Milano. Etienne Morville è un calciatore francese tra i più forti al mondo ma ha un pessimo carattere. In campo si nota più per le risse che le giocate con i suoi numeri 'alla Houdini', fuori dal campo invece si mette spesso nei guai. Dopo essere diventato bersaglio social dopo aver offeso una tiktoker e accusato di 'body shaming', viene messo fuori squadra. La sua popolarità è ai minimi termini e il suo agente non sa più che fare. Da Palmi, un comune in provincia di Reggio Calabria, arriva intanto una folle proposta. Don Vincenzo, un geniale agricoltore in pensione, organizza una raccolta fondi per ingaggiarlo e risollevare così le sorti della squadra locale, l'U.S. Palmese, cercando di coinvolgere i 18.000 abitanti. Morville così arriva sul posto per rilanciare la sua immagine e fa i conti con una realtà completamente diversa rispetto a quella a cui è abituato. All'inizio è come smarrito e gioca male. Poi inizia gradualmente ad ambientarsi e la sua presenza diventa determinante per il rilancio della squadra.
Forse due ore erano troppe ma per me il cinema dei Manetti è sinonimo di freschezza e speranza e poi diciamocelo anche low budget. Questo è certamente un film minore, mi manca ancora la trilogia di DIABOLIK ma per il resto a parte qualche piccola sbandata sono quasi sempre rimasto soddisfatto da una filmografia perlomeno coraggiosa. Anche come produttori continuano a fare il loro investendo sui giovani e nelle speranze di poter ridar vita al cinema di genere italiano.
E' vero che di film sul calcio non c'è ne sono molti e forse per fortuna vista la messa in scena, ma per molti versi ho apprezzato di più CAMPIONE del 2019 dove in meno tempo veniva narrato e mostrato molto di più. Qui a parte Max Mazzotta e qualche movimento di Papaleo il film è veramente poca cosa a partire dal protagonista che non riesce ad essere empatico e un ritmo che fatica a ingranare.