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mercoledì 3 dicembre 2014

Branco Sai Prieto Fica

Titolo: Branco Sai Prieto Fica
Regia: Adirley Queiros
Anno: 2014
Paese: Brasile
Festival: TFF 32°
Giudizio: 2/5

A Brasilia la polizia fa irruzione in una festa da ballo di persone di colore e rovina per sempre la vita di due partecipanti: uno finisce sulla sedia a rotelle, l’altro, calpestato da un cavallo delle forze dell’ordine, perde una gamba. Ma i due uomini non vogliono raccontare la loro storia in modo tradizionale: vogliono mentire, cercare nuove forme di narrazione del passato, inventare un futuro avventuroso dove storpi e amputati non sono corpi prigionieri. Un futuro in cui arriva un agente per mettere i potenti di fronte alle loro responsabilità: lo stato brasiliano è colpevole? Sarà mai messo sotto processo?

Il film di Queiros, una sorta di docu-fiction molto sperimentale, parte bene con una calda fotografia, alcuni disabili che dovranno rendersi interessanti. In più un'eccellente musica unita a un collante sociale che vuole essere di denuncia nei confronti di un'eguaglianza sociale sempre più distante (soprattutto in Brasile o nei paesi del "vecchio terzo mondo") in cui i neri, come nel titolo, vengono sempre dopo i bianchi.
Il problema del film è che sembra esaurire tutta la componente narrativa dopo pochissimi minuti per girare tutto su se stesso, elaborando uno strano scenario distopico che non è mai chiaro fino in fondo, o forse rappresenta la metafora con cui i poveri abbandonati dalle istituzioni e dallo Stato, temono il loro futuro incerto.
Seguendo alcuni personaggi arriviamo poi in un furgone al cui interno vive un disadattato in costane collegamento con una sorta di governo che gli comunica cosa fare e chi colpire.
A tratti sembra citare il cinema di Sganzerla soprattutto nella scena in cui il disadattato è convinto di essere seguito e spara raggi laser contro ipotetici nemici.
E'allora e proprio qui, quando tutto acquista una sorta di ironia drammatica unita però ad uno humor trash e scadente, che non ci si ritrova più nell'immaginario e negli intenti del regista.