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giovedì 26 dicembre 2019

Star Wars: Episodio IX – L'ascesa di Skywalker


Titolo: Star Wars: Episodio IX – L'ascesa di Skywalker
Regia: J.J. Abrams
Anno: 2019
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

La resistenza è ridotta a poche unità, il primo ordine dilaga sotto il comando del leader supremo Kylo Ren, ma un messaggio ha turbato la galassia. L'imperatore Palpatine giura vendetta! Ren si mette così alla ricerca dell'origine della trasmissione e arriva a confrontarsi con Palpatine, che gli offre una spaventosa flotta se saprà eliminare la ragazza Jedi, Rey. Questa combatte e si addestra seguendo gli insegnamenti del generale Organa, mentre Finn, Poe e Chewbacca ricevono messaggi da una spia nel Primo Ordine.

Nei saluti finali quando ormai i nostri guerrieri hanno vinto contro il Primo Ordine e la Reisistenza può finalmente festeggiare, tra i tanti saluti vediamo due donne baciarsi in bocca.
Un segno di coraggio della Disney? il bisogno ormai di mettersi in riga con una realtà che ormai il cinema non deve e non può più nascondere?
La scena forse rappresenta la sfida più alta dell'ultimo capitolo della trilogia che chiude o riapre i canali della forza, di una saga infinita, una tra le più enormi e ambiziose macchine da soldi che Lucas creò nel lontano '77, che si siano mai viste.
Se da un lato i toni si sono più addolciti, basta vedere quella serie tv davvero coinvolgente di nome Mandalorian, per capire che non vedremo più sangue, che i corpi scompaiono pur di non mostrare, che ormai per quanto sia una macchina rodata, questa saga ha sempre avuto il villain numero uno: i fan.
Perchè nell'ultimo capitolo di certo c'era una pressione di fondo nel dover chiudere tutte le trame e sotto-trame aperte in precedenza, cercando di edulcorarle il più possibile, cercando di dare pace ai tormenti infiniti di Kylo Ren, dare enfasi a Palpatine mostrando ancora gli assi nella manica che possiede e infine caratterizzare malissimo la protagonista, quella Rey che in fondo non abbiamo mai conosciuto, facendo un salto enorme rispetto al film precedente e facendole fare ogni cosa (im)possibile pensata all'interno del film come ad esempio controllare un'astronave con un gesto della mano (il povero Joda sarebbe rimasto allibito).
Al di là dei meriti tecnici di un budget smisurato e della c.g che si muove come la regia di Abrams con passo svelto senza stare a perdersi in inutili congetture, sposando ancora una volta l'avventura prima della sci-fi e dando vita ad una vaga idea di azione come se fosse un enorme giocattolo dove per assurdo i combattimenti con le spade laser passano in secondo piano per le funamboliche manovre delle astronavi.
Alcune stonature come una narrazione che si apre e chiude da sola senza la presenza di colpi di scena, di trame complesse, ma dando svago e intrattenimento in grosse quantità, risvegliando anche alcuni personaggi che non aveva senso rimettere in quel contesto (Leia su tutti) lascia l'amaro in bocca. Forse l'unico vero pregio del film è di aver cercato quanto più rispetto ai precedenti capitoli, un'atmosfera in più momenti abbastanza oscura e spettrale dove i nostri eroi verranno spesso messi di fronte alle loro debolezze e fragilità, dove le paure, i rimossi e i ricordi giocheranno una carta importante spesso buttata via velocemente ma che continua quell'idea di una morte come condizione transitoria, tanto quanto la vita o forse è proprio quest’ultima a non estinguersi mai del tutto da sempre nell'immaginario della mitologia Lucasiana