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martedì 27 febbraio 2018

Ragazza nella nebbia


Titolo: Ragazza nella nebbia
Regia: Donato Carrisi
Anno: 2017
Paese: Italia
Giudizio: 3/5

La sedicenne Anna Lou - brava ragazza dai lunghi capelli rossi appartenente ad una confraternita religiosa molto conservatrice - scompare dal paesino montano di Avechot. A interessarsi del caso è l'ispettore Vogel, che ha una reputazione professionale da salvare e una propensione a fare leva sui mass media. E dato che ad Avechot si sono appena trasferiti un professore di liceo con moglie e figlia, chi meglio di un estraneo alla comunità può candidarsi come principale sospettato?

Mancava nel cinema italiano dopo ottimi tentativi di attraversare il cinema di genere un incursione massiccia nel thriller o nel poliziesco.
Carrisi ci riesce riuscendo a mettere insieme tanti elementi diversi a partire dalla geografia del film e dalla produzione internazionale che ha permesso il progetto.
In secondo luogo il cast complesso e ramificato dove rispunta uno degli attori italiani più bravi e inutilizzati ovvero Alessio Boni che non sfigura affianco a Toni Servillo e un Reno che ritorna su un personaggio già visto e rivisto.
Un thriller con la T maiuscola che mette in evidenza una regia solida e accurata nel cercare di centellinare gli elementi per creare un buon giallo che faccia riflettere lo spettatore senza spiattellargli tutto subito.
Al di là del potente climax finale, il film è sempre teso e mi ha ricordato vagamente il capolavoro dei capolavori ovvero M.
Qui le caratterizzazioni dei personaggi sono importantissime e studiate ad effetto per cercare di dare più pathos e atmosfera possibili come evidenzia il personaggio reso memorabile da Boni che ne fa emergere ogni dubbio e ogni minima fragilità.
Un film emotivo al massimo dove i sentimenti e le emozioni vorrebbero essere messi da parte come precisa il detective che sfrutta i media per il suo tornaconto personale.
Donato Carrisi esordisce alla regia con l'adattamento di uno dei suoi romanzi di maggiore successo mettendo anima e corpo nel progetto come a sua volta aveva fatto Dito Montiel con il suo esordio.
Il delitto perfetto questa volta è stato raccontato, narrato, sceneggiato e interpretato molto bene.