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martedì 25 settembre 2018

Mandy


Titolo: Mandy
Regia: Panos Cosmatos
Anno: 2018
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Red e Mandy vivono soli in una casa nel bosco. La loro tranquilla vita familiare viene sconvolta quando, durante una passeggiata nella foresta, Mandy viene notata da Jeremiah, l'inquietante leader di una setta deviata di cultisti. Deciso a trattenere la ragazza nella setta, l'uomo ne organizza il rapimento. Dopo aver provato inutilmente a resistere al brutale assalto dei rapitori, Red e Mandy si risvegliano legati e imbavagliati in mezzo agli adepti del culto. La situazione precipita quando ai due ostaggi viene iniettata una sostanza altamente allucinogena, che trasformerà la loro prigionia in un incubo.

Mandy è l'eccesso, la straripante colata di colori, frattaglie, sangue, musiche che predominano e che danno la possibilità al camaleontico Cage di esagerare in uno dei ruoli migliori di tutta la carriera.
Un film che se ne fotte della trama prendendola solo come pretesto per immergersi in una prima solitudine cosmica per arrivare a diventare un revenge movie assatanato con alcune creature che sembrano uscire dalle pagine di Barker e diventare una nuova squadra di cenobiti che fanno molta più paura del gruppo di satanisti presente nel film.
Una mattanza di insanità e sangue, l'equivalente cinematografico di uno strambissimo trip lisergico di due ore, di puro montaggio a base di heavy metal e satanismo ma anche citazioni letterarie come il libro e le strane e ambigue simbologie alla base, le doppie lune, etc.
Bisogna essere bravi a saper vendere fumo e questo gli americani e soprattutto Cosmatos lo sa benissimo vista la sua filmografia.
Il risultato è una fiaba nera, un horror indie e atipico dove l'esperienza e il modo di raccontare diventa l'essenza del film.
Soprattutto lo stile e ripeto gli eccessi risaltano e prendono le redini del film sin da subito intuendo bene che non ci troviamo di fronte a qualcosa di standard perlomeno nell'uso dei mezzi tecnici, di una fotografia coloratissima e sempre estrema con dei colori saturi che ci immergono nell'incubo vissuto da Red.
Una psichedelia a livelli bassi ma con un tasso di adrenalina molto alto e con una curiosa voglia di rompere alcuni schemi in un mix di generi dove sembra esserci quasi tutto e che sembra più che altro essere un concertone metal che non ha bisogno dal secondo atto in avanti di essere del tutto coerente.