia per il custode della villa e che prima lo minaccia e poi ci diventa amico e lo fa entrare nella gang locale il cui capo è Tecno. Intanto la madre di Walter, Rita, cerca invano un dialogo col figlio ed è sempre più preoccupata per lui.
 
Un altro romanzo di formazione criminale se non altro diverso dal solito con un approccio più complesso e sofisticato cercando di trasformare il dramma quotidiano come quello della perdita di un padre in una fiaba amara sul viaggio dell'eroe alla ricerca di un appiglio a cui aggrapparsi.
E allora se diventa uno squalo, un ragazzo più grande e poi a salire fino ad una banda di delinquenti l'importante per Walter e di fare passi sempre più grandi cercando da un lato di nascondere alla propria madre i germi di quella criminalità che aveva il padre e arrabattandosi per cercare carne per nutrire lo squalo che vede e che ha dentro. Molto carina la comparsata finale di Edoardo Pesce così come quei dialoghi immaginandosi suo padre che dispensa consigli interpretato da un buon Claudio Santamaria. L'interpretazione del giovane adulto è più che convincente e la bellezza di Vittoria Raffaele da il colpo di grazia.

Migliore dei mondi


Titolo: Migliore dei mondi
Regia: Marcello Macchia
Anno: 2023
Paese: Italia
Giudizio: 3/5

Ennio Strano è un esperto informatico quasi cinquantenne che vive in funzione della tecnologia che lo circonda. Una sera, nella discoteca in cui suo fratello Alfredo distribuisce allegramente droghe ricreative, gli cade il cellulare ultimo modello: lo aiuta a recuperarlo Viola, una ragazza che "porta avanti uno stile slow" e tiene a distanza ogni device high-tech. Ma quando Viola si reca nel punto vendita di Ennio per farsi riparare un vecchio modem, l'uomo si ritrova in un mondo in cui la tecnologia si è fermata per decreto governativo al 1999, circondato da Nokia 3310, Pentium II, cabine telefoniche e negozi Blockbuster.
 
Possiamo definirlo il suo film più maturo ma non per questo il più bello che almeno per me rimane OMICIDIO ALL'ITALIANA. Con una storia già vista e in parte ingenua, Macchia parte bene strizzando l'occhio sui social, Tinder, relazioni fluide e la dipendenza dalla tecnologia casalinga. Immancabile che quando questo venga a mancare si finisce ridefinendosi cercando di lavorare sulla disintossicazione tecnologica ritrovando spirito e iniziativa. Con i migliori presupposti il film però non riesce mai a decollare diventando una macchietta perchè ad oggi la narrazione è macchinosa, Maccio non riesce a non distaccarsi dall'idea di scena come gag e slapstick che non sempre funziona. E poi la rivoluzione, questa sorta di casa hippie, il voler riprendersi in mano la vita facendo inutili discorsi ai giovani su come la tecnologia impronterà le loro vite è troppo moralistica e didascalica.

Viaggio leggendario


Titolo: Viaggio leggendario
Regia: Alessio Liguori
Anno: 2023
Paese: Italia
Giudizio: 2/5

Erick e Dominick fanno quello che sempre fanno: stanno insieme, giocano e si divertono. Una sera invitano un gruppo di amiche di Dominick, e con una pioggia torrenziale che batte sulle finestre, decidono di guardare un film dell'orrore. Si addormentano tutte, tranne Erick, troppo impaurito per poter anche solo chiudere gli occhi. Il panico si impossessa di lui quando sente qualcuno che suona alla porta, e subito svegliata Dominick, i due decidono di andare a vedere: si tratta di un misterioso fattorino che gli consegna una console con dentro un gioco sconosciuto, gioco che appena avviato li trasporta nel mondo de "Il Viaggio Leggendario". Erick e Dominick si ritrovano così all'interno dell'universo di Leggendaria, suddiviso in tre regni, Camelot, Atlantide e Diamante, i cui sovrani sono tutti scomparsi forse per i piani del misterioso Consigliere. I due non fanno in tempo ad ambientarsi che subito vengono divisi dal Dottor Timoti, in malvagia combutta con il Dottor Giniu, che rapisce Erick e dà avvio alla quest per risolvere il gioco.
 
Liguori era partito bene ma ultimamente sta scadendo davvero dal banale al trash più totale. SHORTCUT era un bell esordio, BOAT nulla di che ma girato bene ma questa ultima opera, aspettando BLACK BITS, è davvero qualcosa di osceno oltre ogni immaginazione.
L'unica nota positiva poteva essere lla trama ma sembra uno di quei film che non guarderò mai ME CONTRO TE o simil puttanate che infestano la cinematografia italiana non essendo altro che film stupidi che non fanno riflettere su nulla, condizione che il cinema dovrebbe sempre mantenere e assolvere. Qui le gag non funzionano, è trash ma nel senso del nulla, non di cosa rappresenti nella sua importanza il trash. Leggo che è il primo film che vede protagonisti i "DinsiemE" Erick Parisi e Dominick Alaimo, ma dopo questo strazio non vogliamo più vedere gente di questa caratura.
Mi spiace molto che un regista che era partito bene si sia rovinato il curriculum con una porcheria simile. Speriamo torni alla carica..

domenica 26 novembre 2023

Come pecore in mezzo ai lupi


Titolo: Come pecore in mezzo ai lupi
Regia: Lyda Patitucci
Anno: 2023
Paese: Italia
Giudizio: 4/5

Vera è una fixer, procura cose. Sta al soldo di una banda di serbi: Dragan, il capo indiscusso, fervente cattolico dalla morale e dalla lettura della Bibbia distorte; Goran, il tuttofare; Milorad, che una volta è stato sepolto vivo. E poi ci sono Gaetano e Bruno, che si sono conosciuti a San Vittore, due criminali di piccola taglia quasi più per necessità che per convinzione. I serbi girano per la città amministrando con il terrore i loro affari, gli italiani si affaccendano con piccole rapine. Poi un giorno Gaetano ha una dritta su un furgone portavalori con un carico da tre milioni euro, e va da Dragan a proporgli l'affare. Ma non tutto è come sembra, perché all'incontro tra i due gruppi Vera riconosce Bruno e Bruno riconosce Vera: sono fratello e sorella, e mentre lui è soltanto un criminale che cerca disperatamente di rimettersi in riga per sé e per la figlia Marta, Vera è una poliziotta infiltrata...
 
Un gioiello e una delle vere sorprese del cinema italiano di quest'anno. Un film di criminalità dell'est secco e potente, un drama, un poliziesco e un noir. Un film che riesce ad abitare ogni genere e trovare il giusto equilibrio tra tensione, atmosfera e azione senza mai perdere il focus sulla vicenda o diventando un acrobatico circo di stereotipi già visti. La vicenda è tesa e l'interpretazione della Ragonese è puro gelo contando come Vera abbia messo a repentaglio la sua vita e di quali elementi deve decidere di difendere a costo della copertura o di dissotterrare gli spiriti di una famiglia che ha scelto di abbandonare dopo alcuni flash back e alcuni episodi davvero esemplari nel denunciare un altro tipo di dramma. L'opera della Patitucci non può concedersi sensazionalismi, qualche risata o momento che possa farci respirare, rimanendo attaccata al suo dramma come in una spirale di ferocia e violenza da cui non possiamo allontanarci e quando lo facciamo dobbiamo guardarci molto bene le spalle.

Indifferenti


Titolo: Indifferenti
Regia: Leonardo Guerra Seragnoli
Anno: 2020
Paese: Italia
Giudizio: 3/5

Mariagrazia è una signora altoborghese che vive molto al di sopra delle sue possibilità da quando è mancato suo marito. Ad allungarle prestiti (che dovrà restituire con gli interessi) è il suo amante Leo, che da tre anni la circuisce con l'obiettivo di sottrarle la sontuosa casa di famiglia. Una casa dove vivono anche i figli di Mariagrazia: la neodiciottenne Carla, che si sta ritagliando una popolarità web nel ruolo di gamer e attira le attenzioni di Leo, e Michele, che intrattiene passivamente una relazione con Lisa, storica amica di famiglia coetanea di sua madre.
 
Tratto dall'opera di Moravia sembra la moderna galleria di persone anaffettive, evitanti e ambivalenti, meschine e ipocrite nel loro condannare i valori familiari rispecchiandosi soltanto di facciata. Egoismi e miserie umane di quella borghesia che non sta mai bene alle prese con ossessioni e ingordigia che siano soldi o donne, persone sensibili o veri e propri avvoltoi.
Ognuno rifugge alle proprie responsabilità cercando rifugio negli affetti più strani e intimi, nascondendosi e nascondendo la mano quando ne sente il bisogno.
Buona la scelta del cast per un film che racconta i disagi di chi sembra scegliere di non voler stare bene, andando a impattare con alcuni problemi da cui si diventa dipendenti. Dove troviamo un sempre ispirato Edoardo Pesce (uno dei pochi attori degni nel nostro panorama) e le solite iperbole e i picchi isterici di Valeria Bruni Tedeschi che torna a vestire i soliti e comodi panni di una donna ben oltre l’orlo della crisi di nervi.


domenica 19 novembre 2023

Comandante


Titolo: Comandante
Regia: Edoardo de Angelis
Anno: 2023
Paese: Italia
Giudizio: 3/5

La storia di Salvatore Todaro, comandante di sommergibili della Regia Marina che durante la Seconda Guerra Mondiale contravvenne agli ordini del suo comando per portare in salvo i 26 uomini che avevano provato ad affondarlo.

Comandante è un film drammatico e corposo che racconta un episodio storico cercando di umanizzarlo il più possibile senza scadere nel melanconico o diventando patetico come molti drammi italiani sanno essere. E' un film che parla di guerra senza quasi mai mostrarla.
E' un film che parla di umanità e coraggio senza farla diventare troppo stucchevole e un sotto testo politico nonostante plasmi di patriottismo tutto ciò che tocca. E' un film dove un gruppo di fascisti tutto fanno e sembrano esprimere, con un carattere nazionale realmente eroico senza mai abusare dei propri strumenti o legandosi e comportandosi come l'ideologia vorrebbe.
E' un film di dolore, sudore e sopravvivenza al fine di mostrare come la guerra sia la condizione più brutta per l'essere umano. E' un film che sa prendersi anche delle pause e far sorridere come alcuni racconti di Reclercq, la storia delle patatine fritte come piatto principale belga, la canzone e le piroette culinarie di Gigino e anche alcune scene intense e sofferte come quella degli schiaffi o degli arti mozzati a causa dei bombardamenti
E' un film che parla di regole cambiandole perchè se bisogna seguire un protocollo è pur vero che in un contesto particolare, un comandante può decidere singolarmente da solo prendendosi la responsabilità del suo operato di come agire. Due ore che volano quasi tutte all'interno di un sottomarino che sembrano, trovando un episodio di guerra passata, porre l'accento sul valore del soccorso come fondante dell'identità italiana


Vizio della speranza


Titolo: Vizio della speranza
Regia: Edoardo de Angelis
Anno: 2018
Paese: Italia
Giudizio: 3/5

Maria ha un cane e una vita dannata. Ripescata in mare come un rifiuto, è cresciuta marcata da un abuso sessuale che le ha scalfito il volto e privato il ventre della capacità di generare. Figlia di una madre alienata e braccio destro di una pappona tossicomane, Maria traghetta povere anime sul Volturno, prostitute nigeriane che affittano l'utero per sopravvivere e ingrassare la loro miserabile padrona. Un giorno la fuga di Fatima, che vuole tenere per sé il suo bambino, e la scoperta di una gravidanza inattesa, scuotono Maria dal profondo. Incinta e in fuga, dopo aver ritrovato e liberato Fatima, Maria prende coscienza di un bivio e sceglie il mare, la vita.
 
Di certo l'acume che contraddistingue De Angelis è quello di scegliere storie drammatiche e vicende poco conosciute come capitava per Indivisibili e come ha da poco svolto con Comandante.
Storie che raccontano degli ultimi, di quelle situazioni che sembrano passare inosservate ma che dietro nascondono traumi senza parole, persone sporche e cattive e destini che sembrano incrociati così come il legarsi alle persone più crudeli e tetre di questa vicenda.
Traffico di esseri umani. Di uteri per precisare. Un tema attuale forse troppo romanzato e reso in alcuni aspetti davvero poco credibile ma denuncia una pratica e un'altra di quelle situazioni crepuscolari italiane di cui c'è poco di cui andare fieri. Una desamina che sancisce una presa di posizione, un western metropolitano e moderno, una lotta contro se stessi e contro gli stessi abusatori che nonostante Maria sia cresciuta continuano a sfruttarla a dovere per i loro traffici.

Orafo


Titolo: Orafo
Regia: Vincenzo Ricchiuto
Anno: 2022
Paese: Italia
Giudizio: 3/5

Tre rapinatori si introducono nella casa di campagna di una coppia anziana per saccheggiare il loro laboratorio di oreficeria. Scopriranno sulla loro pelle che i due vecchietti sono tutt’altro che innocui e finiranno con lo sperimentare l’esperienza più terrificante della loro vita. 

Salviamo gli horror italiani indipendenti. L'Orafo sembra più un omaggio a tanta roba già vista che invece voler dire qualcosa di nuovo e provare a smarcarsi dalle solite strategie commerciali.
Purtroppo non ci riesce per evidenti difetti di sceneggiatura ma al contempo seppur in un tritatutto già visto dove vengono assemblati come per un puzzle pezzi di sceneggiature di altri film, riesce perlomeno ad avere un buon ritmo anche se le scene nel bunker diventano davvero soporifere per evidenti aspetti e per quel voler essere troppo vicino ad alcune vicende dei rapinatori di cui non frega niente a nessuno. In realtà poi soprattutto nel terzo atto il film fa un ulteriore step con un climax finale imprevedibile quanto poco utile ai fini della storia. Home invasion, vecchi psicopatici, splatter, se vogliamo qualche accenno di gore, tentativo di creare una final girls ma stanandola quasi sul nascere e poi quell'omicidio nell'officina che non aveva davvero nessun senso.
Contando che i mezzi ci sono, speriamo che Ricchiuto riesca ad evolversi perlomeno in termini di scrittura.

Boat


Titolo: Boat
Regia: Alessio Liguori
Anno: 2021
Paese: Italia
Giudizio: 3/5

Il viaggio a bordo di un lussuoso yacht di tre coppie che si trasformerà da entusiasmante esperienza, a terribile incubo.

Boat è un thriller ben congegnato, non tanto per la sceneggiatura e la trama che sembrano riproporre canoni classici del genere ma nella buona empatia tra i protagonisti. Di come ognuno nasconda pedestremente qualcosa e non sia chi dice di essere veramente.
Alla fine è un revenge movie dove scopriamo solo alla fine gli scheletri nell'armadio di alcuni protagonisti, un passato che torna furibondo per condannare tutti a fare la fine più bieca e misera.
Liguori è uno che dirige bene tecnicamente ma sembra sempre fare dei lavoretti che potrebbero avere più spessore e al momento topico si fermano. Qui seppur in un'unica location, facendo precipitare presto l'aura di festa, il regista si dimostra meno abile rispetto a Shortcut dove forse l'horror a differenza del thriller da camera gli è più congeniale.

mercoledì 18 ottobre 2023

Respiro


Titolo: Respiro
Regia: Emanuele Crialese
Anno: 2002
Paese: Italia
Giudizio: 4/5

Grazia è la moglie di uno dei tanti pescatori di Lampedusa, ma non si è mai adattata alla piccola, monotona vita dell'isola: fa il bagno nuda, canta a squarciagola le canzoni di Patty Pravo, e spesso si chiude nei suoi silenzi che solo uno dei figli, Pasquale, si sforza di capire. Gli "altri", quelli normali, vorrebbero convincere il marito a farla vedere da uno psichiatra, ma lei preferirebbe morire.
 
Respiro è un film complesso e interessante. Uno sguardo antropologico e folkloristico sulla Sicilia. Il concetto di Santa di come una donna possa essere santificata nelle acque in cui la popolazione pensa sia morta annegata. Una favola reale che sembra raccontare una sorta di leggenda isolana con tutti i suoi crismi, le sue contraddizioni, il concetto di libertà e di fuga da un'oppressione culturale che detta come doversi comportare. La diversità di una donna che vuole sentirsi libera in un contesto che vorrebbe farla curare nel settentrione. Una vicenda appassionante, viva e allo stesso tempo amara.
Con un cast di sconosciuti che prestano anima e corpo al film, Respiro è prima di tutto un'esperienza, un tuffo in un mare che può essere libertà e prigione con quella sensazione di non riuscire ad arrivare mai all'aria, alla salvezza

Non odiare


Titolo: Non odiare
Regia: Mauro Mancini
Anno: 2020
Paese: Italia
Giudizio: 3/5

Simone Segre è un chirurgo con una ferita aperta. Impossibile per lui ricucire. Da qualche parte nel suo background c'è un dolore che non passa e un padre ingombrante, sopravvissuto alla Shoah. L'omissione di soccorso alla vittima di un pirata della strada con la svastica tatuata sul petto, travolge la sua vita e lo conduce fino a Marica, una giovane donna, figlia della vittima. Per mettere a tacere il senso di colpa assume Marica come collaboratrice domestica e si scontra con suo fratello, giovane camerata che non vuole saperne di ebrei ed emigrati. Ma la vita fa giri imperscrutabili e li sposta dal loro centro.
 
L'esordio di Mancini devia da ogni facile sensazionalismo per un dramma profondo dove Gassman dimostra di essere un buon attore in grado di mettersi sulle spalle l'intero film. Ben supportato da un cast di giovani in erba, il film mostra uno spaccato di verità, lavora sull'impossibilità di perdonare l'imperdonabile, aumenta la posta in gioco senza però diventare mai stucchevole ( e poteva esserlo con la storia d'amore tra Simone e Marica). Ancora una volta il racconto di come abbracciare ideologie ormai che non portano più a nulla e accettare un credo che finisce in queste storie quasi sempre per ritorcersi contro. E' così questa rabbia incontrollata da più parti non può che portare ad un climax finale devo dire per nulla scontato e in fondo per certi versi verosimile.