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mercoledì 1 agosto 2018

Io sono tempesta


Titolo: Io sono tempesta
Regia: Daniele Lucchetti
Anno: 2018
Paese: Italia
Giudizio: 2/5

Il finanziere Numa Tempesta sta per avviare un grande progetto immobiliare in Kazakistan.
Ma proprio al momento di chiudere le trattative con gli investitori internazionali i suoi avvocati lo informano che dovrà scontare una condanna per frode fiscale: non in carcere, che gli avvocati sono riusciti ad evitargli, ma prestando servizi sociali presso un centro di accoglienza. Passaporto e cellulare gli vengono ritirati da Angela, che gestisce il centro, e Numa è adibito a vari compiti di assistenza - compreso quello di tenere puliti i bagni comuni.
La parabola di Tempesta è dichiaratamente ispirata a quella di Silvio Berlusconi, ma lo sviluppo del personaggio ha più a vedere con la commedia all'italiana che con l'attualità politica (anche se nella realtà spesso le due si sovrappongono).

Terribile l'ultimo film di Lucchetti.
Un regista su cui faccio difficoltà ad esprimermi dal momento che la sua filmografia è piuttosto variegata e sono pochi i suoi film ad avermi convinto.
Io sono Tempesta, la campagna promozionale dove gli attori dicevano di essere tutti tempesta, è davvero un film che si smonta piano piano andando avanti in una confusione che a volte si perde i personaggi per le strade di Roma facendoli rincontrare senza un nesso logico .
Una trama confusa, un cast che sembra voler omaggiare uno degli attori più richiesti romani (ma non dei più bravi dal momento che recita se stesso) e poi Germano a fare il senzatetto che alla fine finisce a letto con una modella è davvero il top del non sense.
Un film brutto che non arriva da nessuna parte, trasmette poco e comunica quasi nulla.
Un film confezionato anche molto bene, costato moltissimo con tante location e un abbellimento che lasciava sperare in qualcosa di almeno sopportabile.
E poi è noiosissimo per quanto il gruppo di senzatetto cerchi di commuovere con il risultato che tutto è forzato, niente appare realistico ma è invece quanto di più distante dalla realtà.