Regia: Soska
Anno: 2019
Paese: Usa
Giudizio: 3/5
Il film è il remake del film di Cronenberg che racconta
la storia di una donna gravemente ferita dopo un incidente motociclistico.
L'intervento chirurgico effettuato per salvarla cambierà il suo corpo
irrimediabilmente, trasformandola in una specie di vampiro.
Più che ispirarsi al modello del regista canadese, le
sorelle Soska, che spero da oggi in avanti vanteranno una carriera più
prolifica, immettono toni alla Refn di Neon Demon, protagonista bellissima,
competizione ai massimi livelli, mondo della moda e via dicendo per finire su
cartelloni pubblicitari e stare alle regole di squilibrati maschi alfa. Il
make-up mostra dopo un primo atto di semina, un volto deturpato in maniera
oscena, l’incidente dopo un altro incidente che aveva già di fatto colpito Rose
nel profondo trasformandola almeno psicologicamente annichilendo la sua
autostima.
Rabid parte decorosamente, dopo il secondo atto esplode
in un fiume di sangue lasciando lievemente la protagonista in secondo piano e
concentrandosi sull’epidemia.
Transumanesimo, postumanesimo, ormai il mondo sta
cercando di aprire nuovi orizzonti non soltanto per quanto concerne la
chirurgia estetica ma nel modo di arrivare a pensare e trasformare in primis le
menti indirizzandole verso un binario comune con i medicin man e i guru
dell’immagine.
Il film delle sorelle Soska, veneratrici di Cronemberg,
non è perfetto, prende molto dall’originale pur riuscendo ad allargarne gli
intenti puntando più in alto, rischiando e mettendoci la faccia arrivando a porre
delle risposte a dei concetti che l’ateo canadese non si è mai posto o forse
non gli è mai interessato indagare. Si và oltre la mera concezione dell’horror
per portare alcune riflessioni sulla scienza, sulle metodologie spesso
conosciute e d’avanguardia, degli effetti perversi e le conseguenze inattese
che possono avvenire e diventare virali nel giro di poco tempo senza
dimenticare però la vera natura del film fatta di sangue ed epidemia.