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martedì 2 novembre 2021

Bright samurai soul


Titolo: Bright samurai soul
Regia: Kyohei Ishiguro
Anno: 2021
Paese: Giappone
Giudizio: 3/5

Nel periodo tra la caduta dello shogunato e l’ascesa dell’era Meiji, una potente luce brillante emessa da una bacchetta mette fine al lungo periodo dello shogunato per evitare ulteriori spargimenti di sangue mentre il Giappone inizia a spostarsi verso una nuova era. In queste circostanze, un ronin errante con un occhio solo di nome Izou, che ha perso la sua ragione di vita, e Raiden, un orco che detesta l’omicidio e spera di lasciarsi alle spalle una vita da ladro, incontrano separatamente una giovane ragazza elfo di nome Sonya nello stesso periodo. Insieme, intraprendono un viaggio lungo la strada di Tokaido per portare lei e la bacchetta che tiene al sicuro nella terra degli elfi nel nord. Sul loro cammino c’è la misteriosa organizzazione Inferni, che mira a ottenere la bacchetta e a far rivivere il Signore Oscuro, che intende dominare tutto il creato. Inferni utilizza anche il nuovo governo Meiji nel suo tentativo di rubare la bacchetta a Izou, Raiden e Sonya. Viaggiando lungo la strada Tokaido da Kyoto a Yokohama, Izou e Raiden iniziano il loro viaggio per proteggere la bacchetta.
 
Bright era stato davvero un film insulso. Un world building con tante creature appena accennate venuto male con Smith a dare il peggio di sè e un drago che svolazzava sopra la città.
Un poliziesco, un buddy movie contaminato con il thriller e il fantasy. Peccato.
Bright samurai soul invece è un viaggio dell'eroe, un cammino di formazione, un'amicizia tra diverse razze il tutto ambientato nel Giappone feudale con mostri e clan annessi. Il prequel del film di Ayer sicuramente è meno ambizioso, più pacato e poetico, meno tamarro e di fatto realizzato come se fosse in tanti momenti un dipinto ad olio con un'atmosfera che riesce bene ad intrecciare diversi sotto generi. Umani, orchi ed elfi. Un triangolo tutto sommato riuscito dove i combattimenti riescono ad essere sanguinosi al punto giusto e la violenza e le discriminazioni verso alcune culture non mancano.
Con una musica che mischia contemporaneo ed elettronico, tra bacchette magiche in grado di cambiare le sorti di un paese, il film di Ishiguro non è da annoverare tra i capisaldi contemporanei dell'animazione nipponica ma si lascia guardare molto bene.