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martedì 22 marzo 2011

City of violence

Titolo: City of violence
Regia: Ryoo Seung-wan
Anno: 2006
Paese: Corea del sud
Giudizio: 4/5

Il detective Tae-su viene contattato per l’omicidio di un suo caro amico di nome Wang-jae. Tornato nella città natale Tae-su incontra alcuni suoi vecchi amici e scopre che ormai la città è in mano ai boss locali e piccole bande di delinquenti.
Insieme ad un amico, Tae-su scopre che proprio uno dei suoi vecchi amici è legato all’omicidio di Wang-jae per un progetto d’espansione territoriale.

L’attore, sceneggiatore e regista sudcoreano confeziona un film d’azione contaminato in cui sono per lo più le arti marziali a parlare unite ad esemplari scene coreografiche.
I combattimenti non mancano di stupire, sono stilosi e divertono.
Non mancano citazioni di film come I GUERRIERI DELLA NOTTE oppure KILL BILL. Lo stile cerca di rifarsi ai film di Park Chan-Wook come dinamica di violenze e torture che certo non si risparmiano mai nel cinema coreano.
Il soggetto e la sceneggiatura sono solo un pretesto per dichiarare da subito dove il film vuole andare a parare. Classica vendetta che comporta omicidi e sacrifici per giungere alla fine in cui si scopre che l’amicizia si trasforma e la smanie di potere rimangono.
Dialoghi che servono solo a servire la causa, a volte prettamente cinici oppure ironici.
Almeno tre sequenze da ricordare, il combattimento con le bande di giovani teppistelli mascherati, la prova di forza con l’amico in cui bisogna legarsi un braccio all’altro e la scena finale in cui capita di tutto.
Un film divertente costruito con un ritmo sfrenato e attento alle esigenze dello spettatore dove non mancano alcune scene splatter e un’esagerazione di fondo che non sembra finire mai.