Titolo: Pasolini
Regia: Abel Ferrara
Anno: 2014
Paese: Belgio
Giudizio: 3/5
Il film racconta l'ultimo giorno di vita di Pasolini, mentre
stava cercando di recuperare delle bobine rubate di Salò, un viaggio che si è
concluso con la sua morte. Il film sfrutta l'occasione per mostrare le sequenze
perdute. Nel film viene inoltre trattato l'ultimo progetto del regista
italiano, un film su San Paolo ambientato a Detroit.
Pasolini racconta di un intellettuale importante, dirompente
e influente, un precursore misterioso e affascinante che ha saputo portare la
sua cultura in tutte le arti con cui ha avuto modo di confrontarsi.
Il film voluto da Ferrara è un film molto complesso,
difficile da analizzare e commentare.
Un film che seppur ambizioso, cerca e non può esimersi del
resto, di analizzare solo una parte della complessità dell’artista.
Con un
taglio a volte che potrebbe sembrare freddo, incerto e didascalico, il regista
torna a cercare di impressionare, non dal punto di vista delle immagini, ma di
quello che forse Pasolini avrebbe potuto fare se non fosse morto.
E’certo, per ammissione del suo stesso protagonista Dafoe
(come sempre un trasformista perfetto, in questo caso poi entra proprio di
corpo nel personaggio) una lavorazione in cui la fretta e i tempi corti hanno
sancito diversi limiti.
Da questo punto di vista non sorprende dunque che in alcuni
casi sembra che il film sia spezzato e poi rimontato, con un particolare uso
del montaggio e dei tempi della narrazione, spostati e poi reinseriti.
Il coraggio di Ferrara avrebbe avuto bisogno di più tempo,
in modo tale che alcuni aspetti incerti e didascalici, non prendessero in
alcuni casi il sopravvento.
Così dalle sue parole non concordo molto sull’affrontare
solo il Pasolini del presente e non quello del passato, come nella frase in cui
si rivolge a Colombo dicendo “siamo tutti in pericolo”.
Ecco il film sarebbe e
avrebbe dovuto essere più pericoloso, soprattutto contando che ancora, come
spesso capita nel nostro unicum italiano, alcuni omicidi rimarranno sempre dei “misteri”
e confermano ancora di più, senza stare ad essere troppo apocalittici o
complottisti, i motivi che rendevano questo personaggio così politicamente scomodo.