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lunedì 9 agosto 2021

Love, death and robots-Stagione 2


Titolo: Love, death and robots-Stagione 2
Regia: AA,VV
Anno: 2021
Paese: Usa
Stagione: 2
Episodi: 8
Giudizio: 4/5

Si fa un gran parlare di questa stagione come se non riesca in nessun modo ad eguagliare i fasti della prima stagione di 18 episodi. Mi spiace ma non la penso affatto così.
Alcuni episodi riescono davvero a dare da pensare come IL GIGANTE AFFOGATO sicuramente il più filosofico e celebrale dove chiunque si aspetterebbe come nel romanzo di Jonathan Swift che il gigante si possa alzare e destare scompiglio quando così non è e l'analisi di fondo è molto importante, stratificata e complessa.
Corti come ERA LA NOTTE PRIMA DI NATALE riescono a prendere un'idea ormai abusata come quella di Babbo Natale e stravolgerla in chiave grottesca diventando un'idea originale e splendida. Per passare all'horror ci pensa un'idea che sembra un braccio di ferro tra Poe e Lovecraft con ERBA ALTA regalandoci una storia davvero cupa e con un'atmosfera importante a farla da padrona per una storiella in fondo già vista ma sempre efficace. In tema distopico per quanto concerne la tecnonologia e l'importanza nonchè la pericolosità dei robot ci pensa SERVIZIO CLIENTI AUTOMATICO che strizza l'occhio a Black Mirror come tanto volevano, creando una parabola squisita su come la tecnologia possa prendere il sopravvento.
POP SQUAD è una via di mezzo tra BLADE RUNNER e CHILDREN OF MEN, un corto di narrazione scifi distopico davvero ben realizzato e con una forte morale trattando temi ambiziosi. Lo stesso si può dire per SNOW NEL DESERTO che strizza più l'occhio alla saga di MAD MAX riuscendo dalla sua a creare il giusto mix tra azione, sentimento, dramma e sopravvivenza.
GHIACCIO rimane un'esperimento anch'esso entusiasmante con una storia più semplice ma sempre d'impatto con una prova da superare in mezzo ai ghiacci in cambio di un colpo di scena di rara bellezza. Infine forse l'unico che mi ha entusiasmato di meno e che perde di sostanza non riuscendo a stare al pari con gli altri lavori è CABINA DI SOPRAVVIVENZA.

mercoledì 3 febbraio 2016

Love

Titolo: Love
Regia: Gaspar Noè
Anno: 2015
Paese: Francia
Giudizio: 2/5

Murphy ha sposato Omi con un matrimonio riparatore, poichè Omi è rimasta incinta della loro figlioletta durante un rapporto non protetto. Quel rapporto occasionale è stato la causa della drammatica rottura fra Murphy e il suo grande amore, Electra. La mattina del primo dell'anno la madre di Electra telefona a Murphy e lo informa di non avere più notizie della figlia, ed essere preoccupata perchè la ragazza soffre di tendenze suicide. Nell'arco di 24 ore Murphy ripercorrerà con la memoria le tappe della sua folle passione per la sua ex anima gemella, cercandone il perdono.

Gaspar Noè è un regista che reputo molto interessante. Ogni suo film viene sempre anticipato come qualcosa di scandaloso, esplicito e perturbante.
A mio avviso Noè è anche un regista che comincia ad avere un'età e il suo ultimo film sembra l'opera meno matura che si sia mai degnato di fare arrivando lui stesso a parlare di "sessualità sentimentale". Mi sfugge il perchè del 3d ma avendolo visto in 2d non voglio nemmeno pensarci.
La sua politica, i suoi temi ricorrenti, il suo modo di provocare il pubblico e la critica, sono tutti elementi che in questo menage a trois non sembrano sortire lo stesso effetto dei film precedenti Ormai il pubblico non si lascia addescare sentendo solo la parola fellatio, porno arthouse,masturbazioni, eiaculazioni verso il pubblico (spiegato forse l'uso del 3d), penetrazioni filmate dall'interno di una vagina, triangoli, fellatio, cunnilingu, etc, altrimenti si sposterebbe su un porno e farebbe molto prima.
Lo scandalo trattando il sesso (e solo in parte l'amore) uno se lo poteva pure aspettare, anche se in questo caso è più l'elemento esplicito che non disturbante, ma almeno con una trama dietro, cercando almeno ai minimi termini di contestualizzare la materia in modo che meritasse una messa in scena di un certo tipo e non un capriccio su come senza il preservativo si rischia di commettere una cazzata prendendosi poi le proprie responsabilità.
Quindi una provocazione per poi dare una dose di morale su come i giovani-adulti pensino sempre che il cazzo non vuole pensieri.
Love arriva tardi, forse troppo, cercando qualcosa di nuovo da dire ma senza riuscirci e sapendo bene che molti altri registi, esagerando di meno, sono stati molto più provocatori, lasciando di sicuro il segno. Rimane un esercizio di estetica formidabile, che ancora una volta nel suo clima malato e onirico, in un’alterazione delle immagini e poi della coscienza che rimane forse l'unico vero marchio del regista.