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martedì 27 dicembre 2016

Jesus

Titolo: Jesus
Regia: Fernando Guzzoni
Anno: 2016
Paese: Cile
Festival: TFF 34°
Sezione: Torino 34
Giudizio: 3/5

Santiago del Cile. Jesus ha diciotto anni e vive solo con il padre, che si assenta spesso per lavoro. I due non comunicano più di tanto e il ragazzo mente spudoratamente al genitore, per avere più soldi da spendere con gli amici. Quando non fa le prove per esibirsi in discoteca con la boy band di pop koreano, Jesus e i suoi coetanei si sballano con tutto quello che trovano e fanno sesso dove e con chi capita. Una notte, in un parco, quella che inizia come una buona azione nei confronti di un ragazzino quasi privo di sensi, trascina il protagonista e i suoi sodali lungo un tragico crinale. A questo punto, a Jesus non resta che chiedere aiuto al padre.

Guzzoni pur essendo molto giovane sembra sapere il fatto suo. Jesus al dì là del titolo suggestivo può essere osservato sotto profili e tematiche diverse. Un film apparentemente semplice ma in realtà complesso, senza dover mistificare e insegnare una morale specifica ma lasciando ancora una volta il tema dei giovani allo sbaraglio e la loro esagerata e spasmodica voracità che gli mette spesso in situazioni di rischio, o come in questo caso specifico, in un girone infernale da cui non possono scappare se non aiutati da coloro che per principio vanno messi da parte perchè rappresentano lo scontro con la realtà e con la maturità: i genitori.
Jesus nel suo passare da un estremo all'altro, dalla sete di conoscenza e fantasie sessuali che ammettono anche i suoi migliori amici, è un quadro efficace quanto crudele e spietato, mostrando le difficoltà, la solitudine e il male che può essere generato dal singolo e quanto può essere perpetuato se non c’è nessuno che riesca a fermarlo in tempo. In questo ritratto dell’ennesima generazione perduta, come ne abbiamo visti e ne vediamo tante al cinema, Guzzoni ci mostra una Santiago del Cile che sembra per certi aspetti una bidonville senza reali aiuti e possibilità per i giovani ma solo il consumismo bieco e le tendenze trasgressive che i giovani devono promuovere come i veri valori su cui dar forma alla propria identità.

Il finale è un grido pesantissimo. Un film con diverse tematiche sociali che sposta una problematica di cui poco si parla, ampliandone gli aspetti comuni generati dal consumismo e dalla globalizzazione che soprattutto in Cile possono portare a situazioni estreme per ottenere beni effimeri che servono solo ad alimentare la rabbia e l'invidia.