Titolo: Leggenda di Tarzan
Regia: David Yates
Anno: 2016
Paese: Usa
Giudizio: 2/5
Lord Greystoke vive a Londra,
nell'elegante dimora di famiglia, con la moglie Jane. Quando il
governo lo invita a tornare in Congo, rifiuta: Tarzan, dice, non c'è
più. Il suo nome, ora, è John Clayton III. Saranno le pressioni
dell'afroamericano George Washington Williams, deciso a provare la
colpevolezza del Belgio in materia di schiavitù, e la richiesta di
Jane, a farlo decidere per un ripensamento. In Africa, lo aspettano
gli amici animali, ma anche vecchi e nuovi nemici.
Nel 2016 qualcuno sente ancora il
bisogno di adattare un film su Tarzan. Parliamone....
L'harry pottiano Yates continua a
cimentarsi tra avventura, fantasy e tutto il resto, trovando la sua
vena come mestierante senza aggiungere molto e ricoprendo un ruolo di
tecnico senza anima all'interno della macchina hollywodiana, puntando
sempre sulla superiorità della grafica rispetto alla scrittura, come
in questo caso, in un film noioso e pasticciato che non si capisce
bene cosa voglia dire o dimostrare.
Forse gli sceneggiatori volevano
riprendere GREYSTOKE del'84 e dargli una sorta di sequel.
In quel caso però la scelta si era
rivelata funzionale almeno con dei passaggi nella giungla e scontri
tra uomo e scimmia che riuscivano a lasciare una loro impronta
specifica.
Qui ancora una volta il meccanismo di
costruzione della storia e gli obbiettivi che si diramano sembrano
deboli già in partenza senza capire in alcuni casi alcune scelte e
il perchè di alcune azioni.
Il film è semplice, condiscendente e
inerte, volendo essere sia moderno che tradizionale, finendo per
sbagliare fin da subito con un protagonista Alexander Skarsgard, che
sembra uscito da TWILIGHT, troppo belloccio e curato minuziosamente
in ogni dettaglio (cosa che non si può dire per le sorti del film).
Sprecatissimo il resto del cast in particolare Waltz che meritava di
giocare un ruolo più complesso e non la solita macchietta costellata
di stereotipi.