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lunedì 24 dicembre 2012

Rovdyr


Titolo: Rovdyr
Regia: Patrik Syversen
Anno: 2008
Paese: Norvegia
Giudizio: 2/5

1974. Una doppia coppia di amici in viaggio sul loro furgoncino verso i grandi boschi della Norvegia, durante una fermata per far benzina e mangiare qualcosa, s’imbatte in alcuni scorbutici membri della popolazione locale. I nostri lasciano la stazione di servizio accettando a bordo una ragazza apparentemente in fuga da qualche misterioso inseguitore. Ben presto i ragazzi impareranno a loro spese che i buzzurri del post praticano un tipo di caccia molto diversa dal solito, quella all’uomo. E uno per uno i protagonisti cadranno vittima delle trappole e delle armi dei predatori, fino a quando...

Ultimamente la Norvegia ha sorpreso l’Europa con il suo piglio per l’horror. Nel giro di pochi anni sono sempre di più i film che gareggiano ai festival o come in pochissimi casi escono direttamente per il mercato home video.
Rovdyr per certi aspetti è uno dei survival horror più classici nella sua forma. A differenza di alcuni semi-capolavori usciti da poco e che includevano come soggetto alcune leggende del paese, il film di Syversen riprende gli stereotipi del genere portando sul grande schermo un film che richiama i classici come UN TRANQUILLO WEEKEND DI PAURA e L’ULTIMA CASA A SINISTRA.
Premettendo che amo vedere le battaglie aperte contro i bifolchi, Syversen strizza l’occhio verso una sorta di “male”universale che non si trova solo nei boschi o nelle campagne yankee ma che come un tumore, l’ignoranza più bieca, colpisce tutti senza fare eccezioni.
Se è vero che di questi film ne sono usciti a centinaia, e io penso di averne visti almeno la metà (se non di più) allora bisogna anche dire che al di là della storia bisogna saper analizzare attentamente la forma, lo stile tecnico e l’impianto di planting and playoff con cui il film ci delizia e riesce ad essere quasi perfetto.
Tra i neofiti del genere, Syversen ha almeno il pregio di aver portato a qualche svolta della trama più qualche sottile variazione che merita di essere annotato.