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lunedì 1 luglio 2013

Educazione Siberiana

Titolo: Educazione Siberiana
Regia: Gabriele Salvadores
Anno: 2011
Paese: Italia
Giudizio: 3/5

Nel sud della Russia, in una città divenuta una specie di ghetto per criminali di varie etnie, due bambini di 10 anni, Kolima e Gagarin, crescono insieme, amici per la pelle. L' educazione che viene impartita è piuttosto particolare: il furto, la rapina, l' uso delle armi. Il loro clan ha delle regole precise, una specie di codice d' onore, a volte persino condivisibile, che non va tradito per nessun motivo. Ma il tempo passa, i due ragazzi crescono mentre il mondo intorno a loro cambia radicalmente... E quando hai vent' anni e il mondo ti si spalanca davanti, hai voglia di prendertelo. E quando hai vent' anni, rispettare le regole non è esattamente il tuo primo pensiero. Ma, come dice nonno Kuzja, il capo del clan criminale siberiano: "È folle volere troppo. Un uomo non può possedere più di quello che il suo cuore può amare!"

Bisognerebbe scrivere una log-line dicendo "Il film più difficile e sofferto da scaricare in rete".
Al di là di questa parentesi l'ultimo film di Salvadores faceva storcere il naso a tutti critici e spettatori e blogger nonchè cinefili e adoratori di qualsiasi cosa che abbia a che fare con la settima arte. Non era un film facile soprattutto dopo l'enorme successo ottenuto dall'originale libro di Lilin cui fa seguito il bel "Caduta Libera".
La struttura su cui ha sviluppato il film è l'elemento più riuscito, soprattutto contando la mole di vicende e punti salienti del libro.
Salvadores che ultimamente rischiavamo di perdercelo per strada, è sicuramente il regista che meglio di tutti in Italia poteva riuscire a far convergere il suo cinema con un certo tipo di azione che si sà, negli ultimi anni da noi è venuta a mancare totalmente a parte rare eccezioni.
Grazie a Rulli & Petraglia, Salvadores segna un importante film di genere.
Non tanto per il risultato finale, a volte purtroppo segnato da alcuni limiti di budget e di tagli alla storia, ma soprattutto perchè ritorna qualcosa di assolutamente nostro che è doveroso di questi tempi far rinascere e su cui tanti hanno qualcosa da dire.
Un film duro e intenso senza inutili virtuosismi o scene melense che ne distruggano la corposità.
Un affresco della Russia e dei siberiani interessante, in cui non si lesina nulla sulla tradizione siberiana e sull'importanza del tatuaggio e i valori e l'identità che ne consegue.
Arriviamo quindi a scoprire una comunità che agisce attraverso un proprio codice e sistema di regole che andrebbero, solo in parte riprese e studiate attentamente, per scoprire un alto valore morale, a discapito di quello che viene sempre etichettato come un'insieme di persone legate da violenza e sopraffazione.