Titolo: Annihilation
Regia: Alex Garland
Anno: 2018
Paese: Usa
Giudizio: 2/5
Una biologa, il cui marito partecipa a
missioni militari segrete, è disperata per il suo mancato rientro.
L'uomo finalmente torna a casa ma non sa però spiegare cosa gli sia
successo, non ricorda niente e sta misteriosamente male. La biologa
verrà così a conoscenza di un'anomalia verificatasi anni fa e
tenuta segreta: un'area da cui nessuno ha mai fatto ritorno tranne
appunto suo marito, che sembra però prossimo a morire. Decide così
di affrontare questo enigma e partecipa alla prossima spedizione,
insieme ad altre quattro donne, ognuna esperta in un diverso campo
scientifico.
Annihilation è uno di quei film che
per forza di cose farà discutere. I motivi sono tanti a partire dal
fatto che è tratto dalla trilogia di uno scrittore schizzato e
originale che spero arrivi tradotto da noi per quanto concerne il
resto della sua bibliografia.
Un film Netflix pubblicizzato, almeno
qui a Torino, in maniera inquietante facendoti quasi passare la
voglia di vederlo.
Un film che porta la Portman su un
palmo della mano come a dire che effettivamente nel film esiste solo
lei e Oscar Isaac che recita Isaac Oscar.
Un film molto lento con un ritmo che
spesso frena ogni tensione e atmosfera soprattutto per le pedanti
scene di coppia tra i due protagonisti.
Questi e altri motivi rendono difficile
il giudizio per un film che probabilmente avrà due sequel ammesso
che la macchina funzioni a livello di botteghino.
Ci sono stati alcuni cambiamenti
drastici come la scelta delle protagoniste che nel libro non sono
bianche ma di etnia differente e altri motivi che il regista di Ex
Machina ha voluto subito
rivelare quasi per non essere attaccato da critiche di ogni sorta.
Rimane un film frammentato da una
realizzazione che definirei veloce e sbrigativa come quando cerchiamo
di capire che cosa sia realmente questa entità che prende forma. La
parte filosofica del film in alcuni momenti cerca di scavalcare la
narrazione diventando un esercizio di stile coadiuvato da un
importante lavoro col sonoro (ma Garland non è Villeneuve) e la
stessa minaccia che mi ha fatto pensare al nulla della storia
infinita per quanto potente e suggestiva come idea viene messa da
parte come se da un momento all'altro ci si aspettasse una reazione
che di fatto avviene solo nel climax finale dalla biologa spaventata
che non può o non vuole accettare questa entità.
Un film che nella parte tecnica attinge
a una messa in scena senza passi falsi e con alcune scelte estetiche
e una fotografia molto costosa e in alcuni momenti, quando l'azione
centellinata fa capolino, qualche cosa di buono il film soprattutto
con le bestie cerca di portarlo a casa.
Forse è una di quelle operazioni
complesse che il cinema per fretta e bisogno di soldi vuole veder
crescere troppo in fretta senza aspettare o rispettare alcune fasi
fondamentali.
Annihilation è così, ha tante cose
che non funzionano ma non si può dire che è proprio brutto.