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martedì 27 marzo 2012

Black Death


Titolo: Black Death
Regia: Cristopher Smith
Anno: 2010
Paese: Gran Bretagna
Giudizio: 4/5

L'Inghilterra medievale è caduta sotto l'ombra della peste, un giovane monaco chiamato Osmund ha il compito di portare un cavaliere senza paura, Ulric e il suo gruppo di mercenari in una remota palude. Lo scopo del loro viaggio è rintracciare un negromante – una persona che sa riportare in vita i morti. Combattuto tra il suo amore per Dio e quello di una giovane donna, Osmund scopre che il negromante, è una bellissima donna chiamata Langiva. Dopo che la Langiva rivela la sua identità satanica e offre ad Osmund ciò che desidera il suo cuore, comincia l'orrore del suo vero viaggio

Al suo quarto film Smith regala il suo film più maturo.
CREEP è stato un buon esordio sull’horror e il retroterra urbano, poi è arrivato SEVERANCE è nella particolarità di avere a che fare con buon indi è riuscito ad avere la meglio con un risultato davvero grottesco e slasher per poi girare TRIANGLE, una storia particolare che indaga il senso di colpa con annessi richiami al cinema di genere.
Infine arriva questo particolarissimo film, una sorta di giallo storico anche se la tipologia di genere fa schifo contando che in questo caso le contaminazioni rimandano a qualcosa di ben più mistico ed esoterico.
Il film riesce in quello che in altri film è stato a mio parere non raggiunto o sviluppato con troppa enfasi in modo tale da farlo crollare proprio sotto il peso degli eccessi ovvero narrare e mostrare il necessario facendo parsimoniosamente un uso limitato di sangue e violenza.
La morte nera, la peste quindi, diventa solo il motore dell’azione per analizzare un vero e proprio scontro tra fanatismi. Smith smonta tutto senza prendere una posizione, la condanna arriva per entrambe, ma partendo dal “buon” cristiano inquisitore convinto di fare il bene (elemento che già dovrebbe far storcere il naso) si contrappone quella che per molti rappresenta una delle varianti, una sorta di rito pagano con i suoi orrori e le sue superstizioni.
Un film potente con qualche piccola incrinatura nella sceneggiatura  ma un ottimo risultato per quello che sta diventando un regista da prendere seriamente in considerazione nei film di genere.