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giovedì 24 novembre 2011

Human Centipede 2


Titolo: Human Centipede 2
Regista: Tom Six
Anno: 2011
Paese: Gran Bretagna
Giudizio: 3/5

Fan assoluto del film "The Human Centipede", lo squilibrato Martin decide di emulare le gesta del protagonista di quel lungometraggio, che aveva unito tra loro chirurgicamente tre persone al fine di renderle un unico corpo e un unico apparato digestivo. Lavorando come custode notturno in un garage l’uomo ha la possibilità di scegliere vittime solitarie e notturne, che tramortisce e porta in un magazzino desolato dove poter compiere il suo atroce esperimento. Alla fine sono ben undici gli sventurati che cadono nelle grinfie di Martin, il quale ha così a disposizione un numero di corpi più che sufficiente per dare sfogo alle sue fantasie più orribili.

Dire che è il film più gore, marcio, sporco, grezzo, violento, esagerato di quest’ultimo anno è indispensabile per recensire la deliranza piena in cui crede Six nel seguito (perché è un seguito) del primo capitolo.
Un sequel strano pensato e assoggettato al suo stesso volere di chi, tolte le parentesi, gioca su un piano auto celebrativo totale nonché nella ricerca (nei più singoli e inquietanti dettagli) della natura umana in questo caso quella del protagonista Martin, in un vortice di malattia e regresso che lo porta a diventare carnefice di un sistema che lo vorrebbe morto a pugnalate dalla madre nel letto mentre dorme.
Il secondo quesito è quello che interessa schiere di fan e stuzzica la fantasia malata di alcuni registi ovvero cercare di andare oltre con quello che si è fatto prima. Andare oltre in termini di evolversi rispetto all’esordio è un elemento che va riconosciuto a Six ma sempre rientrando in quella logica malata ed estrema che sembra essere lo specchio dei tempi, nell’horror, di svariati registi. Andare oltre può significare sviluppare meglio la storia allargando la denuncia, HOSTEL 2, oppure cercare solo di aggiungere sangue e scene weird, CABIN FEVER 2 (guarda caso due film dello stesso regista, anche se solo sul primo ha girato il sequel.)
Eppure questo secondo capitolo, indagando meglio, sorpassa l’horror diventando come in pochi casi e in questo i francesi sono avanti, uno studio su alcuni casi sociali, sulla malattia della solitudine, della noia fine a se stessa che esercita spesso, nel caso della violenza, una difficoltà a distinguere la finzione dalla realtà.
Alcune scene sono veramente curate con un dettaglio malato e quasi insopportabile (la scena dei denti non se la dimenticherà nessuno…ammesso e concesso che non chiudiate prima gli occhi).
Laurence R.Harvey è uno di quegli attori sconosciuti che vanno letteralmente oltre nella performance, riuscendo a disegnare un quadro malato e spietato che non si dimenticherà.
Human Centipede 2 è un cult, della malattia.
Solo per gli estremisti dell’horror.
Alcune sviste di sceneggiatura ci sono (la ragazza che pur di fare un provino con Tarantino accetta di salire in macchina con Martin fidandosi senza problemi…) ma la confezione tecnica del prodotto con una fotografia in b/n perfetta e lucida di David Meadows riesce a diventare un quadro ipnotico che cresce come la rabbia e la disperazione di Martin.
Le critiche alle scienze sociali non mancano (la parabola dello psicologo/assistente sociale è spietata).
In Uk non hanno capito una cosa…vietare la proiezione e la vendita di questo film non farà altro che attirare maggiormente l’attenzione dei fan che lesti e furtivi si precipiteranno sulla rete come unica risposta alle loro  curiose voglie negate da dei funzionari che dimostrano di non aver capito un cazzo.