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lunedì 17 settembre 2018

Genesis


Titolo: Genesis
Regia: Nacho Cerda
Anno: 1998
Paese: Spagna
Giudizio: 4/5

Uno scultore perde sua moglie in un incidente.
Come un Pigmalione addolorato risveglia dalla pietra il corpo del suo amore perduto, ma nello stesso istante in cui questo prende vita l'uomo si trasforma a sua volta in una statua.

Romantico, inquietante e allo stesso tempo molto coinvolgente l'ultimo dei tre mediometraggi girati da Cerda per la sua trilogia sulla morte.
Qui la trasformazione, il bisogno di credere in un miracolo possibile, la resurrezione sono tutti elementi importanti che portano qui al macro tema ovvero quello della metamorfosi. A differenza dei precedenti lavori qui la regia non è per niente sanguinolenta o truculenta lavorando quasi di sottrazione e puntando tutto sull'atmosfera (per tutti i trenta minuti siamo all'interno del laboratorio con una fotografia che verte quasi solo sul bianco e l'azzurro), dove la colonna sonora è la musica classica, dove non ci sono ancora una volta dialoghi ma invece sono proprio le sonorità a dare quel senso di tensione e ansia per qualcosa che lentamente scopriamo ma che solo nel climax finale vediamo manifesta.
La genesi della statua, la sua nascita, i continui e nuovi tentativi, la capacità di non mollare portano lo scultore nel bellissimo finale a poter vedere la creazione un istante prima di trasformarsi interamente in pietra inerte.