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lunedì 29 giugno 2015

Racconto dei Racconti

Titolo: Racconto dei Racconti
Regia: Matteo Garrone
Anno: 2015
Paese: Italia
Giudizio: 4/5

1600. Una regina non riesce più a sorridere, consumata dal desiderio di quel figlio che non arriva. Due anziane sorelle fanno leva su un equivoco per attirare le attenzioni di un re erotomane sempre affamato di carne fresca. Un sovrano organizza un torneo per dare in sposa la figlia contando sul fatto che nessuno dei pretendenti supererà la prova da lui ideata, così la figlia non lascerà il suo fianco e i confini angusti del loro castello.

Il Racconto dei Racconti è un film ambizioso, quanto solo apparentemente semplice, che nella sua sottile linea di confine tra i generi, ne sancisce una complessità strutturata e intelligente.
Un film senza tempo come da favola seppur tratto con grande libertà creativa, da tre racconti de "Lo cunto de li cunti", la raccolta di fiabe più antica d'Europa, scritta fra il 1500 e il 1600 in lingua napoletana da Giambattista Basile.
Eros e Thanatos sono ossessioni supremamente vitali, i re come le regine diventano bambini lasciando il posto a giovani più maturi di loro.
L'amore ancora una volta è la sottile linea che lega tutte le tre storie, il fascino proviene dall'evocazione dei sentimenti più che dalla messa in scena, dalle dilatazioni temporali a dispetto di un ritmo smodato su cui probabilmente molti sono rimasti delusi.
Un fantasy anomalo, una fiaba adulta, dove orchi e draghi fanno meno paura di principi e re lunatici oppure di altri re, che non sapendo gestire i rapporti con i consanguinei crescono pulci di nascosto.
Garrone si rivela uno dei registi più controversi del suo tempo, cercando di dare al cinema italiano, una crescita e un valore che piano piano sta scomparendo come se non fosse mai esistito.
La sua scelta dunque è ancora più interessante e avvalorata da una convinzione e un credo, quello del cinema e della sua intramontabile passione, di chi cerca sempre di portare a termine scommesse difficili e scomode.
Il cast del film rende appieno questa atmosfera diviso come negli intenti per scelte e contorni, prendendo solo qualche volto noto del cinema italiano, ma senza dargli troppo risalto.
Funzionale ancor di più il carattere corale e la scelta di montare parallelamente le storie senza dividerle, ma creando ancora di più quell'intreccio che viene approfondito nella scena finale.
Garrone poi e su questo molti storceranno il naso pensando che il film abbia fallito, si sottrae all’abusato andamento di trasposizione cinematografiche di una storia non moderna, scegliendo e narrando di un medioevo distante dalle raffigurazioni e dallo stampo hollywoodiano o delle serie che negli ultimi anni hanno spopolato il cinema.

Da questo punto di vista il film è straordinariamente originale.