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venerdì 26 aprile 2024

Reacher-Season 1


Titolo: Reacher-Season 1
Regia: AA,VV
Anno: 2022
Paese: Usa
Stagione: 1
Episodi: 8
Giudizio: 3/5

Jack Reacher, ex recluta dell'esercito americano, si è ormai ritirato dalla polizia militare. Tuttavia, il suo viaggio attraverso il Paese lo porta ad essere coinvolto in alcune indagini pericolose, fino a venire accusato di omicidio.
 
Un vichingo con il cervello e l'acume di Sherlock Holmes. Eh sì perchè Alan Ritchson a differenza di Tom Cruise funziona molto meglio e ha la ghigna e le braccia grosse al punto giusto per sfondare a suon di mazzate i bifolchi e i corrotti che trova durante il suo cammino. Parte bene come sempre, ricorda non di poco BANSHEE per come venga almeno inizialmente tratteggiato il protagonista e il suo passato oscuro. Scopriamo praticamente subito che è un buono e che riesce a vedere oltre l'apparenza di un paesino corrotto come sempre fino al midollo dove cominciano ad avvenire degli omicidi molto anomali. Un'operazione studiata a tavolino che sembra ricordare quei vecchi telefilm anni '80 dove il mistero e l'indagine non sono mai così complessi ma nemmeno particolarmente banali e scontati e dove i personaggi riescono ad avere sempre una caratterizzazione decente.
Dove ancora una volta non ci sono mezzi termini, i cattivi fanno il loro e i buoni pure, senza manicheismi o sensazionalismi vari ma un omone che lavora fuori dalle noiose maglie burocratiche della legge, uno che quando prende a cuore una causa (qui gli hanno ammazzato il fratello) diventa uno schiacciasassi che tira sotto tutto finché non arriva alla verità lasciandosi dietro una scia di cadaveri.

mercoledì 27 marzo 2024

True Detective-Season 4


Titolo: True Detective-Season 4
Regia: Issa Lopez
Anno: 2023
Paese: Usa
Stagione: 4
Episodi: 6
Giudizio: 4/5

Due investigatrici, Liz Danvers ed Evangeline Navarro si ritrovano assieme, dopo anni che non hanno lavorato a causa di divergenze per un vecchio caso di omicidio irrisolto, a indagare sulla misteriosa sparizione di otto uomini in una base di ricerca lì in Alaska. Le indagini metteranno in luce misteri sepolti sotto la neve, ma anche un macabro legame con il caso di omicidio irrisolto che ha fatto allontanare le due partner.

Diciamo che a dieci anni dalla prima stagione, la show runner Issa Lopez scelta da Pizzolato fa un lavoro egregio, riportando ai fasti la serie, trasportandola in mezzo ai ghiacci e alle nevi e scegliendo tutte donne protagoniste. L'inizio faceva pensare a qualcosa di carpenteriano o addirittura mi ha fatto venire in mente Hive di Curran per l'idea di far scongelare i corpi per poi studiarli (anche se in quel caso erano mummie con importanti accenni ai Grandi Antichi).
Funzona bene questa distorsione paesaggistica più buia e più fredda ambientata in Alaska, in grado di farti perdere in mezzo a bufere, il primo giorno di dicembre che inaugura un lungo periodo di tenebra perenne, dove il tempo diventa il principale antagonista e dove vivere e tessere rapporti sociali non è assolutamente facile. Soprattutto quando poi aldilà degli aspetti soprannaturali c'è una vera e propria lotta che vede responsabile un'azienda corrotta e la popolazione e la comunità degli Inupiat. Il caso di Anne poi, l'attivista che lottava assieme alla comunità locale per la chiusura di una miniera inquinante, ritrovata sei anni prima pugnalata a morte e quello degli scienziati. La bellezza è che tutti gli elementi siano legati, Night Country è minata da ossessioni e incubi legati al passato delle due protagoniste e in più avviene una spietata lotta contro la misantropia maschile. Una coppia che funziona molto bene fisicamente come opposti ma anche per come caratterizzata da una cinica e sboccata e altrettanto riluttante compagna, entrambe le coppie riunite per indagare, dopo una separazione astiosa, su un caso irrisolto che si presenta con nuove morti violente.


venerdì 8 marzo 2024

Silent Night (2023)


Titolo: Silent Night (2023)
Regia: John Woo
Anno: 2023
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Vigilia di Natale. Durante uno scontro a fuoco per le strade della città tra due gang di narcotrafficanti, un proiettile colpisce un bambino, uccidendolo. Il padre, Brian, insegue i narcos per le strade e viene ferito alla gola, perdendo la voce. Dopo la convalescenza in ospedale la sua unica ragione di vita sarà vendicarsi e sterminare la gang che ha causato il massacro.
 
A me è sembrato di vedere una brutta copia del CORVO in chiave polizziottesca.
John Woo è sempre stato un autore talentuoso e la sua filmografia ne è una riprova nonostante gli anni passino per tutti e ciò che Hollywood offre spesso non è proprio ciò che si vuole. Detto questo forse perchè sono partito con delle aspettative molto alte per cui non sono riuscito ad amare particolarmente questo film pur vedendolo due volte e soffermandomi come sempre sulla capacità dell'autore di girare alcune scene d'azione, soprattutto di sparatorie e inseguimenti, mettendo un attore mascellare e un plot narrativo veramente molto striminzito. Un revenge movie dove in questo senso la perdita della voce di Brian rende il film privo di dialoghi e quasi muto, un dispositivo che consente a Woo di asciugare al massimo il suo cinema, di concentrarsi sull'essenziale ma allo stesso tempo perdendo pathos e caratterizzando in maniera debole il suo protagonista.

sabato 17 febbraio 2024

Fargo-Season 5


Titolo: Fargo-Season 5
Regia: AA,VV
Anno: 2023
Paese: Usa
Stagione: 5
Episodi: 10
Giudizio: 5/5

I nuovi episodi sono ambientati in Minnesota e North Dakota, nel 2019. Dopo che una serie inaspettata di eventi ha messo Dorothy “Dot” Lyon nei guai con le autorità, questa casalinga del Midwest, apparentemente tipica, si ritrova improvvisamente catapultata in una vita che pensava di essersi lasciata alle spalle.Lo sceriffo del North Dakota, Roy Tillman, è alla ricerca di Dot da molto tempo. Allevatore, predicatore e costituzionalista, Roy crede di rappresentare la legge e quindi di esserne al di sopra. Al suo fianco c’è il suo fedele ma inetto figlio, Gator. Che cerca disperatamente di dimostrare il suo valore al padre. Peccato che sia senza speranza. Così, quando si tratta di dare la caccia a Dot, Roy arruola Ole Munch, un oscuro vagabondo di origine misteriosa.Con i suoi segreti più profondi che iniziano a svelarsi, Dot tenta di proteggere la sua famiglia dal suo passato. Ma il suo affettuoso e ben intenzionato marito Wayne continua a correre da sua madre, Lorraine Lyon, per chiedere aiuto. CEO della più grande agenzia di recupero crediti del paese, la “Regina del debito” non è stata particolarmente impressionata dalla scelta del figlio di scegliere moglie e non perde occasione per esprimere la sua disapprovazione. Tuttavia, quando l’insolito comportamento di Dot attira l’attenzione del vice della polizia del Minnesota, Indira Olmstead, e del vice del North Dakota, Witt Farr, Lorraine nomina il suo consulente interno e consigliere principale, Danish Graves, per aiutare sua nuora. Dopotutto, la famiglia è la famiglia. Ma Dot ha un talento inquietante per la sopravvivenza. E con le spalle al muro, sta per dimostrare perché non si dovrebbe mai provocare una madre Lyon.

Fargo è una delle serie tv più belle di sempre. Ammetto di non aver visto la quarta stagione che a detta di molti è indubbiamente la peggiore scimmiottando su alcuni stereotipi mafiosi e portando Gomorra in America. In quest'ultima vengono ripresi alcuni punti forti della serie ovvero il tema del grottesco come risposta disperata ad alcune scelte scriteriate, dove si alternano crudeltà e ingenuità senza parlare mai di un totale predominio ma lasciando sempre quel dubbio su come verranno disegnati e caratterizzati alcuni personaggi. Come sempre emerge una critica sociale su tutto ciò che concerne la moralità dubbia della società e di alcuni personaggi e fin dove possa spingersi la legge. Ci sono tanti bei personaggi, c'è il revenge movie, la final girl, torture, rapimenti, omicidi, esoterismo, rituali, perdono e sacrificio. Nel finale c'è una di quelle sparatorie che non si vedevano da tempo con uno scontro che si rifà molto ad alcuni fatti accaduti alla Casa Bianca per quella che concerne la dipartita di Trump in questo caso tra bifolchi cowboy conservatori e una fetta di quella democrazia e l'Fbi in un vero e proprio bagno di sangue.
Alla fine ciò che conta è rimanere umani come nella scena finale con Munch. «Con questa stagione volevo davvero affrontare il tema del debito», ha detto il tuttofare. «Qualcosa come i due terzi degli americani hanno un debito non trascurabile, ma nessuno ne parla mai perché si prova vergogna, c’è molta moralità in questo. C’è anche qualcosa di molto “coeniano” nell’idea che se hai un prestito studentesco e ci vogliono 20 anni per ripagarlo, se lo ripaghi, sei una brava persona. E se non lo ripaghi, sei una persona cattiva, ma non lo saprai per 20 anni. Quindi, per quei 20 anni, sei sia una brava che una cattiva persona. C’è una dualità che trovo davvero interessante».


domenica 26 novembre 2023

Come pecore in mezzo ai lupi


Titolo: Come pecore in mezzo ai lupi
Regia: Lyda Patitucci
Anno: 2023
Paese: Italia
Giudizio: 4/5

Vera è una fixer, procura cose. Sta al soldo di una banda di serbi: Dragan, il capo indiscusso, fervente cattolico dalla morale e dalla lettura della Bibbia distorte; Goran, il tuttofare; Milorad, che una volta è stato sepolto vivo. E poi ci sono Gaetano e Bruno, che si sono conosciuti a San Vittore, due criminali di piccola taglia quasi più per necessità che per convinzione. I serbi girano per la città amministrando con il terrore i loro affari, gli italiani si affaccendano con piccole rapine. Poi un giorno Gaetano ha una dritta su un furgone portavalori con un carico da tre milioni euro, e va da Dragan a proporgli l'affare. Ma non tutto è come sembra, perché all'incontro tra i due gruppi Vera riconosce Bruno e Bruno riconosce Vera: sono fratello e sorella, e mentre lui è soltanto un criminale che cerca disperatamente di rimettersi in riga per sé e per la figlia Marta, Vera è una poliziotta infiltrata...
 
Un gioiello e una delle vere sorprese del cinema italiano di quest'anno. Un film di criminalità dell'est secco e potente, un drama, un poliziesco e un noir. Un film che riesce ad abitare ogni genere e trovare il giusto equilibrio tra tensione, atmosfera e azione senza mai perdere il focus sulla vicenda o diventando un acrobatico circo di stereotipi già visti. La vicenda è tesa e l'interpretazione della Ragonese è puro gelo contando come Vera abbia messo a repentaglio la sua vita e di quali elementi deve decidere di difendere a costo della copertura o di dissotterrare gli spiriti di una famiglia che ha scelto di abbandonare dopo alcuni flash back e alcuni episodi davvero esemplari nel denunciare un altro tipo di dramma. L'opera della Patitucci non può concedersi sensazionalismi, qualche risata o momento che possa farci respirare, rimanendo attaccata al suo dramma come in una spirale di ferocia e violenza da cui non possiamo allontanarci e quando lo facciamo dobbiamo guardarci molto bene le spalle.

mercoledì 18 ottobre 2023

Bargain-Season 1


Titolo: Bargain-Season 1
Regia: Woo-Sung Jeon
Anno: 2023
Paese: Corea del Sud
Stagione: 1
Episodi: 6
Giudizio: 4/5

Alcuni uomini vengono coinvolti in un traffico di organi venduti all'asta al miglior offerente. Dopo un terremoto, le vittime, i trafficanti e gli acquirenti rimangono intrappolati nell'edificio e devono lottare per sopravvivere ad ogni costo.

“Bargain segue il modello dei videogame polizieschi, con livelli cooperativi e sfide da superare individualmente che richiedono di adattare la regia e la direzione degli attori al frenetico stile videoludico” ha spiegato il regista Jeon Woo-sung
Tutte le certezze crollano nel vero senso della parola alla fine del primo episodio trasformando la serie in tutt'altra cosa. Un inizio esplosivo dopo un primo episodio davvero incalzante, ricco di colpi di scena, di suggestioni e di assurdi. Su tutto aleggia una disperazione di fondo che coglie tutti i personaggi che siano buoni o cattivi anche se questa dicotomia spesso non è così chiara e tutta la serie spesso gioca sulle vere identità dei personaggi per arrivare a chiedere allo spettatore chi siano realmente.
Devo dire che si sviluppa una certa dipendenza da prodotti di questo tipo. Mi ritrovo dopo anni a dire le stesse cose sulla superiorità dei coreani in fase di sceneggiatura e messa in scena oltre ovviamente la recitazione. Se la disperazione, la sopravvivenza e la vendetta sono i trainanti della storia è pur vero che l'autore alla sua opera prima sigilla qualcosa che sembra un piano sequenza per la sua dinamicità. Un ritmo senza freni, intrigante ed enigmatico, riprese pensate con l'effetto di aumentare la tensione. Un'azione roboante finendo con l'esasperare ulteriormente lo stato di eccitazione e coinvolgimento. In tutto questo una perfezione nella scenografia ancora una volta encomiabile. Ma poi è il cambiare da stanza a stanza, nel cadere nel sottosuolo dove scopriamo come una sorta di struttura piramidale, gente alle prese con situazioni grottesche che macellano corpi umani per darli in pasto ai pesci.
E poi quel finale distopico che lascia presagire una nuova minaccia ci lascia tutti ben sperare che possa avverarsi un seguito. Thriller, survival-drama, denuncia sociale, horror videoludico da camera, action, giallo, splatter, combattimenti, colpi di scena.
Questa breve mini serie è veramente oro colato per gli amanti del genere weird grazie soprattutto alla scrittura ferocemente tragicomica di Choi Byeong-yun e Kwak Jae-min che riescono a manifestare diversi stati d'umore nello spettatore e tante, tante risate legate soprattutto all'obbiettivo di Go Geuk-Ryeol

November- Cinque giorno dopo il Bataclan


Titolo: November- Cinque giorno dopo il Bataclan
Regia: Cedric Jimenez
Anno: 2022
Paese: Francia
Giudizio: 3/5

13 novembre 2015. Una data che tutti nel mondo (non solo in Francia) ricordano per gli attentati che ebbero il loro epicentro nella strage del Bataclan. Il film ricostruisce l'intervento dei servizi segreti nei primi cinque giorni di indagini finalizzate alla ricerca degli attentatori.
 
Senza dubbio una vicenda che tutti ricordano e che speravamo di veder espressa in un film.
November seppur condotto molto bene sembra una sorta di reportage, dove purtroppo manca il pathos e l'anima del film. Tutti corrono come schegge impazzite, non ci si focalizza mai veramente su niente e anche parte del cast è così attento e preciso da sembrare allo stesso tempo spaesato.
Quasi non vengono ammesse le colpe di un paese sovrano con tante e doverose responsabilità di quello che ha fatto in passato e che sperava non ritornasse indietro con una furia esplosiva.
Jimenez è un regista molto strano. Parte dall'horror, poi passa alle arti marziali e infine finisce sui polizieschi action come Bac Nord. Sicuramente dotato di talento qui sembra al servizio di una confezione fatta e finita dove non conta il singolo quanto la scatola già premeditatamente sigillata per dare il proprio punto di vista sull'intera faccenda.
L'unica a mio avviso accurata ricostruzione che mostra quanto i collaboratori non contino niente è quello dell'informatrice Lyna Khoudri, una giovane donna musulmana che rivela alcuni elementi a proposito degli attentatori che coloro che indagano faticano ad accettare come veritieri. Proprio lei in un qualche modo finirà con il portare a deflagrarsi la sua migliore amica invischiata con alcuni autori dell'attentato


domenica 3 settembre 2023

Notte fantasma


Titolo: Notte fantasma
Regia: Fulvio Risuleo
Anno: 2022
Paese: Italia
Giudizio: 4/5

Un poliziotto, misterioso e dal fare minaccioso, sorprende il giovane Tarek a comprare dell'erba e lo costringe a trascorrere una notte per le strade di Roma a bordo della sua macchina.
 
Notte fantasma è una sorpresa crepuscolare e originale. Un film fresco, di quell'azione italiana frenetica senza virtuosismi ma realistica e complessa. Un'opera accellerata, con due attori e una macchina. Il poliziotto corrotto e tutte le sue maniere per ottenere favori da una vittima inconsapevole. La sete di potere, l'ingiustizia, il non sapere cosa ci si possa aspettare scena dopo scena. Risuleo firma con grazia un sofisticato film di genere che aggiunge una tacca ad un interessante filone di film che si stanno realizzando negli ultimi anni nel nostro paese.
Un film tutto in una notte, un road movie allucinato e straniante dove Pesce conferma di essere uno dei migliori attori italiani, in una veste mai così azzeccata dove semplicemente non sembra nemmeno recitare.

venerdì 3 marzo 2023

Project Wolf hunting


Titolo: Project Wolf hunting
Regia: Kim Hong-sun
Anno: 2022
Paese: Corea del sud
Giudizio: 4/5

Mentre vengono trasferiti dalle Filippine alla Corea del Sud con una nave cargo, alcuni pericolosi criminali provocano una violenta rivolta, finché un mostro non identificato si risveglia dal suo sonno...

E finalmente torna un bagno di sangue con i contro cazzi. Uno di quei film assurdi, pulp, grotteschi, sanguinolenti dove dentro c'è tutto gore, torture, splatter a gogò, miserabili poliziotti, carcerati assassini stupratori e depravati. In tutto questo immette alcune postille prese dalla trama di PHILOSOPHY OF A KNIFE, PREDATOR e CON AIR. Il risultato è semplicemente una bomba a deflagrazione che farà letteralmente sbavare tutti quelli che come me amano alla follia il cinema di genere e che si sono lasciati incantare dalla finta voglia di gore di SADNESS. E i coreani ancora una volta palesando qualcosa di già detto mille volte lo sanno fare meglio e con più forza e spinta negli intenti, nel ritmo e soprattutto nella narrazione e nella messa in scena.
Sicuramente nel suo essere goliardico è uno dei film dell'anno, dichiaratamente fuori dagli schemi ma così inverosimilmente realistico e piacevole che vorremmo averne a centinaia di film così.
Ancora una volta Busan sembra irraggiungibile e ancora una volta usare quello strumento narrativo per cui non fai in tempo a simpatizzare per qualcuno perchè morirà è l'ennesima ciliegina sulla torta.

giovedì 2 marzo 2023

Infinity Pool


Titolo: Infinity Pool
Regia: Brandon Cronemberg
Anno: 2023
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Lo scrittore in crisi creativa James Foster e sua moglie Em si recano in vacanza in un resort dell’immaginaria isola di La Tolqa. Sull’isola fanno amicizia con Gabi Bauer e suo marito Alban, più smaliziati degli altri due, che convincono la coppia a fare un giro fuori dai confini del lussuosissimo resort, un mondo in cui convivono violenza e orrore, l’ideale insomma per ricchi curiosi. Al ritorno, tutti ubriachi, James decide di mettersi alla guida dell’auto di Alban e investe un abitante del luogo. Dopo essersi lasciato convincere da Gabi a fuggire, il giorno dopo viene arrestato insieme alla moglie. La polizia però offre a James una via d’uscita: in cambio di una cauzione, lo cloneranno e gli permetteranno di assistere all’esecuzione del suo doppelgänger, praticata dal fratello minore della vittima. Un rito piuttosto usuale per chi può permetterselo, che si presenta presto come un’alternativa alla purificazione dal male e dal dolore.
 
Come sempre l'estetica di Cronemberg non si discute in questo suo terzo film che sembra portare avanti un'idea scifi apparentemente complessa ma in realtà più morbosa e articolata.
C'è anche da dire che il giovane e brillante autore rischia di schermarsi dietro star potenzialmente importanti, luci e location e giochi di macchina che a volte raccontano più della storia e mostrano più di quanto invece la narrazione debba fare. Ed è il caso di questo bellissimo film che pur non gridando al capolavoro lascia molti interrogativi. E' film di umiliazioni che in una politica d'autore più che mai denuncia il potere delle classi alte e il loro potersi permettere tutto ai danni di ogni cosa, soprattutto come in questo caso le copie di se stessi. E' per non soccombere all'agio e alla noia devono inventarsi modi crudeli e sadici di divertimento e di piacere. Tante citazioni diversi temi toccati in maniera blanda come l'insuccesso di James come scrittore e personaggi tutti in parte nel loro dare forma a personalità sgradevoli e patetiche risucchiati per forza di cose in un vortice vizioso.


giovedì 15 dicembre 2022

Decision to leave


Titolo: Decision to leave
Regia: Park Chan-wook
Anno: 2022
Paese: Corea del Sud
Giudizio: 4/5

Un uomo muore cadendo dalla cima di una montagna. Il detective incaricato, Hae-joon, incontra la moglie dell’uomo deceduto, Seo-rae. “Mi preoccupo quando non torna da una montagna, pensando che alla fine potrebbe morire”: Seo-rae non mostra alcun segno di agitazione per la morte del marito. A causa del suo comportamento, così diverso da quello di un parente in lutto, la polizia la considera una sospettata. Hae-joon interroga Seo-rae, la spia durante un appostamento e inzia a sviluppare lentamente un interesse verso di lei. Una sospettata che nasconde i suoi veri sentimenti; un detective che sospetta e desidera il suo sospettato; la loro decisione di andarsene…

Decision to leave sancisce ancora una volta il talento di uno dei tanti outsider coreani. Forse uno di quelli che più ci ha colpiti in passato con la sua indimenticabile trilogia ma che ha sempre saputo intrufolarsi in ogni genere che desiderasse esplorare. In questo caso si arriva ad una nuova grande vetta come quella che l'autore filma descrivendo l'incidente scatenante, la caduta di un uomo da una montagna filmandola in tutte le sfaccettature possibili e immaginabili con guizzi registici che riescono solo a lui (soffrendo le vertigini ho trovato più impressionante questa unica sequenza rispetto a tutta la messa in scena di FALL solo per fare un esempio)
Il talento non si discute è qui le incursioni partendo dal poliziesco, il noir, il giallo, il thriller, la commedia, il melodramma, la love story impossibile e poetica con una femme fatale in un mix audace tutto intriso in toni e armonie che sembrano rimandare ad una Hollywood classica, passando per tanti omaggi (voluti o no questo il regista non lo ha chiarito) diramando le storie, ampliando le indagini, mostrando tante fragilità trasformandosi in una riflessione su come la nostra quotidianità possa essere messa alla prova con l'arrivo di una semplice persona.
Il finale sulla spiaggia poi è toccante per quanto unisca pathos e dramma.


Stranger (2022)


Titolo: Stranger (2022)
Regia: Thomas M. Wright
Anno: 2022
Paese: Australia
Giudizio: 4/5

Henry Teague, silenzioso, barba lunga, sempre sul chi vive, fa presto amicizia con lo sconosciuto Mark, barbuto come lui, come lui di poche parole, e con un passato violento da dimenticare. È proprio questo che Mark propone a Henry: far parte di una potente organizzazione criminale che gli offre in cambio la possibilità di cancellare ogni traccia dei suoi crimini e di ricominciare da zero. Tra i due ha inizio perciò una simbiosi quotidiana, esasperata dalla solitudine vasta ed estrema della parte di Australia in cui si muovono. Quello che Henry non sa, però, è che Mark non è veramente chi dice di essere.
 
Stranger è un film davvero intenso e potente praticamente messo sulle spalle di due ottimi attori e facendo lavorare le nostre menti su quanto di peggio potrebbe succedere ma che non accade mai.
Un thriller psicologico davvero interessante e in grado di tenere incollato lo spettatore nel cercare ogni singolo spiraglio per trovare qualche prezioso indizio. Quando poi hai Sean Harris nel cast hai già centrato di fatto l'obbiettivo a meno che non gli fai trovare una sceneggiatura infruttuosa e un personaggio impossibile da caratterizzare. In questo caso invece dimostra ancora una volta di saper dare sfaccettature, toni e ombre ad un protagonista incredibile, di cui è quasi impossibile non provare una certa empatia pur venendo a galla di cosa realmente ha fatto.
L'unico dato che sembra assurdo ma non lo è trattandosi di una vicenda reale e tutta la costruzione per creare questa complicità e amicizia tra Henry e Mark, dove a volte, noi come l'antagonista, non riusciamo a capire cosa stia davvero succedendo. Quando alla fine scopriamo che è stata tutta una messa in scena per testimoniare uno degli omicidi più brutti degli ultimi anni si rimane con un certo disorientamento di fondo.

domenica 27 novembre 2022

Butt Boy


Titolo: Butt Boy
Regia: Tyler Rice
Anno: 2019
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Il film racconta la storia di Chip Gutchell, un uomo sulla quarantina con un lavoro che detesta, un matrimonio infelice, disorientato dalla recente paternità. Se le premesse sembrano banali, presto la conformità dell'americano medio Chip verrà spezzata. Sono trascorsi appena 13 minuti dall'inizio del film quando il protagonista quasi inespressivo e dalla gestualità apatica, rimane segnato dall'esperienza del primo esame prostatico. Se per molti questo controllo risulta invasivo o umiliante, quando Chip viene sottoposto dal medico all'ispezione anale prova da subito un brivido di piacere, che di lì a poco si trasformerà in un impulso morboso: non potrà più fare a meno di esplorare il proprio retto.
 
Butt Boy è uno dei film più strani e bizzarri che ultimamente mi siano capitati di vedere e di film weird e folli ne fruisco una quantità immane. Un uomo che scopre di poter assorbire oggetti ed esseri umani nel suo buco del culo, in una sorta di universo parallelo tra pareti di carne e una sorta di ventre della balena. Che siano telecomandi, cani, bambini, poliziotti, il suo culo riesce a contenere proprio tutto. Ma questo avviene solamente dopo aver mostrato una realtà che per quanto edulcorata sia incredibilmente drammatica e depressiva. Un matrimonio allo sfascio, un problema con l'alcool in cui poco ser vono le riunioni con gli AA e in cui la nuova dipendenza irrefrenabile diventa proprio quella di inserire cose nel retto dopo la piacevole scoperta dell'esame prostatico.
Una monotonia perversa e dei colleghi di lavoro che sembrano dominati dal loro folle datore di lavoro che si lancia in balletti cercando di creare gruppo e come sostiene al detective, da quando c'è lui non è mai stato licenziato nessuno.
Butt Boy è un esordio eccellente, un low budget, un b movie assoluto, mondi impensabili nel deretano, finale con tinte di body horror esageratamente splatter, un survivor movie, un poliziesco, un dramma, un'indagine sulla discesa all'inferno di un uomo e oltre tutto ciò, una chiave ironica con cui Rice condisce situazioni, dialoghi, scambi tra personaggi e scene quanto mai bizzarre

lunedì 19 settembre 2022

Roundup (2017)


Titolo: Roundup (2017)
Regia: Kang Yoon-sung
Anno: 2017
Paese: Corea del Sud
Giudizio: 4/5

2004, Seoul, Corea. Jang Chen viene da Harbin, Cina. Da solo prende il controllo di una pericolosa gang coreana e diventa il gangster più temuto della città. E assieme alla sua spietata banda di delinquenti è disposto a fare qualsiasi cosa per arricchirsi. Il rude detective Ma Seok-do però brandisce i suoi potenti pugni per mantenere la pace: quando vede che Jang fa sprofondare il suo distretto nel caos, è costretto a escogitare un piano assieme alla sua squadra per sbarazzarsi del malvivente e dei suoi uomini per sempre.

Dong-seok è quel tipico attore coreano che adoro così tanto da poter guardare qualsiasi suo film anche se dovesse fare solo una comparsa. Sembra una specie, è in questo film manco a farlo apposta lo è, una copia del nostro Bud Spencer in cui peraltro qui tira schiaffoni come se piovessero ai delinquenti delle gang locali. Roundup tra l'altro prende spunto da fatti reali successi in Corea dove a spadroneggiare arrivavano clan di altri paesi, in questo caso la Cina e dove se venivano rimpatriati erano condannati a morte. In questo caos prolifico vige ovviamente la legge del più forte ed è interessante che Jang Chen, il criminale venuto da Harbin, se ne vada in giro con due ceffi anzichè una gang come il resto delle bande. L'opera prima di Kang Yoon-sung è un poliziesco d'azione davvero ben calibrato che riesce ad essere un thriller quando vuole e spezzare i toni con molta ironia e qualche scena grottesca nonchè le tanto e sopraffine slaptick coreane.
Ne esce un film calibrato al meglio dove la violenza è potente e senza eguali, il dramma convince, i toni da commedia fanno il resto e l'indagine e i continui combattimenti nonchè le relazioni tra la banda di poliziotti incaricata di stanare la setta di Harbin chiude il cerchio per un film infallibile sotto molti punti di vista.

domenica 27 marzo 2022

Omicidio a Los Angeles


Titolo: Omicidio a Los Angeles
Regia: Tim Kirkby
Anno: 2021
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

Charlie Waldo è un poliziotto di Los Angeles, che ha lasciato il servizio e ora vive in solitudine tra i boschi. Alistair Pinch è un attore eccentrico che passa i suoi giorni ubriaco sul set del suo show televisivo. Quando la moglie di Pinch viene trovata morta, lui è il principale sospettato e Waldo viene convinto a rientrare in servizio per indagare sull'accaduto.
 
Il film che vorrebbe essere molte cose sfiorandole senza centrarne mai una.
Un flop che voleva essere un noir, un film sulla falsa riga di Vizio di forma e Under the silver lake ma in tutto questo buttandola male su un'ironia pessima, con attori che recitano male volutamente (mi spiace per Hunnam) dove Gibson recita l'alcolizzato che è, dove il resto è un ignobile parata e galleria di luoghi comuni presi in prestito da altri film. Noioso, lezioso, un circo di stereotipi dove l'ambientazione hollywoodiana e gli omicidi sono ridicoli, c'è una totale assenza di humor nero e la violenza non viene mai presa in considerazione.
Come action comedy fallisce miseramente nell'idea di poter rivaleggiare con Nice Guys, film peraltro appena accettabile, con un detective privato con i fantasmi nell'armadio e una caratterizzazione che va analizzata fino in fondo per capire quali errori non bisogna commettere quando si scrive una sceneggiatura.

sabato 26 marzo 2022

Dry


Titolo: Dry
Regia: Robert Connolly
Anno: 2021
Paese: Australia
Giudizio: 3/5

Aaron torna a Kiewarra, nell'entroterra australiano. Ne era uscito da fuggiasco, scagionato dalla giustizia, ma accusato dalla comunità di essere coinvolto nel presunto suicidio della giovane Ellie. Vi fa ritorno da poliziotto famoso dopo che l'amico Luke ha ucciso moglie e figlio e si è suicidato. Ma la versione ufficiale dei fatti non convince Aaron che, su invito dei genitori di Luke, intende indagare sui fatti e forse seppellire i sospetti legati al proprio passato.

Dry unisce quelle atmosfere sempre interessanti australiane di quell'outback che seppur civilizzato, rimane sempre un sinonimo di qualche segreto taciuto, di qualche nefandezza che rischia di imprigionare la popolazione in un limbo cercando sempre di essere riscattata dall'arrivo di un forestiero che in questo caso è uno dei pilastri delle tragedie successe a Kiewarra. Il film parte da un evento di cronaca mica da ridere, di quelli irrisolti ormai digeriti dalla popolazione chi in un modo o nell'altro, brancolando nel buio e aspettando sempre di poter trovare un colpevole. Connolly ci mette del tempo a ingranare. Si prende tutto il dovuto per macinare gli ingranaggi delle storie e sotto storie presenti nel film, con uno stile impeccabile, inserendo una matassa di vicende e personaggi ben caratterizzati dove ognuno sembra essere portatore di un segreto o di una sofferenza personale e familiare. Al di là della vicenda che alterna presente e passato, il film ha la premura e l'infallibilità di tessere un finale davvero drammatico in grado di buttare tutte le teorie possibili formulate durante la narrazione per il peggiore degli scenari possibili. Eric Bana, da sempre un attore sottovalutato, ancora una volta dimostra con quegli occhi da animale sensibile di farsi portatore di tutta la sofferenza e i pregiudizi del film



venerdì 4 febbraio 2022

Raging fire


Titolo: Raging fire
Regia: Benny Chan
Anno: 2021
Paese: Cina
Giudizio: 4/5

Un'operazione sotto copertura viene attaccata da un misterioso gruppo di criminali guidati da Ngo. L'uomo è un ex poliziotto che cerca vendetta nei confronti di Yen, una volta suo mentore impagabile.

Il testamento di Chan non poteva essere da meno. Una carriera costellata da pellicole di grande impatto, action e polizieschi in tutte le varianti e poi molto altro ancora.
Qui ancora una volta se la trama contiene tutti i clichè possibili con situazioni retoriche e prolisse a restituire gloria e onore al film è la messa in scena e la ferocia dei suoi protagonisti dove ormai Donnie Yen tolti con molta difficoltà i panni di IP MAN riesce a ridare lustro ad un poliziotto ligio al dovere che sfugge da ogni tentativo di corruzione.
Senza provare a cercare nulla di anticonvenzionale ma spingendo tutto sull'action frenetico, il cinema di Hong Kong dimostra ancora una volta di essere tutt'altro che morto nonostante i prodotti orientali che arrivano dalla Corea del Sud, rimettendosi in pole position per quanto concerne la messa in scena e una tecnica con pochi eguali al mondo.

venerdì 21 gennaio 2022

I am all girls


Titolo: I am all girls
Regia: Donovan Marsh
Anno: 2021
Paese: Sudafrica
Giudizio: 3/5

La storia è incentrata sulle detective Ntombizonke e Jodie Snyman, costrette a "lottare contro i loro oscuri segreti" mentre danno la caccia a un'organizzazione che gestisce un giro di prostituzione minorile. Un giro che coinvolgeva anche importanti figure politiche.

I am all girls è un film spiazzante. Da un lato ha un sacco di cose da dire, da denunciare e tocca tematiche che seppur già affrontate sono sempre attuali e interessanti nella loro drammaticità.
La vendita di bambini presi da villaggi poveri da usare come toy boy o toy girl da parte di borghesi di ogni forma e luogo. Lo straziante mercato che c'è dietro e tutte le dinamiche che col denaro sembrano chiudere un occhio e tollerare questo abominio. La difficoltà a seguire con le indagini affari così delicati dove spesso dietro ci sono persone di potere difesi dalle istituzioni.
E poi c'è questa brutale vendetta da parte di una delle orfane vittime di questa "tratta" che ha deciso di giustiziare i responsabili marchiando sul petto dei colpevoli le iniziali delle vittime.
Molto sbilanciato nella sua messa in scena, nell'individuare le direzioni da prendere e sapendole incanalare nella maniera più esatta. Poliziesco, thriller, dramma, denuncia sociale, revenge, storie personali e sentimentali. E' un peccato vedere intenti così ambiziosi e attuali alla deriva di una messa in scena che alla fine si riassume con un revenge movie anche abbastanza inverosimile per alcuni aspetti. Eppure ha il merito di rimanere impresso nella memoria.

mercoledì 15 dicembre 2021

Copshop


Titolo: Copshop
Regia: Joe Carnahan
Anno: 2021
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Una stazione di polizia di una piccola città diventa l'improbabile campo di battaglia tra un sicario professionista, una poliziotta alle prime armi e un truffatore che cerca rifugio dietro le sbarre senza un posto dove scappare.
 
Carnahan ormai i fan dell'action (che non si prende mai troppo sul serio) lo conoscono tutti.
E qui dopo Boss level continua il sodalizio con quello che possiamo definire il suo attore feticcio Frank Grillo, un tamarro capace di passare da film enormi come Warrior a tante ciofeche imbarazzanti. L'ultimo film è ambientato tutto in una stazione di polizia con una minaccia che giunge dall'esterno (tutti sicari a quanto pare) e un manipolo di poliziotti di cui alcuni corrotti e altri sprezzanti del pericolo che cercheranno di vendere cara la pelle. Perchè in Copshop ci sono tantissime sparatorie, tantissimi morti, un sacco di ironia e dialoghi sboccati, colpi di scena e personaggi caratterizzati con colori variopinti.
In questo action thriller solido e divertente con venature da poliziesco e risvolti splatter ci si diverte, si mettono da parte le divergenze trovando patteggiamenti insoliti come quelli che conosciamo tra poliziotti e criminali, buoni e cattivi contro una pletora di nemici che insorgono e che sembrano voler uccidere tutti quanti. La protagonista però a dispetto delle due star del film è l'ufficiale di polizia di colore che sembra una femme fatale cazzuta in grado di abbattere ogni cosa. Nel finale nonostante una mancanza di ritmo nel terzo atto, vede un bel colpo di scena che sinceramente non mi aspettavo.


domenica 21 novembre 2021

Limbo


Titolo: Limbo
Regia: Pou-Soi Cheang
Anno: 2021
Paese: Cina
Giudizio: 5/5

Un poliziotto alle prime armi Will Ren e il suo compagno, il poliziotto veterano Cham Lau, stanno perseguendo un assassino di donne ossessivo e particolarmente brutale.
 
Limbo è il noir in b/n all'ennesima potenza. Se da un lato ormai questo sotto genere ha regalato diverse storie memorabili, Limbo seppur non trovando molta originalità nella storia, la raggiunge invece nella tecnica, nello sviluppo, nella mdp, nell'atmosfera, nella fotografia e in particolar modo nella scenografia. Perchè diciamolo subito. Limbo è il film dove la spazzatura ha un suo peso specifico, diventa anch'essa parte della storia nel cercarci dentro indizi, pezzi di corpo, pistole, etc. Limbo il cui nome non poteva che essere tale, lascia sospesi, in una sorta di bolla di sapone dove è difficilissimo cercare il killer in questione e trovare qualche suo indizio o scoprire cosa si nasconda dentro la sua mente criminale. Se l'indagine è da manuale del noir di come l'investigatore ci metta corpo e anima lasciandosi andare e abusando del suo ruolo per scoprire la verità, dall'altra parte c'è il collega più giovane, misurato, timido e con il senso di giustizia sempre a portata di mano.
Tutto andrà in vacca e i ruoli si ribalteranno. E poi il personaggio di Wong To che attraversa letteralmente gli inferi urbani di hongkong diventando la vittima sacrificale e il capro espiatorio.
Su di lei si scatena una tale brutalità in termini di vendetta che lascia interdetti per quanto questo personaggio alla fine riesca sempre a farcela anche se imbrattata di sangue e cicatrici.
Limbo è sporco, grottesco, squallido, convulso. Rifugge in tutto e per tutto l'happy ending scegliendo il sacrificio finale, trovando solo degrado e immoralità in quel malessere urbano che diventa il disagio interiore della società e dei suoi protagonisti. Limbo è un capolavoro.