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sabato 23 novembre 2019

King(2019)


Titolo: King(2019)
Regia: David Michod
Anno: 2019
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Inghilterra, inizi del XV secolo. Enrico IV, dopo aver seminato attraverso il suo regno il malcontento, si ritrova a combattere continue aggressioni dalla Scozia e dal Galles. Ma la salute lo sta abbandonando ed è giunto il momento di passare il testimone. Il designato però non sarà il suo primogenito Hal, principe di Galles, che ha scelto di vivere fra la gente comune abbandonandosi all'alcool e alle donne, ma suo fratello minore Thomas, che non vede l'ora di prendere il posto riservato dalla tradizione al maggiore. Purtroppo Thomas viene ucciso in battaglia e ad Hal non resta che indossare suo malgrado la corona, assumendo il nome di Enrico V. La sua riluttanza è dovuta ad una avversione viscerale alla guerra, vista come uno spargimento di sangue fratricida: filosofia che il giovane Hal ha sempre condiviso con il suo più anziano amico, John Falstaff, compagno di bevute e scorribande.

L'anno dei ritorni in cattedra di alcuni tra i miei registi contemporanei preferiti. Ben Weathley, Jim Mickle e ora David Michod sperando ne arrivino altri.
The King è bello perchè puzza, è sporco, violento, grottesco, paradossale, distruggendo quel mito per cui spesso assistiamo ai film storici tutti impettiti e con corazze e armature eleganti e sinuose aspettandoci gesta eroiche, combattimenti inverosimili e tutto il resto.
Qui si scivola nel fango e nella melma, si muore male (molto direi), si prendono malattie con una facilità che risalta uno degli aspetti di quel periodo storico, non è elegante e buono per nulla, anzi.
Tutti a modo loro sono confinati in un loro limbo, aspettando di morire, rassegnati da un contesto storico dove il potere e il controllo sono i veri tasselli su cui scandire i propri intenti.
Shakespeare sapeva cosa faceva e questo Enrico IV è una poesia cruenta, il film più ambizioso di Michod, fatta di girandole d'intrighi, lotte di potere, inganni, soprusi e violenza, che crea un suo linguaggio nella pellicola sfruttando a dovere il cast che brilla nella sua crudeltà e dove solo alcuni personaggi cercano di vivere regalandosi qualche battuta e risata come Falstaff interpretato da Edgerton anche in veste di co-sceneggiatore con lo stesso Michod ( i due si conoscono molto bene viste anche le collaborazioni precedenti).
La Battaglia di Azincourt diventa il perno centrale del film, tutto nei due atti prima viene seminato per portare ad un raccolto di sangue dove le morti avverranno in maniera spesso atipica, raccapricciante come doveva essere e su cui Michod ha fatto un lavoro minuzioso e di ricerca storica pressochè perfetto. Dal punto di vista tecnico, i giochi di luce, l'atmosfera, i costumi, il cast, tutto aderisce al meglio, dando ancora più spessore ad un film peraltro molto complesso e prolisso, dove può capitare di annoiarsi e dove l'azione non è sparata come forse ci si potrebbe aspettare.
Personaggi tormentati come Hal, mentori speciali come Falstaff, ridicoli buffoni come Luigi di Francia, malati cronici e ormai derelitti impazziti come Enrico IV.
The King dipende da che direzione lo guardi, sinceramente l'ho trovato uno dei film storici più belli degli ultimi anni, lasciando da parte eccentricità ed eroi, scavando a fondo nei personaggi e tratteggiando quella che forse è una delle vicende più realistiche di quei tempi.