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martedì 25 febbraio 2014

Paperboy

Titolo: Paperboy
Regia: Lee Daniels
Anno: 2012
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Il giornalista Ward James torna a casa, assieme al collega Yardley, per investigare su un caso molto particolare. Hillary Van Wetter è stato accusato di aver ucciso uno sceriffo, ma una donna, Charlotte Bless, ha intrattenuto una fitta corrispondenza dalla prigione con il carcerato, ed è convinta della sua innocenza. In mezzo a questa storia, Jack, il fratello minore di Ward, assiste a tutto lo svolgimento dell’indagine e s’innamora di Charlotte…

The Paperboy è un film molto difficile da analizzare.
Sembra un film sui personaggi, nel senso che a conti fatti possiamo dire che alcune caratterizzazioni sono state davvero inusuali e originali. Il plot narrativo non brilla certo di originalità ma il lavoro di Daniels sta proprio nel non proiettarsi unicamente sulla storia, ma sulle sotto-storie creando un sub-plot narrativo solo a tratti trainante.
E'un film che da un lato grida allo scandalo con due scene ottime piuttosto pulp, una in particolare che sembra il monito è il sottotesto e lo sguardo con cui Daniels percepisce il film, ovvero la scena in cui Ward viene stuprato da due negri che lo distruggono di botte e gli aprono il culo.
La struttura sembra abbastanza banale, ma se si analizzano i sotto-passaggi (rapporto tra i due fratelli, rapporto tra i due colleghi, rapporto Jack tata e Jack Milf)) ci appassioniamo solo in parte del viaggio di formazione di Jack e del suo interesse per la milf di turno dimostrando come Daniles nel suo tentativo di soprendere rischia proprio di far emergere molti limiti. La provocazione tuttavia emerge come una meteora impazzita, che nel bel finale della palude esplode in tutta la sua perversione malata e sadica.
Paperboy è un film difettoso, non sicuramente riuscito, come d'altronde non è del tutto chiaro la politica di un autore come Daniels, che in più punti sembra voler dire qualcosa per poi cambiare nettamente gli intenti del film e dei personaggi.
La parte tecnica del film insieme come dicevo alle favolose location (è uno dei primi che ci trasporta in un palude straordinaria), è senza dubbio uno degli elementi più riusciti.
Il regista affida al direttore della fotografia Roberto Schafer uno dei compiti più intensi e che il pubblico più apprezzerà, ovvero dei colori pastello molto forti che si sposano perfettamente con le atmosfere calde e umide della Florida, le belle scenografie sudiste che sono sempre sinonimo di quel tipo di America che conosciamo bene.
Nel finale Paperboy non piacerà sicuramente a quasi tutta la critica, che lo definirà fine a se stesso, arrogante e magari pure un pò razzista, ma secondo me la scena nella stanza del motel di Ward potrebbe invece dare tutta un'altra luce al messaggio del film.