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lunedì 19 marzo 2018

Annihilation



Titolo: Annihilation
Regia: Alex Garland
Anno: 2018
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

Una biologa, il cui marito partecipa a missioni militari segrete, è disperata per il suo mancato rientro. L'uomo finalmente torna a casa ma non sa però spiegare cosa gli sia successo, non ricorda niente e sta misteriosamente male. La biologa verrà così a conoscenza di un'anomalia verificatasi anni fa e tenuta segreta: un'area da cui nessuno ha mai fatto ritorno tranne appunto suo marito, che sembra però prossimo a morire. Decide così di affrontare questo enigma e partecipa alla prossima spedizione, insieme ad altre quattro donne, ognuna esperta in un diverso campo scientifico.

Annihilation è uno di quei film che per forza di cose farà discutere. I motivi sono tanti a partire dal fatto che è tratto dalla trilogia di uno scrittore schizzato e originale che spero arrivi tradotto da noi per quanto concerne il resto della sua bibliografia.
Un film Netflix pubblicizzato, almeno qui a Torino, in maniera inquietante facendoti quasi passare la voglia di vederlo.
Un film che porta la Portman su un palmo della mano come a dire che effettivamente nel film esiste solo lei e Oscar Isaac che recita Isaac Oscar.
Un film molto lento con un ritmo che spesso frena ogni tensione e atmosfera soprattutto per le pedanti scene di coppia tra i due protagonisti.
Questi e altri motivi rendono difficile il giudizio per un film che probabilmente avrà due sequel ammesso che la macchina funzioni a livello di botteghino.
Ci sono stati alcuni cambiamenti drastici come la scelta delle protagoniste che nel libro non sono bianche ma di etnia differente e altri motivi che il regista di Ex Machina ha voluto subito rivelare quasi per non essere attaccato da critiche di ogni sorta.
Rimane un film frammentato da una realizzazione che definirei veloce e sbrigativa come quando cerchiamo di capire che cosa sia realmente questa entità che prende forma. La parte filosofica del film in alcuni momenti cerca di scavalcare la narrazione diventando un esercizio di stile coadiuvato da un importante lavoro col sonoro (ma Garland non è Villeneuve) e la stessa minaccia che mi ha fatto pensare al nulla della storia infinita per quanto potente e suggestiva come idea viene messa da parte come se da un momento all'altro ci si aspettasse una reazione che di fatto avviene solo nel climax finale dalla biologa spaventata che non può o non vuole accettare questa entità.
Un film che nella parte tecnica attinge a una messa in scena senza passi falsi e con alcune scelte estetiche e una fotografia molto costosa e in alcuni momenti, quando l'azione centellinata fa capolino, qualche cosa di buono il film soprattutto con le bestie cerca di portarlo a casa.
Forse è una di quelle operazioni complesse che il cinema per fretta e bisogno di soldi vuole veder crescere troppo in fretta senza aspettare o rispettare alcune fasi fondamentali.
Annihilation è così, ha tante cose che non funzionano ma non si può dire che è proprio brutto.